Ci sono autori, nel cinema soprattutto, ma anche nella letteratura o nella pittura, che vengono rivalutati o riscoperti a distanza di anni, e le loro opere riconosciute spesso come piccoli capolavori. Gli esempi non mancano, da Totò con il suo umorismo stralunato e pungente, ai film della commedia all’italiana pieni di supplenti e infermiere, di coscialunga naturalmente, a quelli di Peppone e Don Camillo, a lungo ignorati dalla critica, a quelli di Bud Spencer e altri. Nel mondo delle nuvolette si possono ricordare gli albi bonelliani, e simili, per troppo tempo collocati nel limbo del fumetto popolare mentre erano, e sono, fumetti d’autore. Anche Magnus, ovvero il bolognese Roberto Raviola (1939-1996), non è sfuggito alla regola, forse perché negli anni Sessanta aveva disegnato, su testi di un altro grande autore come Luciano Secchi, o Max Bunker come si firmava, storie di facile consumo, da Kriminal a Satanik in cui un porno rosa si mescolava con una salsa horror, oppure come Alan Ford, la più geniale di tutte. Gli editori a quel tempo non andavano in cerca del fumetto d’autore ma solo di personaggi facili, dal successo immediato e soprattutto popolari, senza troppi problemi. Se ne approfittavano anche per pagare il meno possibile gli autori, costretti spesso a un superlavoro per vivere. Fu così che – conclusa dopo una decina di anni la vita editoriale dei due personaggi in “k” – Magnus ideò, all’inizio con la complicità di Francesco Guccini, il personaggio dello Sconosciuto, un singolare avventuriero che sin dal nome, Unknow, nascondeva la sua identità e il suo passato in giro per mezzo mondo. Sono storie dove mistero e guerra, violenza e spionaggio, disperazione e speranza si mescolano in intrecci ben raccontati e meglio disegnati. Lo Sconosciuto ha permesso a Magnus di compiere quel salto di qualità, passando dai prodotti di consumo a quelli d’autore. Il personaggio però non divenne mai popolare tra il grande pubblico, malgrado le ripetute ristampe in antologie varie, compreso un ponderoso volume edito da Einaudi una ventina di anni fa. Adesso la Rizzoli-Lizard ne propone alcune storie in “Lo Sconosciuto racconta”, un breve viaggio nell’universo di un maestro del fumetto che forse ha avuto il torto di non essersi mai legato a un unico personaggio. Ma in compenso ha realizzato alcuni capolavori, dallo Sconosciuto a Tex, proposto nella collana dei “Texoni” della Bonelli, con tavole straordinarie, precise, quasi incise più che disegnate, che ci hanno dato forse l’immagine più realistica del celebre Ranger e del vecchio West. Ma anche le prime storie di Alan Ford, grottesche, caricaturali, al limite demenziali, sono dei piccoli capolavori, degni di venir riproposte in un volume di circa mille pagine allegato ai settimanali Mondadori, cui se seguiranno altri ogni mese. (Carlo Scaringi).