13 Ottobre 2013 05:10

Charlie Chan, poliziotto cinese

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Il giornalista e scrittore Earl Derr Biggers (1884-1933) per sfatare il mito del cinese maligno, infido, trafficante e magari un po’ criminale, ideò negli anni Venti, col pericolo giallo già alle porte, un singolare protagonista dei suoi romanzi polizieschi, Charlie Chan, ispettore della Polizia di Honolulu (all’inizio era solo sergente), un cinese serio, tranquillo, riflessivo, capace di ragionare e quindi di risolvere i casi che gli si presentavano. Debuttò in un romanzo nel 1925, primo di una serie, sei in tutto, interrotta dalla prematura scomparsa dell’autore. Questo originale poliziotto aveva l’abitudine di infiorettare le parole con aforismi, proverbi e citazioni varie spesso tratte da grandi pensatori, meglio se cinesi, charlie_chanma talora anche banali seppure attribuite a Confucio, del tipo: “Un uomo senza nemici è come un cane senza pulci”, oppure “Un cattivo alibi è come il pesce, non resiste alla prova del tempo”, e così via. Charlie Chan divenne popolarissimo grazie ai molti film che ha ispirato, soprattutto quelli (oltre 15) interpretati da Werner Oland, un attore svedese perfetto nel ruolo di un cinese. Alla sua morte, la serie di film continuò con altri attori, soprattutto Sidney Toler, ma anche un Peter Ustinov nel 1981. Dopo il cinema arrivarono i fumetti: come altri eroi di carta, da Tarzan a Zorro, da James Bond ai personaggi di Edgar Allan Poe, saccheggiati dal cinema e poi narrati con suggestive immagini da Crepax e da Battaglia, anche Charlie Chan è giunto nel mondo delle nuvolette, grazie ad Alfred Andriola che dal 1938 ne disegnò le avventure per circa cinque anni. Il Charlie Chan dei fumetti è la copia fedele del personaggio letterario, soprattutto fisicamente: cappello in testa, occhi a mandorla, baffi spioventi e uno sguardo spesso enigmatico o ironico, sembra a tratti il Maigret di Simenon, se non altro per il modo lento e tranquillo con cui conduce le indagini. Le storie sono originali, sempre ricche di citazioni e richiami letterari o filosofici, e il nostro poliziotto svolge il suo lavoro senza fretta. Non ci sono sparatorie o inseguimenti in auto come nel giallo o nel fumetto d’azione, ma abbondano le riflessioni, gli indizi da scoprire, i colpi di scena. I cattivi però sono sempre gli stessi: trafficanti di oppio, di dollari o di armi, banditi spericolati, banchieri spregiudicati, il tutto quasi sempre nell’esotico e insolito scenario delle Hawai, in anni in cui i cinesi cattivi erano di casa nelle Chinatown di New York o San Francisco. (Carlo Scaringi).

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