10 Giugno 2014 13:15

Hanno ammazzato il Matteotti!

Il 10 giugno 1924 Giacomo Matteotti viene rapito e ucciso dai fascisti, atto del quale Mussolini si assunse, solo in seguito, la responsabilità politica, in quanto “istigatore” del delitto:

« Ma poi, o signori, quali farfalle andiamo a cercare sotto l’arco di Tito? Ebbene, dichiaro qui, al cospetto di questa Assemblea e al cospetto di tutto il popolo italiano, che io assumo, io solo, la responsabilità politica, morale, storica di tutto quanto è avvenuto. Se le frasi più o meno storpiate bastano per impiccare un uomo, fuori il palo e fuori la corda! Se il fascismo non è stato che olio di ricino e manganello, e non invece una passione superba della migliore gioventù italiana, a me la colpa! Se il fascismo è stato un’associazione a delinquere, io sono il capo di questa associazione a delinquere! Se tutte le violenze sono state il risultato di un determinato clima storico, politico e morale, ebbene a me la responsabilità di questo, perché questo clima storico, politico e morale io l’ho creato con una propaganda che va dall’intervento ad oggi. »
(Benito Mussolini, discorso alla Camera, 3 gennaio 1925)

Ricordiamo qui l’omicidio di Matteotti con il fumetto ideato e scritto da Gianfranco Goria e meravigliosamente illustrato da Sergio Tisselli.

Video, immagini montate con musica originale e lettering definitivo: youtu.be/WOpJnoJtQm4

Matteotti – copyright: testi Gianfranco Goria, disegni Sergio Tisselli, musica Davide Jervolino.
Estratto da Cinquanta per Cento, volume a fumetti promosso con la collaborazione del SILF/SLC/CGIL per i 100 anni della CGIL.
Il brano creato ed eseguito da Davide Jervolino è “Il giorno delle vole”, dal titolo del testo omonimo tratto dallo spettacolo teatrale Luna Park (regia Gabriele Goria), basato sui testi di Stefano Goria, per il quale Jervolino ha creato le musiche originali.
Le protagoniste della parte del fumetto ambientata ai giorni nostri sono la mamma e la figlia di Gianfranco Goria.
L’episodio storico narrato è realmente accaduto (la mamma di Gianfranco era effettivamente la bambina che viveva a Trento e quello rappresentato era il suo papà).

Materiali utilizzati, soggetto e sceneggiatura:

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