Il grande animatore e regista sino-americano (era nato a San José, California, nel 1933) Teruaki ‘Jimmy’ Murakami è morto il 16 febbraio 2014, all’età di 80 anni. La notizia è stata divulgata dall’organizzazione Animation Ireland, e la circostanza non stupisce dato il potente legame che l’artista aveva instaurato con l’industria del cinema di animazione irlandese.
Creativo instancabile, diresse numerosi cortometraggi pluripremiati ma noi lo ricordiamo come regista di due riuscite trasposizioni dei libri illustrati di Raymond Briggs, ‘The Snowman’ (Il pupazzo di neve) e, soprattutto, ‘When the Wind blows’ (Quando soffia il vento), toccante e terribile denuncia del rischio atomico durante la Guerra Fredda (ma più che mai attuale) visto dalla prospettiva di una coppia anziana e ciecamente fiduciosa nelle rassicurazioni del proprio Governo.
Murakami fu una sorta di globetrotter dell’animazione: alla fine del 1950 lavorò alla United Productions of America (UPA) di Los Angeles e alla Pintoff Productions di New York, per poi trasferirsi in Giappone alla Toei; quindi fu a Londra (TVC Studio), Francia e Olanda, con una puntata anche in Italia prima di approdare felicemente in Irlanda, dove divenne parte integrante della comunità degli animatori in un’epoca cruciale per lo sviluppo dell’industria cinematografica nazionale, al punto da venire oggi ricordato dai colleghi come “un padre fondatore dell’Animazione Irlandese“.
Del resto il rapporto con gli Usa non fu rose e fiori, e Murakami da ragazzo subì anche la detenzione nei famigerati campi di concentramento per cittadini americani di origine giapponese diventati ‘nemici’ dopo l’attacco di Pearl Harbour, dove perse la sorella maggiore: il ricordo dell’oltraggio subito non lo abbandonò mai. Di recente è stato realizzato un documentario dedicato alla sua terribile esperienza: ‘Jimmy Murakami-Non-Alien‘. La sua famiglia restò in California soprattutto perché in Giappone aveva perso tutto ciò che aveva, ma per Jimmy fu la svolta perché al Chouinard Art Institute conobbe maestri come Don Graham e Marc Davis e soprattutto trovò come compagno di corso un certo Chuck Jones … il resto della storia, con video e interviste, potete leggerlo in questo bel tributo su Cartoon Brew.
Noi ci limitamo a ricordarlo ancora attraverso le parole dello storico dell’animazione Giannalberto Bendazzi:
“Murakami appartiene alla generazione di specialisti cresciuti o ispirati dall’UPA, ed è tra i primi intellettuali americani che trovarono autoconsapevolezza sociale durante i difficili anni ’50 – colti, sensibili artisti impegnati non tanto a trovare l’assoluto nell’arte, quanto a creare opere godibili ma intelligenti, film etici per un grande pubblico.“
Arigato-Thank You, Teruaki/’Jimmy’.
Grande, grandissimo maestro. Aveva raccontato che durante la prigionia, in mezzo a quella situazione terribile, aveva visto per la prima volta ‘Biancaneve e i sette nani’ e dopo tutto gli era sembrato magico. ‘Quando soffia il vento’ è uno di quei film che si dovrebbero diffondere e far vedere il più possibile. Non solo la storia è fatta in modo che più va avanti più ti sento disperato per quei due poveri anziani ingenui. Ma anche la tecnica è superba. Mischia riprese dal vero e disegno senza essere ridicola e ha una colonna sonora da urlo. E tutti gli altri corti, e i pionieri della U.P.A. Un pezzo di storia.
Un grande, non ci sono altre parole!