Tra l’estate che sta finendo e l’autunno dietro l’angolo, la casa editrice Bonelli sta proponendo varie novità, anche per risvegliare l’interesse di un pubblico distratto non solo dalla crisi ma anche dall’avanzata di nuove forme di comunicazione tecnologica. All’inizio dell’estate è arrivato Dragonero, una serie fantasy ideata da Luca Enoch, che dopo qualche incertezza iniziale ora sta decollando, con personaggi e storie intriganti e originali. Nel prossimo ottobre inizierà invece “Orfani”, una serie tutta a colori, ideata da Roberto Recchioni, che trasporterà il lettore in una lontana dimensione da dopobomba, ma non cadente e quasi medievale che troviamo in Brendon, e neppure in quello futuribile di Nathan Never. In Orfani ci saranno violenza, guerre, passioni, tecnologia, intrighi e tutti gli ingredienti delle migliori avventure. Il colore sarà una delle caratteristiche di questa serie, ma non sarà una novità perché, dopo i numeri “centenari”, ora viene usato per gli eroi più seguiti, in alcuni albi periodici di Tex, Zagor e Dylan Dog. Per chi ama i vecchi fumetti, tutti in bianconero (anche se a fine Ottocento Yellow Kid era a colori, con tanto di camicione giallo) i colori riducono la suggestione delle storie. Forse non è il paragone giusto, ma i film più belli – dalla Dolce vita alla Corazzata Potemkin che mandava in bestia Fantozzi, ecc. – non sono a colori. Chiusa la parentesi, ecco arrivare Dylan Dog largamente rinnovato, dal numero 325 in uscita, e significativamente intitolato “Una nuova vita”. Ci saranno una copertina nuova, più moderna e ariosa, bella quanto le precedenti, suggestive e magari inquietanti, nuovi personaggi (un cattivo che ricorda Xarabas di lontani albi) e una grave perdita, nel senso che l’ispettore Bloch andrà finalmente in pensione, ma non in disarmo. Inoltre la collana del personaggio creato da Tiziano Sclavi sarà curata da Roberto Recchioni, un passato alla Eura Editoriale e un presente alla Bonelli. Con lui ci sarà Franco Busatta, altra colonna della Bonelli. Novità infine nell’Almanacco dell’avventura, in edicola da qualche giorno. Il volume di 240 pagine a colori presenta un doveroso omaggio a due protagonisti del fumetto italiano, Decio Canzio e Sergio Toppi. Canzio, a lungo direttore generale della Bonelli, è stato un grande sceneggiatore e ha diretto la casa editrice con la competenza del professionista e l’impegno dell’appassionato. Con quel nome, e in età matura anche il portamento, da senatore romano, Decio Canzio è rimasto spesso dietro le quinte, ma ha svolto un lavoro prezioso per la Bonelli e il fumetto italiano. Al pari di Sergio Toppi, grande disegnatore, schivo, riservato, ma unico nel far vivere personaggi dell’immaginario (e talora anche della realtà) con quel suo tratto quasi da miniaturista antico, preciso nei particolari. L’Almanacco li ricorda riproponendo tre storie apparse oltre trent’anni fa nella collana “Un uomo, un’avventura”. Si tratta di tre viaggi in mondi tra loro molto lontani e diversi, che Canzio e Toppi ricostruiscono con bravura e fedeltà storica, passando dall’Uomo del Nilo, all’Uomo del Messico (Pancho Villa e Zapata), all’Uomo delle paludi, in un caleidoscopio di sensazioni che fanno di queste storie dei veri capolavori. (Carlo Scaringi).