12 Settembre 2013 05:33

Falce e Fumetto!

copertinaFALCE E FUMETTO
Storia della stampa periodica socialista e comunista per l’infanzia in Italia
a cura di Juri Meda
Edizioni Nerbini

Un saggio che meriterebbe un convegno apposito.
Non possiamo limitarci a leggerli i fumetti, cari appassionati. Dobbiamo anche riflettere di come e quanto quest’arte straordinaria ha inciso nella storia civile di un Paese. Ma non spaventatevi. Questo intelligente lavoro di scavo di Juri Meda che affronta la storia particolare della stampa per l’infanzia della sinistra (tra la fine dell’800 e l’inizio del ‘900) è ben lungi dall’essere noioso o professorale. E’ scritto con un linguaggio rapido, moderno pur essendo profondo e documentato.
Pochissimi studiosi si erano cimentati, fin’ora, in questa sfida. Male, perché raccontando la storia delle strenne e periodici dei movimenti socialisti e comunisti si comprende più facilmente la Storia italiana e i processi di politicizzazione dell’infanzia del XX secolo.
Meda affronta con lucidità i “modelli d’infanzia” al quale queste pubblicazioni si ispiravano e come questi modelli cambiavano nel tempo, si adattavano alle nuove esigenze che le vicende storiche imponevano o suggerivano.
immagine 1E’ impossibile sintetizzare un libro di oltre 330 pagine, che copre il periodo tra il 1893 e il 1965. Possiamo dirvi che le vicende della stampa socialista e comunista per l’infanzia sono stati suddivise in tre parti, corrispondenti ad altrettanti periodi storici:
1. La stampa tra la seconda e la terza Internazionale (1893-1930). E’ il periodo più difficile, è la lotta contro il fascismo.
2. La stampa tra il dopoguerra e il boom economico (1945-1965).
3. La stampa per l’infanzia in Europa, in particolare nella Repubblica Democratica Tedesca.
Meda ha fatto un gran lavoro di “ricostruzione”, aiutato dagli ottimi contributi di Fabiana Loparco (che ha curato anche l’Appendice iconografica), Marco Fincardi, Ilaria Mattioni, Sara Mori, Lorenzo Repetti, Leo Goretti e Nicola Spagnolli.
Badate che le tematiche affrontate nel saggio sono attualissime. Anche oggi, chiunque voglia editare fumetti per l’infanzia deve porsi le stesse domande di allora: A che modello mi ispiro? Che pubblico voglio raggiungere? Che messaggio voglio trasmettere?
Nel periodo storico considerato dal libro bisogna sottolineare che, in realtà, non esisteva un “modello d’infanzia” univoco. C’era un modello “adultizzante”, che si limitava a trasmettere formule di propaganda; un modello “borghese”, quello per intenderci alla De Amicis; un modello “comunista”, che soprattutto in antitesi alla corrispondente e debordante propaganda fascista verso i giovani, vira verso l’antagonismo. immagine 2Non si chiedeva più d’essere dei “bravi bambini” ma dei “piccoli sovversivi”. Naturalmente, a fine guerra, questo modello non era più attuale e si suggeriva di diventare dei “bravi pionieri”, piccoli proletari con coscienza di classe.
E’ interessante sapere che i protagonisti dei racconti pubblicati dalla stampa socialista (realizzati da maestri/e socialisti) erano, per i primi 20 anni del Novecento, dei conformisti in miniatura. Dovevano affrancarsi dalla subalternità culturale del ceto popolare. Meda centra bene questo aspetto: “ Essi dovevano cessare di incarnare lo stereotipo del piccolo popolano ignorante, ritardato, pestifero e indisciplinato e dimostrarsi bravi bambini e brave bambine, in grado di competere in tutto e per tutto con i loro coetanei e coetanee che vestivano alla marinara…”.
In buona sostanza dovevano elevarsi più che parificarsi.
Altra domanda (attualissima anch’essa), conseguente al “modello”, è: chi erano i lettori di questa pubblicazioni? L’autore distingue due categorie: i “lettori ideali” e i “lettori reali”. Nel caso, per fare un esempio, della strenna Figli del Popolo (1893) i mediatori erano essenzialmente adulti.
immagine 3La storia raccontata da Meda e dagli altri autori si dipana con lucidità negli anni e nelle pubblicazioni, dalle strenne tardo ottocentesche (Figli del Popolo e Strenna Minima Socialista) ai numeri unici del primo Novecento (I Maggio dei Fanciulli e Alba di Maggio). Si analizzano i periodici prefascisti (Il Germoglio, Cuore e Il Fanciullo Proletario) fino a giungere al mitico Il Pioniere.
Un viaggio attraverso la storia che vi consigliamo di leggere. Scoprirete vicende inedite e riconoscerete i racconti dei vostri nonni. Leggetelo con calma, un capitolo al giorno, come ho fatto io nel mese di agosto e non ve ne pentirete.

[Recensione di Nico Vassallo]

FALCE E FUMETTO
Storia della stampa periodica socialista e comunista per l’infanzia in Italia
a cura di Juri Meda
Edizioni Nerbini

(336 pagine – Euro 27,00)