6 Marzo 2014 08:55

Bambine terribili a Milano

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BAMBINE TERRIBILI
da Mafalda alla Stefi,
fino a Lisa Simpson:

la vita senza ipocrisie

8 – 30 marzo 2014

WOW Spazio Fumetto – Museo del Fumetto di Milano

Viale Campania 12 – Milano

Info: 02 49524744 – www.museowow.itwww.culturazona4.webnode.it
Orario mostra: da martedì a venerdì, ore 15.00-19.00; sabato e domenica, ore 15.00-20.00 INGRESSO LIBERO

Accanto alle iniziative che in tutta Italia celebrano la Giornata Internazionale della Donna, quest’anno la Fondazione Franco Fossati, in collaborazione con il Consiglio di Zona 4 di Milano, ospita presso WOW Spazio Fumetto – Museo del Fumetto di Milano l’evento Bambine terribili, che consiste in un percorso espositivo visitabile fino a fine mese che viene inaugurato con un incontro pubblico e uno spettacolo teatrale intitolato “Del piacere e del bisogno del tempo libero” (tutti a ingresso gratuito).

La piccola mostra-omaggio allestita al piano terra di WOW Spazio Fumetto presenta una rosa di personaggi del mondo della letteratura disegnata, italiana e internazionale, che va da Mafalda (che quest’anno compie Cinquant’anni) a Lucy (amica di Charlie Brown e sorella di Linus), da Piccola Eva (per molti anni personaggio fisso del settimanale Monello) a Lisa Simpson, dalla primissima monellina Little Lulu del 1935 a Nancy (Zoe sulle pagine dell’Intrepido), fino alla piccola Stefi dei nostri giorni creata da Grazia Nidasio. Tutte bambine dalla spiccata personalità, “monelle” che promettono bene di diventare donne e cittadine attive e consapevoli,  tutte personaggi di successo entrati a pieno titolo negli annali del Fumetto.

Nel vasto panorama offerto dall’“altra metà del Fumetto”, i personaggi femminili in ruoli veramente autonomi e protagonisti sono pochi, a fronte di una marea di stereotipi creati per assecondare l’immaginario maschile e la subalternità di genere. In questo insieme già ristretto, sono pochissime le bambine protagoniste e per di più capaci di rompere gli schemi. In un ambito culturale internazionale e interrazziale che ritiene più “comoda” una bambina che si esercita nei lavori domestici e gioca con le bambole per prepararsi fin da piccola a essere moglie e mamma esemplare, una “maschietta” che sviluppa pensieri propri, gioca con i compagni maschi e si forma una personalità indipendente, risulta rivoluzionaria, in un certo senso diseducativa, potenzialmente una contestatrice.

In ordine di tempo, la prima è stata certamente Zoe (Nancy) di Ernie Buschmiller (1905-1982), apparsa nel 1933 nelle tavole domenicali a colori della sua attraente zia Fritzi Ritz (una serie nata undici anni prima e imperniata su questa bella ed elegante signorina). Nel 1935 Nancy diventa addirittura titolare della serie e nel 1938 le si affianca il simpatico Sluggo Smith, uno sveglio vagabondo con le pezze alle ginocchia, suo coetaneo e amico fedelissimo, mentre la bella zia è ormai retrocessa a “spalla” della nipotina. Il segno grafico regolare e pulito di Buschmiller è tra i motivi del successo mondiale di Nancy, personaggio di culto usato anche da Andy Warhol nel 1961 in uno dei suoi primi esperimenti di pop art. In Italia arriva in modo continuativo sulle pagine dell’Intrepido negli anni Cinquanta, dove la serie viene ribattezzata Arturo e Zoe. Una rilettura sistematica della vastissima produzione ci permette di scoprire nella piccola Zoe grandi doti di inventiva e di ottimismo, di resistenza alle contrarietà quotidiane, e il suo sorriso è contagioso.

Little Lulu viene creata dalla trentenne Marjorie Henderson Buell (1904-1993) per il Saturday Evening Post del 23 febbraio 1935 per rimpiazzare Henry (il famoso personaggio Carl Anderson, che passa nel frattempo alla produzione di strisce sindacate), e all’inizio gli assomiglia anche fisicamente. Nella prima vignetta conquista già i lettori con la sua candida e innocente disinvoltura mentre da brava damigella d’onore precede la sposa nella chiesa, spargendo sulla stuoia non petali di fiori ma… bucce di banana! Per dieci anni sarà presente all’appuntamento con i lettori del Post, poi diventerà striscia sindacata (negli anni Cinquanta) e sarà protagonista di albi a fumetti e di disegni animati, modificata graficamente ma sempre simpatica monella.

Lucy Van Pelt, scorbutica e saccente ma anche romantica e disarmante, viene creata da Charles Schulz (1922-2000) nel 1952, la più giovane delle amiche di Charlie Brown nella popolare serie Peanuts. Sorella maggiore di Linus, infatuata del piccolo geniale musicista Schroeder, vende sedute psicologiche e consigli agli amici per pochi centesimi. “In lei si adunano e sublimano tutti i segni della cattiveria infantile” scriveva Vittorio Spinazzola nel 1964, per concludere che, però, “dietro l’oltraggiosa, instancabile sicumera di questo esemplare di eroina negativa sentiamo una profonda insicurezza, analoga a quella dei suoi amici-sudditi, tanto più angosciosa in quanto violentemente repressa”.  Se le altre bambine, come Patty e Violet, “non hanno incrinature”, come notava Umberto Eco. “Perfettamente integrate (vogliamo dire alienate?) trascorrono dalle sedute ipnotiche davanti al televisore al salto della corda e ai discorsi quotidiani tessuti di cattiveria raggiungendo la pace attraverso l’insensibilità”, Lucy è un gradino sopra, “une géante”, una gigantessa, perfetta in tutte le sue sicurezze e debolezze. Un personaggio di prima grandezza.

Piccola Eva (Little Eva) viene creata nel maggio 1952 negli Stati Uniti dalla St. Johns Publishing Co. per l’omonimo comics book, durato soltanto 31 numeri, fino al novembre 1956. Nel 1953 appare anche in 3D in uno di quegli albi da leggere con gli occhialetti con una lente rossa e una blu, di moda in quegli anni. L’autore è anonimo e a oggi non si è scoperto il suo nome. Contemporanea e coetanea di Lucy Van Pelt, non ha però velleità prevaricatrici, bisogno di affermazione individuale. Vive con i suoi amici una più tranquilla realtà di provincia, meno stressante, misurata sulla quotidianità dello studio e del gioco, di rapporti individuali non competitivi. La serie piace in Italia agli editori del Monello, che la pubblicano dal 1953 nel formato libretto che presto raggiungerà tirature vicine al mezzo milione di copie settimanali. Ma l’esigua produzione   statunitense deve essere continuata in Italia, e la scelta cade su un giovane Antonio Terenghi (1921), che già sta realizzando nuove serie come Pedrito el Drito, sceriffo di Tapioka City. E Terenghi continuerà per un quarto di secolo a creare anche Piccola Eva, attorniata dai suoi amici e compagni di scuola: Cinzia, Athos, il piccolo Aramis e il grassottello Ciccio Tom.

All’inizio degli anni Sessanta l’autore argentino Joaquín Salvador Lavado, che si firmerà sempre Quino, crea per la pubblicità di una marca di elettrodomestici il personaggio di Mafalda, irriverente e acuta ragazzina che nell’aspetto richiama un po’ Nancy, nella costruzione della striscia è una “risposta argentina allo statunitense Charlie Brown”, ma in realtà è la sublimazione di una straordinaria e inedita sensibilità personale del suo autore anche per temi di rilevanza politica e sociale. Il personaggio, ancora poco definito e senza intenti impegnati e provocatori, viene rifiutato dal cliente. Vedrà la luce definitivamente nel 1964, protagonista di indimenticabili strisce sospese tra satira sociopolitica e umorismo familiare, pubblicata su quotidiani, riviste e libri (per non parlare della vasta produzione di merchandising e dei cortometraggi d’animazione) in tutto il mondo, anche dopo la fine della produzione. Perché nel 1973, dopo dieci anni, Quino preferisce sospendere la realizzazione del suo personaggio, dopo averne realizzato oltre 3.000 strisce, per non rischiare una inevitabile ripetitività. Da allora ha continuato a disegnare pagine meravigliose pubblicate in tutto il mondo, distribuite per molto tempo dalla Quipos di Marcelo Ravoni, oggi dalla Caminito, ma resta comunque sempre e per tutti “il papà di Mafalda”!

Lisa Simpson è la bambina dei Simpson, la serie animata creata da Matt Goening, che ha esordito il 17 dicembre 1989 ed è diventata anche fumetto nei primi anni Novanta. Nonostante sia figlia di Homer, Lisa è vegetariana e salutista, con solidi principi morali. E’ curiosa di tutto, cerca di conoscere e approfondire qualunque argomento le si prospetti nella giornata. Si fa carico di rivendicazioni di rilevanza sociale, si schiera in difesa di tutte le minoranze, per la pace e contro l’inquinamento, si batte per la salvezza delle balene e dei delfini. Molto critica nei confronti dei comportamenti dei suoi familiari, tuttavia mantiene saldi i rapporti affettivi. Difende tutte le sue scelte in modo indipendente dai gusti correnti e dalle mode. Come quella del sassofono, lo strumento che le consente il raggiungimento di una serena pace interiore.

Stefi è la sorellina di Valentina Mela Verde, comprimaria dal 1969 dell’adolescente protagonista creata da Grazia Nidasio sulle pagine del Corriere dei Piccoli. Quando Valentina e la sua famiglia sono emigrati sulla nuova prestigiosa testata Corriere dei ragazzi, nel 1972, la Stefi si è trovata a svolgere un compito importante sul Corriere dei Piccoli, reindirizzato a un pubblico più giovane. La grande capacità di Grazia Nidasio di comunicare con i suoi lettori, interpretando le gioie, i dispiaceri, le ansie, le passioni di generazioni di ragazzi e ragazze in mezzo secolo di attività fitta e costante, ha fatto sì che le due sorelle diventassero uno specchio generazionale, sempre valido anche con l’evoluzione dei tempi, delle mode, degli interessi. Oggi la Stefi mette in gioco la sua simpatia e schiettezza anche come commentatrice dell’attualità giornalistica sulle pagine del Corriere della Sera.

Sabato 8 marzo, ore 18.30 – Inaugurazione e spettacolo

L’inaugurazione dell’evento sarà sabato 8 marzo a partire dalle ore 18.30. Saranno ospiti la vicesindaco del Comune di Milano, Ada Lucia De Cesaris, e la presidente della Commissione Cultura della Zona 4, Rossella Traversa.

Seguirà lo spettacolo teatrale “Del piacere e del bisogno del tempo libero” ovvero “Scherzo in un atto sul rapporto tra il tempo libero e il tempo lavorativo” di Cristina Castigliola. Si tratta di una conferenza-spettacolo,realizzata da Cristina Castigliola e Chiara Vergola, che offre una riflessione vivace e anticonformista sul tema dell’ambìto tempo libero contrapposto al necessario mondo del lavoro. Come sono nate le condizioni e le regole che hanno strutturato la nostra settimana lavorativa?Come gestiamo il tempo assorbito dal lavoro in relazione a quello dedicato allo svago?Sarà la portavoce di un sindacato immaginario “pro tempo libero” che proverà a rispondere a queste domande proponendo, con sagace ironia, alternative alla situazione attuale.Lo farà analizzando la giornata, faticosa e frenetica, di una povera impiegata che sarà, suo malgrado, coinvolta in questa sperimentale indagine sociologica.

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