7 Marzo 2014 09:10

Il Volo del Corvo

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IL VOLO DEL CORVO

di Gibrat

Alessandro Editore

Che bello immaginare di passeggiare lungo un boulevard costeggiante la Senna e osservare uno dei tanti pittori che ritraggono squarci di Parigi sulla tela appoggiata sul cavalletto. Pigra è allora la mente, inspiri l’aria umida intrisa di profumi di caffè e di fritto magrebino, eppur stranamente pulita, rigenerante.

Ti accendi una sigaretta osservando distrattamente un pittore. Noti la sua attenzione all’uso delle tempere o le gradazioni del giallo che sfuma nell’arancione dei suoi acquarelli e…rimani allibito!

Altro che pittore dilettante, quello è un maestro! Non lo conosco, telefono al mio direttore: “Ma scherzi Nico, quello è Gibrat!”, mi canzona.

Scopro, senza imbarazzo, che l’ignoranza fa parte del nostro impegno di umili recensori di fumetti, te ne devi fare una ragione! Ma, se non altro, ti rimane la possibilità della scoperta, l’incognita della sorpresa, il gusto della lettura, insomma!

Veramente splendido questo fumetto di Jean-Claude Gibrat che Alessandro Editore ha confezionato in cofanetto, per due tomi cartonati di pregio.

Le vicende narrate ne “Il Volo del Corvo”, si svolgono nella Parigi ancora occupata dai tedeschi ma, le frequenti mitragliate degli aerei alleati, annunciano la prossimità della Liberazione. Quasi ci siamo, ma intanto i protagonisti, una fanciulla comunista della Resistenza e un giovane ladro, una simpatica canaglia, si conoscono, fuggono insieme dai gendarmi, soffrono e si insultano, premesse all’inevitabile innamoramento.

Il tono della sceneggiatura, nonostante la drammaticità degli eventi, è tuttavia fresco e leggero, come quelle commedie del cinema francese che piacciono tanto al pubblico. Le battute indulgono all’ironia, i “caratteristi” o comprimari sembrano appartenere ad un cast d’attori teatrali francesi di livello. Purtroppo il lettering non aiuta la lettura di vecchietti come me, con lettere troppo ravvicinate e rallentano il divertimento. Ma il disegno, ragazzi, è da Università del fumetto, insieme sognante e neorealistico.

I colori hanno “assorbito” la lezione di un Francisco Goya, soprattutto nei neri e nei rossi, insieme all’apertura del Maestro spagnolo verso il realismo dei suoi ritratti. Anche in Gibrat le pennellate sono fluide e cercano la luce. Non fu un caso, infatti, che Goya affascinò più tardi gli impressionisti, per primo Edoard Manet. Non è un caso che Gibrat ci affascini oggi col suo elogio pittorico alla bellezza. La protagonista femminile, Jeanne, abbaglia i sensi a prima vista e non ha niente da invidiare alle fanciulle di un Manara. Solo più elegante, col suo berrettino rosso e i suoi vestiti che sembrano usciti, più che da un trovarobato di guerra, dalla sartoria di una Coco Chanel degli esordi. Ti sembra di sentire il fruscio del jersey, che la stilista utilizzò per prima. Comodità nell’eleganza, che reclamava indipendenza, che decretava la fine della donna-oggetto ottocentesca.

La fine della tirannide nazista, la libertà sono, allo stesso tempo, speranze realizzate. Per il momento i corvi sono volati via, scomparsi da Parigi e dalla nostra vita.

[Recensione di Nico Vassallo]

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IL VOLO DEL CORVO

di Gibrat

Alessandro Editore

(2 Tomi, Euro 29,99)

Jean-Claude Gibrat, Il rinvio, Alessandro Editore 

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