16 Aprile 2013 15:56

Pazza da uccidere, con colpo di scena

pazza1La Pazza in questione è una ragazza, Julie, appena dimessa da una casa di cure psichiatriche, che viene assunta da un miliardario filantropo (con la fissazione di aiutare le persone in gravi difficoltà) come babysitter del suo nipotino. E’ da uccidere, perché difende il bambino dal rapimento ad opera di feroci criminali, attraverso un viaggio-fuga in Francia, dove rivela doti insospettate di coraggio, incoscienza ed eroismo, fino allo straordinario colpo di scena finale. Soprattutto il capo dei cattivi, uno spietato killer malato ma implacabile, è più difficile da fermare di un terminator.

Fin qui tutto bene: sono i fumetti che mi piacciono, quelli che si leggono tutto di un fiato, con continue situazioni di crisi, sciolte da una soluzione credibile, pericoli che si evitano all’ultimo momento immergendo completamente il lettore nell’atmosfera di tensione.

Chiudi il volume, lo riponi nella tua collezione e vieni assalito dal pensiero di non averlo letto tutto. Anzi, di non averlo letto per niente! Lo riapri e scopri un libro a diverse dimensioni, che sfogli come la cipolla di Ibsen.

pazza2Scopri per esempio, che i personaggi di Jean-Patrick Manchette (1942-1995) sembrano scritti per una pièce teatrale brechtiana e recitano come gli attori di Brecht. I personaggi non partecipano emotivamente ma “presentano” i loro personaggi in una dimensione di straniamento che ha fatto la fortuna del teatro della fine del ‘900. Non vivono, “insegnano” piuttosto, anche se ciò che comunicano è un mondo dove la crudeltà è una dimensione della normalità, l’inevitabilità di un destino asettico, non predisposto da nessuna Parca. Non esiste Dio, esiste l’infelicità piuttosto! Immersa nell’espressionismo, ma quello fatalistico non quello titanico.

Questo intreccio di destini viene illustrato da un altro autentico genio come Jacques Tardi, con tavole piane di china raffinata, in formato francofono (non mi stanco di ripeterlo: la genialità di un disegnatore non sta nell’esplosione ad ogni costo della vignetta ma nell’efficacia della sequenza. Lì sta la poesia!). Tardi si che partecipa “simpaticamente” alla rappresentazione. I suoi personaggi sono maschere paffutelle o sottili, che comunicano, senza infingimenti, il predominio della sofferenza, la sua essenzialità sia nelle mutilazioni dei corpi che delle anime.

pazza3Un’algida indifferenza, un miracolo d’essenzialità in bianco-nero. Bellissime visioni di Parigi spiate spesso attraverso i vetri di una finestra. Memorabile la sequenza finale ambientata in un luogo che sembra Casa Batllò di Gaudì.

Un pazzo geniale questo Tardi che, di recente, ha rifiutato la Legion d’Onore (la più alta onorificenza della Repubblica francese), dichiarando la sua volontà di “restare un uomo libero”.

Sapete i libri che non potete fare a meno di rileggere spesso nella vita? Pazza da uccidere, è uno di questi.

[Recensione di Nico Vassallo]

PAZZA DA UCCIDERE

di Manchette- Tardi

COCONINO PRESS- FANDANGO (Euro 17,00)