21 Ottobre 2012 11:30

Celentano, animazione, disoccupazione italiana et al

OlrikMinaCelentanoPrendendo spunto dal recente trionfo mediatico riscosso da Adriano Celentano sulle reti Mediaset e riprendendo un tema di cui avevamo già accennato più volte su AfNews torno ad affrontare l’argomento ‘Adrian’, ovvero la ‘fantomatica’ (almeno fino ad ora) serie animata che il Clan del Molleggiato avrebbe dovuto presentare sulla pay tv Sky Uno e della quale sembrano essersi perse le tracce tra accuse e citazioni in giudizio reciproche. Anzitutto, basandomi sul cumulo di informazioni e comunicati apparsi sui media in questi anni ho tentato di ricostruire una provvisoria cronologia della vicenda fino ai giorni nostri, sperando di essere rimasto entro i limiti dell’oggettività e della correttezza. Dunque, nel 2008 Adriano Celentano concepisce l’idea di un progetto animato incentrato su se stesso, basandosi probabilmente anche sul buon riscontro avuto dal video ‘paperinesco’ con Mina per la canzone comune ‘Che t’aggia di’ http://www.youtube.com/watch?v=PyPDshwfwDY (diretto da Alessandro Carloni, ora in forza alla Dreamworks per cui dirigerà l’atteso ‘Me & My Shadow’, n.d.r.); nel 2009 si concretizza il contratto con la pay tv Sky Uno Italia che, pur non prevedendo un legame in esclusiva del Molleggiato con l’emittente di Rupert Murdoch (all’epoca il cantante era anche in trattative con la RAI), consente al Clan Celentano di varare un ambizioso progetto biennale che viene definito dall’ad dell’emittente Tom Mockridge: " … progetto imponente e innovativo, CelentanoManarache coinvolgerà eccellenze italiane e rappresenterà una tappa di rilievo per lo sviluppo dell’industria italiana dell’animazione»". Torneremo su questa impegnativa affermazione ma per il momento limitiamoci ai dettagli dell’operazione, almeno a quelli trapelati al pubblico: una serie a cartoni animati incentrata sulla vita del ‘Ragazzo della Via Gluck’ (titolo provvisorio iniziale) ma con libertà di spaziare sui suoi temi preferiti e concepita su 26 episodi da 26 minuti l’uno utilizzando la tecnica del 3D in Alta Definizione; la squadra inizialmente vede impegnati nella lavorazione oltre allo stesso Celentano, autore e regista, Vincenzo Cerami e altri sette giovani sceneggiatori italiani; Milo Manara che realizzerà i disegni dei personaggi e le scenografie principali; Enzo D’Alò in qualità (si suppone) di aiuto regista per il ‘Molleggiato’ e probabilmente anche quale coordinatore per conto del produttore esecutivo designato, ovvero quella Cometa Film con cui lo stesso D’Alò in quel periodo sta realizzando "Pipì, Pupù e Rosmarina" (con testi di Cerami) e che risulterà poi tra i produttori del suo lungometraggio in imminente (pare) uscita, ‘Pinocchio‘. L’entusiasmo è alle stelle: fioccano interviste in cui gli interessati si dicono certi del valore e della buona riuscita del prodotto, ma purtroppo dopo qualche tempo qualcosa nell’idillio s’inceppa (circolano voci di un pilota rifiutato dal Clan perché non aderente alla grafica di Manara, anche se francamente mi pare un pretesto un po’ esile per giustificare la rottura): nel 2010 il Clan intenta una causa alla Cometa Film in seguito alla quale anche Enzo D’Alò abbandona la lavorazione della serie; Sky apprende la notizia tramite agenzia di stampa e si vede pure proporre uno slittamento delle consegne al 2012, giustificato – secondo lo staff di Celentano – dalla "complessità e innovatività del progetto". Per quanto non sia pratica così comune – come sosterrà in seguito il Clan – differire i tempi delle consegne (chiedano a chi nell’animazione ci lavora a tempo pieno e spesso si trovano col fiato dei clienti sul collo pur rispettando ogni scadenza e godendo di ben minore autonomia gestionale) Sky Italia, pur sostenendo di aver già versato al Molleggiato il 50% degli emolumenti pattuiti (7 milioni di euro su 13 totali, stando alle cifre rese pubbliche) accetta il rinvio e, anzi, il vice president Programming Sky Andrea Scrosati ribadisce piena fiducia nel progetto definendola "opera unica che coinvolge una squadra creativa eccezionale. Un progetto totalmente nuovo, l’ennesima dimostrazione dell’inesauribile vena artistica e capacità di innovare di Adriano Celentano. Ringraziamo Adriano per l’impegno straordinario con il quale sta seguendo il progetto. L’attenzione totale, la sua cura quasi “maniacale” per i dettagli sono la migliore garanzia della qualità finale del prodotto". Tanto più che nel frattempo alla produzione esecutiva è subentrata la MONDO Film di Orlando Corradi, realtà solida che parrebbe poter garantire la felice prosecuzione dei lavori. La nuova squadra ‘in campo’ viene così annunciata: Adriano Celentano alla regia coadiuvato dal veterano Maurizio Forestieri; Vincenzo Cerami alla supervisione delle sceneggiature realizzate da Gianni Biondillo, Vinicio Canton, Matteo Cerami, Giovanna Chiarilli, Marco Pettenello e ,dalla Scuola Holden di Alessandro Baricco, Davide Lisino, Mariella Martucci e Simone Laudiero; sui disegni di Milo Manara lavoreranno i disegnatori italiani della Mondo ma anche quelli nord-coreani dello Studio SEK, suo partner in varie produzioni animate, sotto la direzione dello stesso Corradi, di Gian Claudio Galatoli, Veronica Bonariva e Igor Chimisso. Pochi mesi dopo purtroppo si giunge a un’altra rottura, sempre comunicata tramite agenzie di stampa e con tanto di causa e controcausa e reciproche richieste di risarcimento danni per la rescissione del contratto; Sky, appresa la notizia, chiede conto al Clan sulla situazione ma viene rassicurata: la produzione della serie proseguirà gestita interamente all’interno del Clan, e alla domanda se parte di essa sarebbe stata inviata all’estero (magari in Corea, visto che con la Mondo si era fatto ricorso allo studio SEK) l’entourage di Celentano si affretta a precisare che si tratterà di una minima parte del lavoro, quella dell’animazione(!), mentre il grosso della produzione verrà realizzato in Italia e i tempi di consegna per inizio 2012 verranno rispettati. Nella biografia di Celentano inserita nella sua nuova App ufficiale, si può trovare tuttora anche un accenno sulla trama (ipotetica?) di ‘Adrian’: “[…]Il film d’animazione in 3D parte sul rintocco del capodanno 2025, una “fine del mondo” senza fine, alimentata dall’indifferenza verso un potere che promette “benessere e sicurezza”, e che in cambio toglie libertà. Metafora distorta del nostro mondo, ambientata in una Milano devastata e percorsa da killer senza volto, Adrian ci presenta il “Dissanguatore”, cinico boss, e Adrian, artigiano orologiaio che dal suo quartiere preservato dalla speculazione combatte solitario a fianco di Gilda, compagna di resistenza, di avventure e di fantasia contro l’invasione dei mostri di oggi e di domani […]. Malgrado ciò, a ridosso della scadenza il Clan torna alla carica richiedendo un nuovo slittamento, questa volta addirittura al 2014! A questo punto le parti collidono e le tesi divergono: "Dopo anni di duro lavoro alla nostra serie animata Adrian" – attacca il Clan in una nota – "che ha visto coinvolti grandi artisti (insieme con Celentano: Manara, Piovani e Cerami) ai più giovani talenti italiani (come gli sceneggiatori della scuola Holden di Baricco), Sky Italia ha improvvisamente richiesto la risoluzione del contratto sottoscritto con la nostra società, con il pretesto di non avere ricevuto in consegna la serie nei tempi previsti. Tempi – si sottolinea – «concordemente differiti da Clan Celentano e Sky Italia al 2013 (primi 13 episodi) e inizio 2014 (secondi 13 episodi), per la complessità e innovatività del progetto, come è già capitato per analoghe opere artistiche di eccezionale originalità, e la lunghezza della serie in animazione (26 episodi). Ciò – prosegue il Clan Celentano – ha fatto in spregio dei moltissimi materiali prodotti nel frattempo dal Clan, della qualità ricercata, del talento e della passione di chi lavora con noi alla realizzazione di un’opera di particolare ambizione, estrosità e fantasia come Adrian»

Sky ribatte che anzitutto "non ha affatto annullato ‘Adrian’ che è una produzione del Clan Celentano realizzata nella massima autonomia autoriale ed editoriale da Adriano Celentano e dal suo team. Sky ha semplicemente chiesto al Clan Celentano di consegnare le puntate di ‘Adrian’ come previsto dal contratto firmato nel 2009. In quella data infatti il Clan Celentano si era impegnato a consegnare a Sky tutte e 26 le puntate di ‘Adrian’ entro Febbraio 2011 [..] Sky ha semplicemente richiesto al Clan Celentano di adempiere ai suoi impegni e di consegnare le puntate di ‘Adrian’, in modo che l’opera possa essere messa in onda nell’interesse dei nostri abbonati […] Materiali o meglio puntate precisano – "che nessuno sin ad oggi ha mai visto, a parte i disegni" […] Sky ha garantito ad Adriano Celentano dal primo giorno di essere quell’uomo libero celebrato in una sua grande canzone, accettando di rinviare consegne concordate, qualcosa che si fa davvero di rado, così come ancora meno capita di scoprire dalle agenzie stampa che una produzione perde i pezzi per strada ... "

Fin qua la cronaca, almeno ciò che è stato possibile ricostruire basandosi su scarni comunicati e informazioni spesso imprecise o eccessivamente parziali sia nell’acritica fiducia nell’operazione ‘Adrian’ che nello stroncarla in nome di un ‘antiacelentanismo’ ideologico e a tratti stucchevole. La parola passerà ora agli avvocati (salvo improvvise riconciliazioni che non stupirebbero nemmeno troppo vista la ‘disinvoltura’ con cui è stata gestita l’intera vicenda) e magari molti dei comunicati qui riportati verranno smentiti o rielaborati; in attesa che si giunga a una qualche ‘verità’ o che magari ‘Adrian’ compaia e spazzi via dubbi e maldicenze, io propongo per una volta di non far passare tutto in cavalleria e provare a formulare qualche considerazione, o almeno a porsi qualche legittima domanda:

1) Ho cercato di immaginare come sarebbe potuto essere il ‘rivoluzionario’ Adrian ma non trovando altri esempi se non alcuni sporadici esperimenti animati come questo: http://www.youtube.com/watch?v=sxPDtzWtbXI vorrei ora augurarmi che la tanto sbandierata ‘innovatività’ di questa serie non si riduca ai temi da sempre sbandierati dal Molleggiato, dato che videoclip autopromozionali come il suddetto potranno anche apparire grandiosi a chi non conosce il campo o non ha visto nulla della recente produzione cinematografica; e quanto ai contenuti, bè piaceranno molto a chi già apprezza lo ‘stile Celentano’, ma agli altri? L’originalità è ben altro, e siccome la ‘mission’ originale del progetto annunciava che questa serie sarebbe stata qualcosa di mai visto prima (in tutti i sensi) mi riservo almeno il diritto, anche da abbonato Sky, di pretendere molto ma molto di più. Se così sarà prometto di essere tra i primi ad applaudire il risultato, altrimenti mi vedrò costretto a definire Adrian un clamoroso esempio di pubblicità ingannevole. Ah, e naturalmente mi aspetto che contribuisca fattivamente allo "sviluppo dell’industria italiana dell’animazione», come audacemente promesso da Sky Italia.

2) Domanda: è davvero possibile che dal 2009 a oggi nessun funzionario di Sky Italia abbia mai richiesto al Clan una riunione, un incontro o l’invio di materiale per verificare l’andamento dei lavori o anche solo si sia preso la briga di fare un salto a vedere a che punto fosse la produzione? D’accordo il prestigio di Celentano, ma con le cifre che c’erano in ballo i manager della pay tv si accontentavano di vaghe rassicurazioni? Su che basi dichiaravano che il progetto era ‘rivoluzionario’? In base a cosa sostenevano che tutto era "seguito fin nei minimi dettagli"? Soltanto sui comunicati ufficiali del Clan?! Se ciò fosse vero non riterrei molto affidabile una gestione che sgancia soldoni a scatola chiusa solo perché ha di fronte un ‘monumento della cultura popolare italiana‘: il ‘boss’ Flavio Briatore, protagonista di un reality proprio su Sky, boccerebbe di certo una gestione così ‘allegra’! Se invece è stata visionata la mole di ‘materiali’ che il Clan sostiene aver prodotto allora perché Sky non si limita a farglieli tirar fuori, se ritiene siano pubblicabili? E se non lo fossero, quale prova migliore dell’inadempienza del team di Celentano potrebbe trovare? Insomma, qualcuno potrebbe mostrarci qualcosa, per favore, in modo che ci si possa fare un’idea precisa di cosa sia MATERIALMENTE ‘Adrian’, oggi? In quanto al presunto rinvio al 2014, ci hanno insegnato tante volte che solo la carta ha valore in tribunale per cui la questione mi pare altrettanto semplice: se è stato stipulato un documento che ratifica tale proroga il Clan ha ragione, altrimenti ammesso e non concesso che vi fossero stati accordi verbali non credo che questi possano contare gran che in una causa processuale … o sì?

3) Io amo il cinema d’animazione e nutro profondo rispetto per i professionisti che ci lavorano. Per cui mi suscita sempre un certo fastidio notare quanto i media si sdilinquino in sviolinate ogni volta che un pezzo grosso del mondo dello spettacolo decide di ‘buttarsi nei cartoni animati’, anche perché raramente lo fa con reale cognizione di causa e in genere, potendoselo permettere, parte in quarta tra squilli di tromba caricando a bordo una sfilza di collaboratori ‘di richiamo’ i quali poi, se si andasse ad analizzare meglio, in genere danno il loro contributo soprattutto come musicisti, doppiatori o, quando va bene, sceneggiatori e disegnatori: insomma, in pre e post produzione mentre l’animazione seguirà vie occulte e spesso esterne al panorama professionale nostrano. Trovo quindi emblematica di questa mentalità anche il tentativo di rassicurazione operato dal Clan Celentano quando gli è stato chiesto se si erano rivolti ai coreani: "solo per una minima parte del lavoro: QUELLA DELL’ANIMAZIONE"!!! Mi prendo la piena responsabilità di questa affermazione ma ritengo che troppe volte, per chi questo settore lo concepisce solo come una parentesi della carriera, è facile confondere ciò che dovrebbe costituire la fase essenziale della lavorazione con altre sue componenti che hanno indiscutibile importanza per l’esito finale dell’opera ma che senza il ‘corpo animato’ non servirebbero a nulla. Io spero davvero che l’eventuale uscita sugli schermi di ‘Adrian’ mi smentisca, ma ho la netta sensazione che per il Molleggiato e il suo Clan conti soprattutto la promozione del ‘personaggio’ Celentano, a prescindere e a scapito di qualsiasi mezzo espressivo e linguaggio scelgano di utilizzare a tale scopo. Un tale approccio non può giovare di certo allo sviluppo del cinema di animazione, a meno che non si investano soldi e risorse in autentica ricerca e sperimentazione in campo tecnologico ed espressivo e questo, ribadisco, non mi pare proprio un contesto in cui ciò sia avvenuto.

4) Dato che MONDO FILM e COMETA FILM usano collaborare abitualmente con l’estero per la produzione dei loro lavori, non risulta un po’ ipocrita e autopromozionale da parte del Clan insistere tanto sull’italianità della loro operazione? Si è sempre parlato pochissimo dell’aspetto tecnico (Domande: cosa s’intende esattamente con 3D-HD? chi materialmente è stato preposto a realizzarlo? Le case di produzione chiamate in causa erano effettivamente le più referenziate per ottenere risultati utilizzando una tecnica del genere? Chi consigliava Celentano in merito a un campo con cui si cimentava per la prima volta?) e ha tenuto banco soprattutto ‘ciò che avrebbe detto Adriano’: un’operazione così autoreferenziale e ambigua sul piano realizzativo avrebbe dovuto secondo me lasciar intravedere parecchie crepe fin dall’inizio, invece anche da parte degli addetti ai lavori si è levato solo un coro di entusiasmo collettivo. Butto lì un’ideuzza demagogica: non avrebbe potuto/dovuto il Clan reclutare meno nomi celebri e impiegare i soldi in tal modo risparmiati per far lavorare giovani professionisti nostrani, sottraendoli anche all’anonimato cui sono condannate in genere le maestranze? Ha ricevuto suggerimenti in merito dai professionisti dell’animazione con cui ha lavorato oppure ciascuno ha badato a innaffiare il proprio orticello e stop? Sarebbero domande oziose se non parlassimo di Adriano Celentano, ovvero di Joan Lui, del Re degli Ignoranti che da sempre dice di battersi contro tutte le ingiustizie per aiutare i giovani e gli oppressi: ecco, forse questa sarebbe stata una buona occasione per coinvolgere in un grande progetto artisti che troppo spesso vengono solo sfruttati da un sistema produttivo italiano che solo in rari casi ragiona a lungo termine e rispetta le proprie professionalità. Forse perché anche mal consigliato da chi aveva intorno non mi pare che Celentano abbia utilizzato questa occasione per creare nuovi posti di lavoro, a meno che non abbia creato un proprio studio di animazione e allora gli domando sin d’ora perdono per l’insinuazione. Il fatto è che su questa operazione sorge forte il dubbio che ci abbiano mangiato in molti, e se il Molleggiato è stato danneggiato da coloro con cui ha lavorato dovrebbe farlo sapere anche per mettere in guardia futuri investitori e soprattutto i lavoratori affinché evitino di farsi coinvolgere da progetti fallimentari. Anche in questo caso basterebbe visionare ciò che è stato prodotto fino ad ora per rendersi conto se a lamentarsi ha ragione Celentano, le aziende che hanno lavorato con lui o se ogni parte ha colpe di cui forse sarebbe ora il caso di rendere conto. Una sincera assunzione di responsabilità potrebbe essere molto più educativa di tanti sermoni, e sarebbe d’aiuto per la credibilità dell’intero settore.

Ribadisco: se la serie è pronta o almeno in avanzato stato di realizzazione (come dovrebbe, in teoria) perché non tirarne fuori almeno un estratto? Raramente ho visto una promozione così risicata e sfuggente: dopo la firma del contratto nel 2009 SKY ha mandato in onda per annunciare la serie soltanto un promo di 30 secondi con l’ormai storico disegno del Celentano anni ’70 (teorico modello di riferimento per il cartone) disegnato da Manara e montato sulle note della canzone ‘Io sono un uomo libero‘; la stessa clip ha fatto anche un veloce passaggio alle Paraolimpiadi di Vancouver 2010 (di cui il Molleggiato era testimonial per Sky) ma col tempo è sparito dai radar. A parte il già citato video "La trappola nucleare" mostrato in tv nel 2011 durante la trasmissione AnnoZero e la trama descritta sulla pagina Apple di Celentano questo è tutto ciò che si è potuto ‘ammirare’ di ciò che avrebbe dovuto sconvolgere il panorama televisivo italiano. Ipotesi: che Celentano e i suoi si siano accorti in fretta che realizzare una serie animata non è uno scherzo? E che cambiare i responsabili di produzione in corso d’opera non abbia aiutato a trovare uno stile efficace per le esigenze del Molleggiato, accusato anche di pretendere troppo e di essere ‘maniacale‘ anche nel criticare il lavoro degli animatori? Considerando anche il modo martellante con cui normalmente gli exploits di Celentano vengono annunciati sui media (e Sky almeno inizialmente pareva propendere per questa strategia, annunciando ‘Adrian’ già due anni prima dell’ipotetico esordio in tv), tanta successiva riservatezza nella promozione dell’opera è più che sospetta … per quanto ormai sia un dato di fatto che, Rainbow a parte, i film italiani vengano annunciati giusto il giorno in cui escono al cinema (in tv invece occorre informarsi bene, e a volte ti fregano pure) – come sta capitando anche col ‘Pinocchio’ di Enzo D’Alò che dopo Venezia è sparito dai radar pur se dato in uscita per Natale – pare ben strano che un evento targato Celentano sia stato nel tempo relegato quasi nel dimenticatoio, eccettuati sporadici comunicati e note d’agenzia. La spiegazione temo stia nel fatto che col tempo le difficoltà produttive si siano palesate in tutta la loro consistenza suggerendo al Clan e a Sky di sospendere la comunicazione a tempo indeterminato, sperando nel frattempo di poter terminare la lavorazione senza troppe pressioni mediatiche e di audience: ce l’avranno fatta oppure ‘Adrian’, come i Moai incompiuti dell’Isola di Pasqua, giace ancora inerte aspettando che qualcuno gli doni la vita?

Di una sola cosa sono assolutamente certo: Adrian, se mai verrà alla luce, non sarà affatto quel ‘messia’ che l’animazione italiana sta (forse) aspettando da tempo. Ma la cosa importante è che non si riveli l’ennesima bufala per un settore che meriterebbe ben altro rispetto e considerazione e che invece si vede ormai relegato a mero veicolo pubblicitario quando non a strumento per titillare l’ego ipertrofico di troppi personaggi che con essa hanno poco o nulla a che vedere.

Eric Rittatore

P.S.: mi sono basato nella ricostruzione della vicenda sui comunicati ufficiali diramati sui media, ma se coloro che sono stati citati avessero obiezioni e volessero proporre la loro versione sarò felice di rettificare se sussistessero i motivi per farlo. Le considerazioni successive sono invece a titolo del tutto personale e dunque ampiamente contestabili (civilmente, si spera) e soprattutto discutibili. Questa riflessione vorrebbe anzi suscitare un dibattito, non per litigare a vuoto su Celentano ma per provare a comprendere meglio un caso che, mi sbaglierò, riguarda profondamente lo stato attuale del cinema di animazione italiano riassumendo problematiche e ambiguità che ne stanno rallentando quella rinascita da tutti auspicata ma mai realizzata davvero.

8 risposte a “Celentano, animazione, disoccupazione italiana et al”

  1. Questo non è altro che l'ennesimo orribile episodio sulla penoso stato del nostro cinema d'animazione. Temo che sia tutta una bufala e che la serie non esista se non in frammenti.
    Non capisco con che coraggio si possa parlare di evoluzione nell'animazione italiana  quando tutto la parte pratica verrà realizzato all'estero lasciando quì solo l'idea di base e i personaggi.
    Spero si riesca  a uscire da questo fosso, e non mi riferisco ad Adrian ma a tutta la situazione generale.

  2. Fermo restando che fino a quando non verrà accertato che 'Adrian' effettivamente 'non esiste', almeno non nel senso di una serie animata completa, sia il Clan Celentano che Sky meritano il beneficio del dubbio; detto ciò a me pare che le responsabilità vadano ampiamente condivise con coloro che avrebbero dovuto valutare realisticamente l'effettiva realizzabilità delle idee del Molleggiato, che forse da non addetto ai lavori si è lasciato un po' trascinare dall'entusiasmo del neofita. Il fosso ce lo siamo scavati attorno da soli continuando a mitizzare personaggi che credevamo alfieri di purezza artistica e intellettuale e che ora sempre più spesso partecipano a vere e proprie truffe ai danni dei lavoratori più giovani e inesperti, ridotti a bassa e anonima manovalanza. Come nello sport, anche nell'animazione ci troviamo con troppi 'manager' e pochi artisti autentici: invertire la tendenza rimboccandosi le maniche e prendendo in mano il proprio destino sarebbe l'unica soluzione per tirarsi fuori dal pantano, ma forse anche questa è soltanto demagogia.

  3. Caro Eric,
    quanta verita'in tutte queste parole.Io posseggo ancora alcune pagine di storyboard realizzate proprio per la serie Adrian.Si doveva rispettare fedelmente la grafica di Manara[gia' complessa di suo]e lavorare in digitale.Molti di noi si erano gia' resi conto della megalomania del progetto e dell'assurdita'di un tema per nulla innovativo.Sapevamo gia' in partenza che era comunque un'operazione complessa e fu spezzettata fra vari professionisti e soprattutto pagata pochissimo.Viste le premesse mi sono fermata in tempo,ho riscosso i soldi dovuti[anzi pattuiti in un modo e poi chissa'perche',forse per una congiuzione astrale di Marte in trigono con Saturno diminuiti clamorosamente]e mi sono rifiutata di proseguire.Certo,sara'anche una serie di prestigio,sara' anche Adrian.Ma sara'che ci sono anche i nostri diritti di rifiutare uno sfruttamento del genere.
    Bibi

  4. Cara Bibiana,
    anzitutto grazie di cuore per il tuo intervento: le testimonianze di chi ha vissuto la situazione sulla sua pelle valgono infinitamente di più di qualsiasi mia ipotesi o ricostruzione e permettono di fare un po' di chiarezza su una vicenda in cui le parti oscure sono parecchie. Condivido soprattutto la tua ultima frase: "ci sono anche i nostri diritti di rifiutare uno sfruttamento del genere", ed è proprio questo secondo me il vero punto della questione. Questo 'diritto' non nasce solo dal riconoscimento di esso da parte del datore di lavoro ma anche e soprattutto dalla coscienza del lavoratore di essere un professionista e, in questo caso, un artista e come tale legittimato a 'non svendersi'. Nè per soldi, nè per attaccarsi alla scia di qualche presunta 'cometa' come la serie presa in esame. Ma questa non la si acquista restando isolati e indifesi in un mondo in cui vige spesso l'ottica del clientelismo e della 'guerra tra poveri': lavorare tutta la vita su produzioni che non ti faranno mai crescere e aspirare a traguardi migliori non ha senso e non ne vale la pena. Se non si può nemmeno sperare di giungere un giorno a realizzare quell'opera che ci sopravviverà – non è forse per questo che si inizia a fare animazione, fumetto, illustrazione, pittura? – perché studiare, accettare condizioni capestro, logorarsi e sopportare le bizze di sedicenti 'maestri'? Perché fin da bambini ci hanno insegnato che 'si fa così'? Non so se sarai d'accordo con me, ma credo che un sistema siffatto non porti a nulla, se non alla  mera e asfittica sussistenza di vecchi apparati che ormai non han più nulla da dire e si guardan bene dal formare nuove generazioni. Tu che ne pensi, alla luce delle tue esperienze? Tra l'altro, per 'Adrian' voi come eravate organizzati: un VERO regista, o almeno un coordinatore, esisteva? Lavoravate in uno studio vero e proprio o ognun per sè? Anche il fatto che le retribuzioni fossero esigue (solo per voi, o anche per sceneggiatori & Co.?) suona strano se le cifre dell'accordo con Sky sono realistiche … e la megalomania di cui parli era del solo Celentano o veniva magari titillata ad arte da chi avrebbe dovuto farlo ragionare? A queste ultime domande non pretendo tu mi risponda, visto che ci sono cause legali in corso, ma ti sarei grato se potessi fornire un tuo parere su una esperienza lavorativa che davvero appare sempre più emblematica di come si tende a lavorare in Italia nel campo del cinema di animazione. Grazie sin da ora se vorrai intervenire ancora,anche e soprattutto per controbattere le mie parole.

  5. "Se non si può nemmeno sperare di giungere un giorno a realizzare quell'opera che ci sopravviverà – non è forse per questo che si inizia a fare animazione, fumetto, illustrazione, pittura? –"
    Ciao Eric,partirei proprio da queste parole tue che condivido perfettamente.Sono questi i motivi di tanti sacrifici,ma 'e anche un sistema,quello dell'animazione attuale,che somiglia piu' ai call center,ti chiamano,svolgi una parte del lavoro e poi via che sulla tua poltrona si siede un altro e ricomincia tutto da capo.Non potendo piu'continuare per lo stesso studio,lo stesso regista etc ti ritrovi da supervisore a intercalatore,da regista a background artist in un'altalena stranissima dove ti pare di andare indietro.Perche'?beh perche' le produzioni hanno vita breve,per quanto bravo/a tu sia una volta finita si azzera tutto e magari,anche se ti conoscono ti richiamano e meraviglia delle meraviglie"ti fanno fare un test..mai capitato?"non e' fantastico? Io lo trovo esilarante.
    Per rispondere alle tue domande riguardo Adrian,la tua ricerca e' accuratissima,cerco di fare chiarezza per quanto sia una matassa difficile da dipanare..Non posso fare nomi se non in sede privata in quanto non ci tengo a danneggiare persone che magari sono coinvolte in buona fede in tutta questa storia.
    A me il lavoro giunse tramite colleghi che mi chiesero se ne volevo svolgere una parte e di contattare quindi tale studio per prendere questa parte di lavoro e svolgerla,in questo caso come privato.Si,si tratta proprio di un subappalto,come capita spesso,dove uno studio prende una parte della preproduzione e l'affida ad altri professionisti facendoci poi la "cresta"come si dice e questo spiega come mai da una cifra gia' esigua te ne viene prelevata una parte ulteriore poiche'NON ESISTE UN CONTRATTO SCRITTO" ma esistera' solo sulla parola della quale ti fidi ma poi ti accorgi che hai fatto malissimo…ma come ti rispondono di solito e' che non c'e' molto tempo,andiamo di fretta,sistemiamo tutto alla fine,sai com'e' le produzioni sono sempre incasinate etc…[e qua ci sarebbe da aprire un capitolo tutto suo riguardo i resposabili di produzione……..].
    I budget quindi che tu riporti sono si corretti ma non arrivano di certo integri quando passano di subappalto in subappalto.Il che crea anche difficolta' al libero professionista che fa pure fatica a risalire a chi in effetti ti deve pagare..
    I regista risultava in qualche modo che fosse probabilmente Celentano ma coadiuvato da qualcuno che sopperisse alle conoscenze tecniche ma al quale io non sono mai risalita anche perche' a noi non deve interessare dato che non si degnerebbe nemmeno di sapere chi siamo,a meno che non facciamo degli errori madornali presuppongo..Quindi chi supervisionava il mio lavoro era qualcuno all'interno di questo studio che aveva una parte di produzione in "appalto"per cosi dire.
    Riguardo poi il fatto che lo definisco un progetto inutilmente megalomane e' dovuto alla considerazione che gia' se ti fai ritrarre da Manara risulterai per forza di cose "divino"come minimo dato il suo tratto estremamente accattivante,se ci aggiungi che i personaggi sono i signori Mori e Celentano da giovani e quindi bellissimi e che sono gli eroi indiscussi del popolo e che lo salveranno dall'ingiustizia e dallo strapotere[ma perche',chi vi disegna cosi belli dalla propria scrivania non e' un umano degno degli stessi diritti?]credo si spieghi da se' e per carita'consideriamolo un mio punto di vista personale…
    ci sarebbe da disquisire per giorni su tutto il meccanismo che sta intorno all'animazione[ma mi sa anche al fumetto] e c'e' da ridere sul serio ma considero i  miei colleghi di lavoro i veri eroi di tutto questo…non so se salverete il mondo ma di mostri ne vedete tanti…
    Grazie a te Eric per avere offerto questo spunto di riflessione e per il blog naturalmente che ho tra i miei favoriti proprio grazie a questo articolo che me lo ha fatto conoscere..
    Bibi

  6. A salvare il mondo, o almeno la giornata, preferirei fossero le Superchicche che almeno si prendono meno sul serio :) scherzi a parte, Bibiana, sei stata preziosissima e anche coraggiosa nel voler alzare almeno in parte il tappeto che nasconde una realtà lavorativa e umana ben diversa da quella dipinta spesso a tinte luminose da organi di informazione e portavoce 'interessati'. Non siamo qui per lanciare facili polemiche né sbattere nomi e facce in (si fa per dire) prima pagina, per cui hai fatto benissimo a non entrare nello specifico delle persone coinvolte (piccolo inciso: chi si sentisse citato a spoposito, almeno in questa sede avrà sempre il diritto di replica e se è il caso di rettifica, a patto che lo eserciti con rispetto e la legittimazione dei fatti) ma dato che, almeno secondo me, bisognerebbe avere la possibilità di esprimere perplessità e perché no? segnalare problemi e distonie che i lavoratori dell'animazione incontrano ogni giorno – valutando ovviamente caso per caso e, ripeto, senza indire crociate contro nessuno ma semplicemente cercando di dar voce anche a chi 'lavora nell'ombra' – e in modo da fornire anche qualche elemento in più di orientamento per studenti e autodidatti che si affacciano su questo bellissimo e negletto settore – mi permetto di lasciare il mio indirizzo mail (eric.rittatore@gmail.com ) a disposizione tua e di chiunque fosse interessato a discutere e, ove risultasse utile e necessario, rendere pubbliche tali problematiche: non in un'ottica di mera rivendicazione personale ma di utile collaborazione nel tentativo anzitutto di chiarirsi le idee e se possibile rendere un po' meno facile il lavoro di chi si approfitta dei sogni altrui. Per il momento posso soltanto augurare: "Buona fortuna a te, Bibi, e a tutti i naviganti dell'animazione in ascolto!" 

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