Sabato scorso, a Torino Comics 2013 ho seguito con interesse una lezione dimostrativa, tenuta da Marco Natale che è uno degli insegnanti della scuola iMasterArt e, a quanto ho potuto vedere, è character designer, illustratore e mago del programma Photoshop.
Natale ha spiegato il proprio metodo di approccio al programma (sì perché, come ha voluto specificare, ognuno ha il suo metodo), che lo porta a utilizzare un unico pennello modificato durante le fasi della lavorazione. Non solo: il programma permette una personalizzazione tanto dettagliata da consentire all’utilizzatore di impostare gli strumenti a proprio piacimento, rendendo unica la sua “tavolozza” virtuale.
Mano destra sulla tastiera e penna ottica nella mano sinistra, l’insegnante ha raccontato qualche trucco del mestiere, portando l’esempio pratico di un’illustrazione realizzata sul personaggio Marvel, Iron Man.
Barare. Mi è parso un buon consiglio, per approcciare problematiche di resa dell’illustrazione. La maschera di Iron Man è gialla con gli “occhi” accesi. Bene: mettiamola in controluce, in modo che ci sia un’ombra e che la luce bianca degli occhi non si mescoli col giallo.
Pensare al personaggio. Anche questo è un ottimo approccio: l’artista che, durante il disegno, pensa non solo alla realizzazione del disegno stesso, ma si concentra sul personaggio, su cosa sta facendo, sul motivo per cui lo fa, riesce a portare nella tavola finale la dose di “carattere” che rende il tutto più credibile e, aggiungo io, più personale.
Flippare l’immagine. Questa me la ricordavo dai tempi dei corsi con Massimiliano Frezzato allo IED (si parla della metà degli anni ’90): una volta fatto un disegno, è consigliabile flipparlo orizzontalmente in Photoshop per vederlo al contrario (una volta, banalmente, si guardava il foglio in controluce) e controllare se funziona ancora. Per qualche secondo, il nostro cervello vede il disegno flippato come un disegno “non nostro” e ci possiamo rendere conto di problemi di cui non ci eravamo accorti perché assuefatti alla vista dell’immagine.
Seguire un processo. Marco Natale, dopo aver lavorato su composizione e forme, passa alla gestione dei volumi, tenendo gli stessi in scala di grigi e la cosa torna molto utile, per esempio ancora sull’armatura di Iron Man, perché il rosso e il giallo che la compongono, sono agli opposti nella scala stessa: il rosso risulta come un grigio scuro e il giallo come un grigio chiaro. Qui si entra nel tecnico e dovete avere un minimo di formazione sul programma, ma il metodo di Natale mi pare votato alla semplicità: dopo la lavorazione in scala di grigi, l’artista crea un nuovo livello in modalità “colore” che rispetta non solo i bianchi e i neri dei livelli inferiori, ma anche i volumi influendo sui toni di grigio. Infine, con altri livelli in modalità “sovrapponi”, “luce vivida” o “luce intensa”, gestisce la luminosità del tutto.
Insomma, io ho provato a raccontarvi la lezione cui ho assistito, ma se volete approfondire, vi consiglio quantomeno una visita sul sito della scuola.
In ultimo, chiedo venia per la qualità della fotografia che ho dovuto scattare col cellulare (la macchina fotografica è rimasta a casa, sabato) e vi rimando alle certamente migliori immagini che ha scattato Gianfranco Goria e che trovate qui, qui e qui.