26 Gennaio 2014 08:25

L’Onda Septimus in italiano

SeptimusItaliano-BM23

Letto prima in digitale, in francese, e riletto in italiano, nell’edizione cartacea cartonata (di cui abbiamo parlato su afNews qui e qui) di Alessandro Editore, a me L’Onda Septimus è piaciuto. Non a priori. Come si sa, dopo la morte del creatore della serie Blake e Mortimer, Edgar Pierre Jacobs, l’editore francofono ha deciso di ridare vita ai personaggi, congelandoli intenzionalmente nell’ambientazione di maggior successo, e affidando l’arduo compito ad autori di riconosciuta qualità. Certo, nemmeno questo può bastare, per riconquistare l’affetto dei lettori più anziani, naturalmente nostalgici e vagamente malinconici. Ma può servire a conquistare lettori nuovi, più giovani, che rappresentano il futuro della serie, giacché, pare ovvio ricordarlo, senza lettori… eh, non si va da nessuna parte. Tutto ciò detto, ogni volume va valutato a sé, pur nel più ampio contesto della serie, che offre i “limiti” entro i quali svolgere al meglio il lavoro dell’autore. Io sono un lettore vecchio, ma non estendo la nostalgia alle avventure nuove e anche per quelle “vecchie” non ho una valutazione complessiva, ma “gradimenti personali” che variano da episodio a episodio. Nel caso di Septimus ho apprezzato (in quanto “vecchio”) il recupero di un personaggio “forte” della serie, ma anche fossi stato un ragazzino di oggi (e non avessi già letto Il Marchio Giallo), avrei apprezzato il segno generale del racconto (le “moltiplicazioni” di Septimus, molto… belghe, ovviamente), la linea chiara che semplifica la mia lettura anche sul supporto digitale, le allucinazioni grafiche, l’elettricità Jacobsiana e le sue caratteristiche esplosioni, le spirali alla 007, i sotterranei, la rappresentazione londinese. Ancora una parola la spendo per sottolineare l’elemento circolare nella grafica Jacobsiana (le astronavi – o quel che sono – hanno forma sferica, ma anche molte vignette e diverse attrezzature elettriche) e la presenza dei sotterranei (questione esplorata dall’esperto Guido Vogliotti e di cui abbiamo parlato qui e qui). Della narrazione mi limito a citare il delicato mélange tra spionaggio e fantascienza, e la follia, o, se vogliamo, l’esplorazione (fanta)scientifica dei meandri complessi del nostro complicato cervello. Metto tutto insieme nella banale considerazione che, arrivato alla fine ero soddisfatto, ma anche pronto a chiedere “asilo” in un nuovo episodio. Provàtelo: potrebbe piacere anche a voi.

Cerchi e spazio ne l'Enigma di Atlantide

Cerchi e sotterranei