Riceviamo da Massimo Becattini, che ringraziamo, e condividiamo: Il 12 luglio 2013 è venuta a mancare a Milano Fiorella Domeneghini, grande scrittrice, giornalista, pubblicista di successo come il padre, Anton Gino, con cui – ancora giovanissima – aveva collaborato nella realizzazione di uno dei massimi capolavori del cinema d’animazione LA ROSA DI BAGDAD, vincitore del primo premio, nella sezione ragazzi, del Festival del Cinema di Venezia, nel 1949. Fiorella si è occupata con successo di narrativa e di pubblicità, ottenendo importanti riconoscimenti per le campagne eseguite per ENIC o per altri enti pubblici. I suoi particolari interessi, legati alla negromanzia e alle scienze occulte, sono alla base di alcuni suoi libri che le hanno dato risonanza mondiale. Dopo la morte del padre, avvenuta nel 1966, aveva continuato a lavorare su alcuni progetti cinematografici di lui, rimasti incompiuti. Tra questi, ricordiamo il libro (e lo Script) per il film L’ISOLA FELICE destinato ad essere realizzato in collaborazione con lo studio Disney e, soprattutto il progetto ONCE UPON A TIME, che prevede una realizzazione mista (attori live + animazione). Il film è un interessante tentativo di conciliare la tradizione nordica dell’albero di Natale, con quella mediterranea del presepe. Fiorella si è dimostrata anche una donna di straordinaria forza di carattere, capace di sopportare la tragica fine dell’unico figlio Daniele, morto in circostanze drammatiche. I miei ricordi di lei sono indissolubilmente legati a LA ROSA DI BAGDAD; volendo raccontare in un documentario l’avventurosa storia di questo film, ho trovato in lei una preziosissima miniera di ricordi e aneddoti, che ho potuto inserire nella storia del film. Anche l’insieme degli scritti, delle memorie e delle lettere di Anton Gino e degli artisti che avevano collaborato al film, erano parte del suo prezioso archivio. Ho saputo della sua scomparsa solo alcuni giorni dopo, ma l’emozione è stata ancor pìù violenta, come se tutto un mondo legato al pionierismo del cinema d’animazione italiano fosse venuto improvvisamente a mancare. Come consolazione, continuo a rivedere il girato della sua intervista del 2010, anche le parti non montate, dove, liberandosi per un momento del ruolo, tirava fuori il suo accento meneghino e ti ridimensionava subito…. Massimo Becattini