13 Dicembre 2013 08:41

Viva il Pop! Viva la Gente!

JacovittiDisneyCoccoBill1984-click

La fondamentale importanza della cultura popolare viene forse ancora non compresa per bene in Italia, dagli “acculturati”? Ancora puzza sotto il naso in stile snob? Negli USA l’argomento è trattato con scienza e intelligenza da decenni e persino l’Arte con l’A maiuscola non potuto evitare di dare lo scranno dovuto alla Pop Art, per dirne solo una. Il punto è che non c’è bisogno di alcuna nobilitazione. La cultura popolare (chiamiamola “pop” per semplicità, come facciamo col “rock”) è la cultura di una Nazione e del suo Popolo. Non necessita di coroncine, allori e stellette: è la vita quotidiana della gente, delle persone vere, quelle che sono buttate qui come un cane senza osso (Into this world we’re thrown – Like a dog without a bone — The Doors, http://youtu.be/lS-af9Q-zvQ) a vivere la vita in questo mondo, come si può. Così, dopo aver passato decenni, in Italia, a cercar di convincere l’intellighenzia che il fumetto ha per sua natura a che fare con Letteratura e Arte (e ormai dire il contrario sarebbe una sciocchezza evidente), è ora di riconquistare il cuore della gente, col fumetto per bambini, per ragazzi, per adulti “non intellettualoidi”, e non di allontanarla. Non che sia vietato, ci mancherebbe, fare del fumetto sperimentale, o intellettuale, o autoreferenziale, o per “palati fini”, o comprensibile solo per chi apprezza l’arte contemporanea più spinta e la musica dodecafonica, o fatto per il piacere dell’autore più che per quello del lettore, per carità. L’Artista è sempre libero di esprimersi e tracciare nuove vie, se ne è davvero capace, e magari saranno apprezzate solo dopo la sua morte (basta che non pretenda di essere pure compreso dai suoi contemporanei, si capisce), oppure saranno solo un flop (pazienza). Ma non si vive di sole “avanguardie”. Diamo fiato alla cultura popolare, perdindirindina! Vogliamo chiamarla Pop perché suona meglio? Ok, no problem, qualche parola d’inglese ormai la capiamo tutti. Ma, autori e editori, non dimenticatevi mai del Pop (purché fatto come si deve). Sempre se ne siete capaci, di parlare alla gente vera, al popolo. Di parlare come si mangia (e qui si mangia bene, con la cucina popolare italiana) e farvi capire, insomma. Viceversa, sarete come certi politici, o parlerete solo fra di voi, o non verrete capiti, o non capirete come mai Asterix e Blake et Mortimer, Tex, Topolino, Superman ecc. sappiano raggiungere il cuore e la mente meglio di voi.

E proprio a voi, Professionals del fumetto, regaliamo questa citazione (rifletteteci), a voi che su afNews, anche mettendovi tutti insieme, rappresentereste solo un centesimo (se non meno) dei lettori pop di un qualunque nostro singolo articolo pop, ma potete, per loro, essere fonte non solo di divertimento intelligente, ma persino di sollievo, in tempi come questi (ed è una enorme responsabilità, tutt’altro che sminuente):
Browne (2001), The guide to United States popular culture:Popular culture is the way of life in which and by which most people in any society live. In a democracy like the United States, it is the voice of the people – their likes and dislikes – that form the lifeblood of daily existence, of a way of life. Popular culture is the voice of democracy, democracy speaking and acting, the seedbed in which democracy grows. Popular culture democratizes society and makes democracy truly democratic. It is the everyday world around us: the mass media, entertainments, and diversions. It is our heroes, icons, rituals, everyday actions, psychology, and religion – our total life picture. It is the way of living we inherit, practice and modify as we please, and how we do it. It is the dreams we dream while asleep“.