13 Giugno 2014 18:07

Annecy 2014. Al MIFA si continua a vedere il futuro.

 

Ecco cosa è successo mercoledì 11 giugno nella terza giornata del festival d’animazione d’Annecy.

 

Chi scrive ha seguito la ‘colazione del corto’, ovvero una serie di interviste fatte agli autori dei corti in concorso proiettati nello spettacolo mandato il giorno prima ( in questo caso il secondo).

 

Durante questo evento si può sentire raccontare dagli autori le vicende che li hanno portato a fare il loro corto e porgli alcune domande bevendo aranciata e mangiando croissant.

 

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Marc intervista Pablo Angeles.

Si viene così a sapere che per realizzare ‘Pickman’s Model’  l’autore ci ha impiegato dieci anni facendo quasi tutto da solo e pagandolo quasi tutto di sua tasca perché in Messico il governo non supporta il cinema. Ma dopo aver vinto il primo premio nel maggiore festival Messico spera che qualcosa cambi.

 

 

 

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Torill Kove e il Moulton.

La storia dietro ‘My and my Moulon’ è totalmente autobiografico. Per arrivare a scrivere una storia parte con soggetti lunghi al massimo due pagine che fa leggere a altri\e. Quelle che vengono più apprezzate le sviluppa. Anche il suo personalissimo stile si è evoluto a seconda di quale modo di disegnare fosse trovato piacevole dalla gente. E partendo da queste premesse l’autrice sviluppa film incantevoli e divertenti che non lasciano indifferenti. A chi gli chiede se preferisce lavorare ai film dal vero o a quelli animati risponde che sono due cose totalmente diverse, nel live si può contare su una numerosa troup c2mentre in animazione il gruppo è piccolo e molto unito. Oltretutto si è portata dietro il Moulon così che la gente potesse vedere da vicino la meraviglia tecnica.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Marc intervista Shen Jie (col berretto) grazie a un interprete.

Il cortometraggio ‘Horse’ è stato fatto da un autore giovane ma già ospite per la seconda volta a Annecy. L’autore dipinge scena dopo scena senza studi preparatori e tutto viene da suoi pensieri artistici. Trova che il cavallo sia un animale elegante. alla domanda su come sia organizzata l’animazione in Cina risponde che ci sono quelli che fanno tutto da soli (come lui) e ci sono piccoli studi. Ma (ogni mondo è paese) gli indipendenti hanno più problemi dei gruppi.

 

Dopo questo incontro chi scrive ha deciso di andare a visitare il MIFA, l’eccezionale spazio dedicato all’incontro tra società e studi di animazione con produttori o aspiranti lavoratori nell’animazione.

 

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Il piccolo elenco dei partecipanti.

La lista degli studi partecipanti posta all’ingresso è tanto lunga da richiedere almeno cinque minuti per leggerla tutta.

 

Appena entrati si visita lo spazio dedicato a scuole e sviluppatori di tecnologie, dopo si percorre un corridoio che porta a un grande spazio prefabbricato dove sono ammassati gli studi. sono presenti quasi tutti i paesi del mondo e ogni anno ne compare uno nuovo.

 

Da parte italiana sono presenti, come tutti gli anni, sia la RAI che lo studio ‘Lastrego & Testa Multimedia’, e anche l’animazione Lombardia. La RAI mostra con orgoglio le foto dell’ultimo ‘Cartoon on the Bay’, e fa bene!

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L’unico stand che ha il calore di un salotto letterario in tutto il MIFA.

 

 

 

Nonostante lo spazio contenuto ci si perde in mezzo ai tanti padiglioni. Si resta bloccati dalla folla di giovani che compila domande per entrare alla ‘Walt Disney’, o dai curiosi che vedono la ricostruzione del set di un film in stop motion. O di altri intenti a partecipare al rinfresco organizzato da uno studio (i norvegesi, per dire, danno le albicocche, che sono sempre una gran cosa).

 

Tra questi studi alcuni relativamente giovani danno grandi speranze per la quantità di idee valide che propongono.

 

 

Lo studio maltese ‘Pro Motion. ltd’ mostra nel suo spazio un interessante poster con disegni accattivanti e la scritta ‘And they lived happily ever after’. questo è il titolo di una serie in via di sviluppo fatta partendo dalle fiabe popolari maltesi. Lo studio ha prodotto il promo con molte speranze e poche certezze. Ma il governo maltese lo ha trovato interessante al punto da mostrare il promo in tutte le scuole e decidere di finanziare una serie intera che adesso è in via di sviluppo.

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Il gruppo maltese conquisterà il mondo?

 

Ma non pensate che sia la solita serie di fiabe popolari trasposte in animazione, infatti l’autrice ha pensato molto alle fiabe della sua infanzia e ai modelli che mostravano. Avendo giustamente in antipatia lo stereotipo di genere presente in quasi tutte le fiabe, come la bella salvata dall’eroe o cose simili, le ha adattato togliendo tutte queste parti e lasciando il fascino delle ambientazioni antiche. Perché una fiaba oggi deve saper mostrare che la  principessa può essere salvata benissimo da un’altra donna. E ai puristi che possono lamentarsi di questo chi scrive fa notare che le versioni più antiche di alcune famosissime fiabe mostrano situazioni simili o fatti davvero cruenti poi normalizzati secondo l’epoca dalla loro trascrizione per fare diffondere le fiabe anche tra chi le considerava barbariche (chiunque legge queste righe sa che in origine la matrigna di Biancaneve era sua madre, vero?). Quindi ben venga una serie così e speriamo che la mandino in tutto il mondo.

 

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Impossibile non notare questo stand australiano.

Altro studio da mettere tra le speranze è l’australiano ‘Bogan Entertainment’, che attualmente sta co-producendo con ‘Cartoon Network’ la propria serie per adolescenti ‘Exange Student Zero’. Ma nel loro coloratissimo Stand, interamente tappezzato di immagini, mostra una gran quantità di progetti in forse che sembrano tutti interessanti. Tra le tante chiedo di un poster sul progetto ‘Kitty is not a Cat!’. Una serie per bambini che  racconta di una bambina che ama tanto i gatti da indossare sempre un costume felino. Seguendone uno scopre una casa abbandonata dove tutti i gatti randagi si sono riuniti e vivono felicemente. Lei vorrebbe  fare parte della comunità, ma se gli altri umani la scoprissero che fine farebbero i gatti e la vecchia casa? Il tutto con personaggi graficamente belli da vedere e divertenti.

 

Una serie così sembra avere tutto per piacere alla gente e stanno cercando di produrla. Tra i possibili partners stanno considerando anche la RAI perché in molti gli hanno consigliato di chiedere al loro. Chi scrive si è sentito in dovere di consigliargli di farlo raccontando di ‘Cartoon on the Bay’ e del gran numero di serie che la Rai sta co-producendo in questo periodo.

 

Non sarebbe male co-produrre con questo studio pieno di buone idee.

 

Dopo il MIFA è toccata alla proiezione del lungometraggio ‘L’arte della felicità’ e è stata una grande visione. Tralasciando di descrivere questo incredibile film parlo della reazione generale di meraviglia che tutti tra il pubblico sentivano. I temi filosofici e politici e le grandi domande sulla vita sono cose che renderanno appassionante questo film per sempre. E l’animazione è fatta bene, curate nelle atmosfere dei paesaggi che vanno dall’India a Napoli per finire spesso nei sogni.

 

Dopo la proiezione alcuni giovani animatori italiani si erano avvicinati al regista, Alessandro Rak, per  dirgli che trovavano il suo film eccezionale e che erano felici che in Italia si facessero cose simili.

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L’affiatato gruppo della Mad Entertainment.

 

E nella saletta per la stampa tutto il gruppo produttivo ha spiegato attentamente cosa sia significato fare questo film e di come l’animazione sia un mezzo perfetto per parlare di grandi temi. In fondo in Giappone realizzano normalmente dei film animati dove si parla di filosofia, morte, sesso e qualunque altra cosa con risultati riconosciuti da tutti come eccezionali.

 

Nonostante ciò molti hanno detto al produttore di passare ai film dal vivo convinti che sarebbe meglio.

 

Evitiamo di esprimere considerazioni su questi individui. Parliamo piuttosto della giovane siciliana partita per studiare animazione in Gran Bretagna perché convinta che in Italia non ne avrebbe cavato niente e che ringraziava Alessandro Rak dicendogli di sentirsi felicissima che un film bello e profondo come il suo sia stato fatto In Italia e per di più a Napoli.

 

E nella proiezione dei film di diploma numero Quattro era collocato ‘Imperium vaqui’ degli allievi del CNC di Torino Linda Kelvink e Massimo Ottoni del quale si è già parlato nell’articolo dedicato alla cerimonia di diploma. L’accoglienza del pubblico è stata calorosa come è giusto che sia.

 

Lo stesso vale per il corto fatto dal professionista Rino Stefano Tagliafierro e mandato nella terza selezione in concorso. Anche se sentendo parlare l’autore uscendo dalla sala posso dire che ha paura che sia troppo pesante da guardare. Ma chi l’ha visto sembra averlo apprezzato davvero.

 

E questo è stato il mercoledì del festival. Ormai è venerdì e è tardi. MA NON ABBASTANZA.

 

SIETE ANCORA IN TEMPO PER LA CERIMONIA DI CHIUSURA DI SABATO.