17 Aprile 2014 03:20

Cartoons on the Bay: quel che restava da dire.

M&P 2Una delle parti più belle del Festival non riportata sul momento è stata la doppia intervista a Guillermo Mordillo e Aleksandr Petrov, i due maestri premiati con i Pulcinella Awards alla carriera.

La conferenza è stata moderata da Roberto Genovesi, direttore artistico del festival, con Renato Pallavicini e Roberto Davide Papini, tutti vecchi amici di afNews. E si è  esordito dicendo che in un festival dedicato alla Cross-medialità la scelta di dare dei premi alla carriera potrebbe apparire antitetica. Ma non è così perché le opere dei due artisti sono simbolo di eccellenza, personalità, sintesi, segno, suono e colore e tutto ciò porta naturalmente al contemporaneo.

Iniziano le domande rivolte ai due grandi e la prima è stata fatta a Mordillo.

Preferisce gli uomini o gli animali per far ridere? La risposta è stata data senza esitazione. Gli animali e i bambini perché sono innocenti e spontanei. Seguono altre domande con risposte piene di saggezza. Chiedendogli cosa pensasse della paura Mordillo ha risposto che “L’umorismo è la tenerezza della paura”. Lui sa, come tutti, che il mondo non è perfetto, senza paura lo sarebbe, ma in un mondo perfetto non ci sarebbe bisogno dell’umorismo.

Chiedendogli il perché delle sue celebri vignette con campi di calcio sui tetti dei grattacieli e altre cose surreali la risposta è stata che non c’è una risposta, ha sempre disegnato istintivamente facendo tutto con poca intelligenza e molto istinto.

E parlando delle sue coppie di innamorati gli si chiede se il romanticismo negli anni è cambiato. Mordillo, con aria un po’ triste, risponde che adesso quasi non esiste più l’essere fidanzati, questo ha tolto molto all’amore e si, una volta si era più romantici.

Si passa a Aleksandr Petrov. Genovesi chiede se l’animazione russa, tra le più antiche e sorretta da una forte tradizione, sia influenzata da quella del resto del mondo e come. Petrov risponde che non si aspettava una domanda così vasta e difficile. In realtà l’animazione in Russia è giovane perché molto vitale e stanno nascendo tanti studi nuovi. E naturalmente sono facilmente influenzabili dagli stili di altri paesi (chi scrive segue tre blog di russi appassionati di animazione statunitense e conferma aggiungendo che sono davvero in gamba). Per quanto lo riguarda lui è fedele alla tradizione russa della narrazione.

Un’altra domanda riguarda la similitudine tra la sua tecnica della pittura a olio, dipinta su vetro usando le dita, e il moderno touch screen. La somiglianza è soltanto casuale, lui dipinge così perché pensa che usare il pennello renda meno diretto il contatto con la pittura. E  tutto è cominciato semplicemente perché per lui è più pratico sfumare l’olio con le dita.

Come coniuga il suo stile raffinato con il dover produrre delle pubblicità? in ogni progetto cerca di trovare lo stimolo che possa portare l’opera in alto. In realtà non sempre il risultato lo soddisfa, ma nonostante questo sente che gli altri ne parlano bene.

Ma ecco la domanda difficile: Come reagiscono in Russia gli artisti all’attuale situazione con l’Ucraina? La domanda, naturalmente, mette a disagio il grande animatore che non vuole commentare la faccenda, ma dice che soffrono per la situazione e che si dovrebbero fare delle trattative per risolvere le cose pacificamente.

Si torna a fare domande a Mordillo. Preferisce l’animazione o le vignette? Risponde che quando, nel 1937, aveva cinque anni sua madre lo aveva portato a vedere ‘Biancaneve e i sette nani’, da allora ha sempre voluto fare animazione e anche le vignette le pensa come tali.

Arriva la domanda inevitabile da fare a qualsiasi celebre argentino: Che ne pensa di Papa Bergoglio? Mordillo ha risposto che gli sembra un papa differente. È di Buenos Aires, ma più giovane di lui e tifoso di una squadra di calcio più nota della sua. Quindi io sono più umile del papa, ridacchia Mordillo. Ma per quanto riguarda il suo rapporto con la religione lui è stato per anni ateo e solo da qualche anno è agnostico.

Tornando a Petrov gli si chiede quali siano i suoi artisti di riferimento.  L’elenco è lungo. Studia arte da quando aveva cinque anni e sicuramente ci sono i grandi maestri del rinascimento italiano, tanto che non può quasi credere di stare parlando in una stanza che ha sulle pareti degli affreschi fatti dal Tiepolo e di stare girando Venezia entrando in ogni chiesa e palazzo per ammirare dal vero le opero che aveva sempre visto sui libri. Poi ci sono dei pittori russi che magari per noi sono sconosciuti. Come Surikov, Vasnecov ecc.

La domanda finale è la stessa per entrambi: C’è un autore italiano che vi ha ispirato? Mordillo risponde indicando Cavandoli, che oltre a essere un grande era anche un suo caro amico (e al ricordo di Cavandoli molti presenti sospirano pensando a Mr. Linea). Petrov risponde che per lui i più importanti sono stati Luzzati e Bozzetto, di cui invidia l’umorismo perché lui non ne ha.    

E questa è stato uno dei grandi momenti del festival. Non resta che aspettare la XVIII° edizione per poterne vivere ancora degli altri. E quando arriverà il tempo saremo lì per raccontarvelo!