6 Dicembre 2012 01:35

Malattia, vecchiaia, morte e suicidio nel fumetto Disney

Disney Casty suicidioMalattia, vecchiaia e morte. Angosce essenziali degli esseri umani che spinsero il signor Siddhartha Gautama, attorno al 500 avanti Cristo, a cercare. per quelle, una soluzione definitiva che non fosse solo la terza, tanto più che, nella cultura in cui era nato, la morte dava inesorabilmente origine a una nuova rinascita, regalando, per così dire, una insopportabilmente infinita serie di malattie, vecchiaie e morti (un vero incubo). Quella ricerca lo portò a diventare “il Buddha storico” e a proporre all’umanità la sua soluzione. Ma questa, come suol dirsi, è un’altra affascinante storia. Noi, qui e oggi, riflettiamo, invece, sulla presenza, o sulla assenza, di quelle angosce nel fumetto dedicato ai giovani lettori. Una sintetica riflessione, vista la natura velocemente transitoria del mezzo che stiamo usando per parlarne. Al di là delle Alpi questi temi, tutti (compreso il suicidio, anche non assistito), hanno trovato e trovano una loro collocazione in storie fatte con buon senso. Il classico Tintin, poi, serie nella quale si è sempre rappresentata la realtà vera, sia pure con un linguaggio adatto a ogni età, inserì un suicida in una delle sue avventure, e, come si sa, questo particolare argomento è particolarmente ostico, in specie nella cultura occidentale. Lo trovate a pagina 185 del volume 6 della versione italiana Rizzoli Lizard (click qui per trovarlo con lo sconto) e si tratta della delicata rappresentazione di un gesto nobile che, pur senza mai esplicitare il termine Disney suicidio2“suicidio”, offre ai giovani lettori uno spunto immediatamente comprensibile per la sua elaborazione interiore. Al di qua delle Alpi, uno dei luoghi editoriali più frequentati dai giovanissimi (pur se non l’unico) è, naturalmente, il settimanale Topolino con la sua sterminata produzione targata Disney. La targa in sé pone, oggidì, problemi di adesione a uno stile narrativo che tenga conto del concetto di “politically correct”. Questo, nella nostra cultura, sembra escludere a priori la rappresentazione di malattia, vecchiaia, morte e suicidio. In realtà dipende, a volte, dalla sensibilità e dalla capacità artistico-narrativa degli autori (quando non, forse, dalla momentanea distrazione di chi è addetto alla revisione dei contenuti delle storie). La Morte, per esempio, ha avuto una sua delicata e poetica collocazione all’interno dei “racconti attorno al fuoco”, ma i più esperti sapranno, immagino, trovarne altri esempi, sparsi qua e là nella lunga storia del fumetto creato dai Disney Italiani. E un discreto campionario di malattie (mai esposte in modo veramente drammatico) non manca di certo. La Vecchiaia, bè, si trova, certo, ma è una vecchiaia che non ha nulla da invidiare alla gioventù, a parte il colore dei capelli e qualche risibile acciacco, mentre, nella realtà, come ben sappiamo, può diventare una cosa molto difficile da sopportare, fisicamente e mentalmente. Quanto al Suicidio, eh, qui siamo proprio nel settore del tabù. Guai non solo a parlarne esplicitamente, neanche di quello assistito, figuriamoci del resto, ma nemmeno a suggerirlo con delicatezza (come nel caso citato del belga Tintin). Eppure… Almeno un esempio lo abbiamo trovato, nel Topolino 2519 del 9 marzo 2004, a pagina 15, in una bella storia di Casty disegnata dall’immenso Giorgio Cavazzano. La vignetta la vedete qui accanto. Disney suicidioIl testo è stato, evidentemente, “riveduto e corretto”, ma il disegno è ancora inesorabilmente esplicito: Petrus Nefaustus (pro-prozio di Gambadilegno), in preda a un vero disturbo depressivo, ha deciso di suicidarsi e sta mettendo in atto il suo progetto, non c’è alcun dubbio. Il masso che tiene in mano, pur se non v’è più traccia della classica corda che collega collo e pietra, lo dimostra. Scelta narrativa coraggiosa, in Italia e nel mondo Disney per ragazzi. O, invece, ce ne sono altri esempi, e si tratta solo di una normale rappresentazione della realtà, con la quali tutti gli esseri umani, anche i più giovani, devono imparare a relazionarsi? Qui entrate in gioco voi lettori. Inserite nei commenti a fondo pagina di questo articolo ulteriori esempi della presenza delle nostre umane angosce, malattia, vecchiaia, morte nelle sue svariate forme, suicidio compreso, nel fumetto italiano per ragazzini, almeno a partire dagli anni in cui il “politicamente corretto” è diventato un’abitudine consolidata. Potrà magari servire da base di partenza per gli studiosi del comportamento umano o dell’educazione dell’infanzia e della gioventù.

3 risposte a “Malattia, vecchiaia, morte e suicidio nel fumetto Disney”

  1. Nella lunga saga di Messer Papero di G.B. Carpi, c'è la morte del fratello di Lorenzo De' Medici, episodio storico. Ma ovviamente, durante la congiura dei pazzi, il fatto non viene rappresentato esplicitamente ma solo riferito dallo stesso Lorenzo.

  2. In "Topolino e il fantasma raffreddato", pubblicato sugli "Albi della Rosa" nel 1952, un personaggio muore colpito alla testa da un busto, ed è raffigurato con il sangue che gli cola dalla testa. La storia dovrebbe essere di Guido Martina, e disegnata da Giuseppe Perego.

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