Con una prima tiratura di 450.000 esemplari (tiratura che si presume verrà ulteriormente rinforzata) la nuova avventura della serie Blake et Mortimer, creata una sessantina di anni fa da Edgar Jacobs (15 milioni di copie vendute nel mondo), straccia, in Francia, tutti gli altri libri questa settimana, comprese le famose (e di tutt’altro genere) Cinquanta Sfumature, secondo Livre Hebdo, e senza nemmeno l’aiuto di una versione cinematografica in giro. L’albo, ambientato nel 1954 e del quale abbiamo già parlato su afNews, è Le Serment des Cinq Lords (Il Giuramento dei Cinque Lord) e porta i lettori a conoscere Lawrence d’Arabia attraverso i nostri due eroi. E a scoprire il mistero della sua morte! Bella storia, in linea con lo stile classico di questa serie. Il formato a tre strisce per pagina ha consentito, nella 
versione francese, di realizzare anche un albo orizzontale e si presta ad altre presentazioni in digitale. L’atmosfera generale, oltre all’intrigo che venne così schematizzato dalla scheda italiana del libro “… quali saranno i punti salienti, se il denaro, una vendetta, una donna, un tradimento… Le notizie sono sempre poche e la suspense aumenta, vista la popolarità di questa serie. Ma ogni volta l'attesa non viene delusa. Di questa storia sappiamo solo che ci sarà un nuovo personaggio, il professor Diging e che si tratta di un enigma poliziesco, con morti e furti. Si sviluppa tra Londra e Oxford e sarà così un pretesto per tornare, questa volta, alla giovinezza di Francis Blake, così come in un albo precedente alla giovinezza del professor Mortimer. È un albo al 100% British, legato al più vecchio museo universitario del mondo, l'Ashmolean Museum of Art&Archeology…”, l’atmosfera, dicevamo, è “colorata” dalla neve che cade e ricopre tutto… Da leggere sotto Natale, al calduccio.
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Mi felicito per le vendite, ma sulla qualità della storia mi permetto di sollevare qualche dubbio.
Il volume è editorialmente impeccabile (un bravo ad Alessandro, come sempre), la storia è godibile, abbastanza ben disegnata (anche se Juillard continua a sembrarmi poco a suo agio con B&M e Benoit era molto meglio) ed eccellentemente colorata.
Ma il vero problema è la mancanza del "tocco alla Jacobs".
Facendo un raffronto con altre continuazioni di serie storiche, dovrei contentarmi che dei personaggi di EPJ non sia stata fatta carne da macello (vedi certi Asterix o Spirou), ma resta il fatto che questo albo non va oltre l'essere un gradevole "riempitivo".
Più che una avventura alla Jacobs, abbiamo un giallo alla Agatha Christie (un tipico whodonit all'inglese).
Jacobs ci aveva abituato al gigantismo, ad invenzioni fantascientifiche e a cattivi pronti ad asservire il mondo (qui latita anche un certo colonnello dal nome danese…)
Non nego la gradevole lettura (a me il giallo all'inglese non dispiace di certo) e il rispetto formale dei personaggi, ma, per il resto, manca tutto quello che dovremmo essere abituati a ritrovare in un B&M.
A me piace. Va, tuttavia, detto che non mi aspetto mai "avventure scritte e disegnate come se fossero fatte da Jacobs (e amico)", visto che il creatore è morto e che, comunque, anch'egli ha cambiato stile col tempo, per non parlare della importante influenza del suo amico, morto anch'egli, nella stesura delle sceneggiature. Forse ci tocca abituarci a valutare i racconti legandoli ai singoli autori (non a caso, forse, così vengono raggruppati gli albi nell'indice in quarta di copertina) e non al "mito". Questa specifica storia la leggo con piacere, in particolare nel formato a striscia in francese, e mi piacciono le ambientazioni grafiche, mi piace la neve che cade, mi gusta l'intrigo e di più non dico per non togliere i colpi di scena ai lettori. Ovvio che se voglio , invece, rivivere le emozioni della mia gioventù, mi riprendo in mano Il Marchio Giallo, o la Piramide, o Atlantide, o la Trappola Diabolica e… sogno. Ma chissà se i lettori di oggi hanno gli stessi gusti di un vecchietto come me?… :-)