6 Marzo 2013 01:52

Eva Kant, una vita con Diabolik

EvaKant-photoGoriaLa sua apparizione – mezzo secolo fa, nell’albo n. 3 di una collana iniziata nel novembre 1962 – è di quelle che lasciano il segno. Alta, bella, bionda, occhi verdi, affascinante e intrigante, Eva Kant entra in un grande albergo, ammirata e omaggiata dal personale. Potrebbe essere una dark lady dei vecchi fumetti, o una diva del cinema, ma un’ombra oscura  il suo passato di fresca vedova di un ricco ambasciatore morto in circostanze non troppo chiare. E’ pur sempre una signora – anzi una Lady, come la chiama il personale – una ricca ereditiera che viaggia con gioielli e diamanti al seguito. Quanto basta per suscitare la curiosità di Diabolik, sempre pronto a compiere imprese impossibili. Questa volta però ne uscirà sconfitto, anche se, pur perdendo il bottino, conquisterà il cuore della bella signora. Il loro incontro, nella stanza di Eva, ha forse toni melodrammatici (del resto nei primi albi le sorelle Giussani abbondavano in citazioni da Fantomas e compagni del primo Novecento), con il celebre ladro subito stregato dagli occhi della donna: “Forse sto commettendo il più grave errore della mia vita” le dice scoprendo il suo volto “ma amo il rischio”. Ed Eva quasi gelida: “Anch’io”. Sono piccole schermaglie, Diabolik dimentica che era venuto per rubare il diamante prezioso e alla fine se ne va, forse sconfitto, ma con una vittoria molto più importante: il cuore e l’amore di Eva Kant. Da quei giorni e da quell’albo sono passati giusto cinquant’anni, e la loro unione è sempre solida, al di là di qualche piccola crisi. Eva non è solo la compagna fedele, ma anche la complice che l’aiuta sul lavoro, l’assiste quando è ferito, lo consola quando è triste per qualche rara sconfitta, lo sostituisce sul lavoro nelle poche volte che è finito nelle mani di Ginko. Insieme formano una coppia perfetta, che si completa e si realizza sul lavoro. Ad entrambi forse manca qualcosa: a Diabolik una vacanza su un’isola lontana come anonimi turisti, a Eva un figlio, ma sa che è impossibile costretti sempre a un’eterna fuga, passando da un rifugio all’altro per evitare quel Ginko, ostinato come un segugio. Pazienza, la vita va avanti, un colpo dopo l’altro, un albo dopo l’altro, da mezzo secolo, con un successo straordinario per un fumetto nato artigianalmente, da un’intuizione di Angela Giussani (e di sua sorella Luciana), creatrici di storie originali, fantastiche, sorprendenti come quelle continuate in anni più recenti da alcuni dei migliori sceneggiatori italiani e disegnate da ottimi professionisti. Da tempo Diabolik è un mito, al pari di Tex e Zagor, un po’ più vecchi del re del terrore. E come tutti i miti è diventato immortale. (Carlo Scaringi).