19 Giugno 2013 14:40

Jac: Gionni Peppe e Gionni Lupara

jacovitti 1Che dire di Jac “spina di pesce”, il noto soprannome che Jacovitti utilizzava come “firma”?

La sua produzione è sterminata, il suo nome è internazionale, il suo stile unico ed inimitabile.

Inizia la carriera nel 1939 (sulla rivista satirica fiorentina “Il Brivido”), la finisce, come tutti i grandi fumettisti, alla sua morte, il 3 dicembre 1997.

Quasi 60 anni di personaggi, di polemiche, di “prese per i fondelli”, di esilaranti vignette.

Solo qualche flash. Lavorò 30 anni per il giornalino cattolico Il Vittorioso; lavorò per Il Giorno dei Ragazzi (supplemento de Il Giorno) per il quale, nel 1957, inventò Cocco Bill; collaborò con Il Quotidiano (giornale dell’Azione Cattolica); collaborò con Federico Fellini (Il Travaso delle Idee); dal 1969 al 1992, lavorò per il Corriere dei Piccoli (ricordate Zorry Kid, la parodia di Zorro?); intanto, dal 1978, lavorava anche per Il Giornalino delle Edizioni Paoline.

Attraversò epoche, attraversò “generi”, anche quelli sessuali col Kamasultra con Marcello Marchesi.

jacovitti2Ingordo della vita della quale coglieva la stupidità, l’imperante conformismo, la prevalenza dei cretini, le contraddizioni del potere.

Ma la sua non è mai stata, a mio parere, una vera e propria critica sociale quella per intenderci con chiari obiettivi politici, “educativi”. Semplicemente la vita lo faceva ridere. E quindi, ne ha fatto riderne anche noi!

E che dire di questo volume che non abbia già scritto, nella sua intelligente ed attenta prefazione, uno come Luca Boschi? C’è poco da aggiungere. Solo due considerazioni.

La prima è che, tra i “generi”, quello scelto è la malavita, il mondo dei gangster di Gionni Peppe e Gionni Lupara. Che poi sono la stessa persona che prima parla in un dialetto romanesco “grottesco” e poi (dopo un’iniezione di siculina) in un dialetto siciliano “grottesco”.

La seconda indicazione è che queste tavole rappresentano la collaborazione (1973-1974) con LINUS, la leggendaria rivista, nata nel 1965, studiata da intellettuali, divorata da sociologi e studiosi di estetica..tutti un po’ di sinistra, compresi i propri lettori.

Passarono anni prima che quell’anticonformista, qualunquista, democristiano un po’ fascista (quante etichette gli appesero addosso… per forza rideva!) di Benito Jacovitti fosse accolto nell’intellighenzia del fumetto. Ma quando Oreste Del Buono ne diventa il “capo” , accoglie quel pazzo anarchico (ch’egli considerava l’Al Capp italiano) e Gionni Peppe comincia a divertire anche i compagni.

jacovitti 3Ma attenzione! Non crediate che “Lisca” cambi opinioni. Alle sue tavole strapiene di lettering affianca ai salami, vermi, piedi, ossa (insomma, tutto il repertorio), scritte, manifesti, battute folgoranti di satira politica. Memorabili il suo “Raglia, raglia Giovane Itaglia” o “sono una mucca per colpa della società”.

Storie parallele, narrazioni in contemporanea nella stessa vignetta! Non ho ancora capito come facesse, come riuscisse a far entrare tutto in un fumetto. Ma ci riusciva.

Nella pubblicazione di NPE, queste storie sono state rilegate, per la prima volta, in un unico, esilarante volume… a colori.

[Recensione di Nico Vassallo]

JACOVITTI

GIONNI PEPPE e GIONNI LUPARA

Prefazione di Luca Boschi- Articolo di Andrea Sani

NPE Nicola Pesce Editore (Euro 19,90) – (pagine 128)