Il fascino dei “cattivi” dei fumetti (ma, forse, in generale nella finzione narrativa – la realtà è, purtroppo, tutta un’altra faccenda e la cattiveria fa troppo male per essere simpatica) è innegabile. Spesso gli antagonisti tendono a prevalere, da questo punto di vista, rispetto agli eroi. In fondo rappresentano una parte di noi stessi, inutile tentare di negarlo, una parte che, nella realtà, sappiamo di dover tenere a bada se vogliamo godere della felicità che viene dalla condivisione coi nostri simili (e anche coi nostri dissimili). Ma è una parte di noi, che ci affascina almeno quanto può farci paura, e non a caso molti attori amano vestire i panni del villain, dell’antieroe, dell’antagonista, almeno ogni tanto. E’ un po’ come dare uno sfogo (controllato) a quelle nostre pulsioni pericolose e nefaste, per poi dare fiato nella vita reale al bene che, pure, è dentro di noi. Vi risparmieremo qui i dettagli di quando, in un periodo malato e terribile della nostra vita, abbiamo potuto sperimentare (per un tempo che sembrava non poter aver mai fine se non con la fine della vita stessa) nel nostro cervello, la concreta compresenza di paradiso e inferno e di tutto, ma proprio tutto, quel che può esserci in mezzo: allucinante e dolorosissimo, ma assai istruttivo sulla natura umana e sulla nostra naturale fragilità (e non solo). Ma, ok, basta così, via: qui siamo a parlarvi, in realtà, di un bel volume dedicato ai cattivi dei fumetti, nelle loro svariate sfumature e incarnazioni, Un bel libro, praticamente una enciclopedia della malvagità fumettistica, che l’editore, tanto per restare in tema, ha perfidamente prodotto con almeno quattro diverse sovra copertine. Cattiveria assoluta!
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Méchants, crapules et autres vilains de la bande dessinée – di Christophe Quillien – Éditions Huginn & Muninn.