Christopher Nolan conclude con questo episodio la trilogia del cavaliere oscuro, l'uomo pipistrello simbolo della giustizia e della legalità nella corrotta Gotham city. Sul grande schermo il 29/08/2012, il terzo capitolo si ispira alla serie “Knightfall”, pubblicata dalla Dc negli anni '90. In essa troviamo il super-criminale contro il quale Batman si dovrà confrontare questa volta: Bane. Il personaggio originale è gigantesco ed estremamente forte a causa di uno steroide a cui si è assuefatto in seguito agli esperimenti condotti su di lui nel carcere dov'è stato rinchiuso. Fuggito alla prigionia, giunge a Gotham per impadronirsi della città tramite la liberazione dei detenuti dell' Arkham Asylum, il maxi-carcere criminale della città. L'inevitabile scontro con Bruce Wayne porta alla paralisi dell'eroe per la rottura della spina dorsale e ad un temporaneo nuovo Batman.
In Knightfall troviamo anche l'eroina del film, Catwoman, in un primo momento assoldata da Bane ma poi convertitasi al bene.
L'agilissima ladra è interpretata da Anna Hathaway ( Il diavolo veste Prada, Alice in Wonderland), attrice solitamente incline a ruoli meno rocamboleschi ma che in questo frangente, dovendo sapersi mimetizzare tra la crema di Gotham, risulta certamente più adatta di un'attrice dedita a film action.
Tom Hardy è invece il flagello Bane: pur essendo un attore di livello (Inception, Black Hawk Down), viene fortemente limitato dalla grossa maschera e da un doppiaggio italiano eccessivamente metallico, a cui bisogna abituarsi nel corso del film. Inoltre il regista lo ha reso più realistico decidendo di non “mutarlo” come nel fumetto, ma di tenerlo in un formato umano giustificando la maschera come inalatore di morfina per calmare il dolore.
Pur restando invariato il resto del cast principale, la pellicola sembra girata da un altro regista. Sebbene la complessità dell'intreccio risulti del tutto paragonabile al secondo episodio, in questo mancano gli ingredienti che hanno fatto grandi i precedenti.
I collegamenti sono pochi e non convincono. I dialoghi, i personaggi minori o le situazioni semplici che prima davano corpo e dimensione alla storia mancano quasi del tutto. Nolan tenta di essere realistico con Bane ma crea situazioni inverosimili che poco hanno a che fare con l'intento di veridicità della trilogia. La stessa presenza in scena di Batman è limitata a scapito di altri personaggi che comunque non riescono ad essere efficaci.
Ad ogni modo Il ritorno è un film da vedere e provare a gustare, per quanto possibile, come i precedenti; ma chi avesse atteso questo film da tempo e maturato in questi anni un'elevata aspettativa, complice anche la pubblicità e i fatti di cronaca, rimarrà deluso.
Devo, ahimé, dissentire completamente dal giudizio che leggo in questo articolo.
Il mio personale gradimento è riferito ai tre film nel loro insieme e trovo che il regista sia riuscito a dare nuova linfa al personaggio, col suo taglio realistico: l’epilogo della saga è allineato ai primi due episodi, sia dal punto di vista qualitativo che dal punto di vista narrativo. Ho adorato i riferimenti a Batman Begins e The Dark Knight, funzionali e parte integrante della narrazione, che rafforzano il concetto di saga: i singoli episodi sono parte di un tutt’uno, fruibili e godibili separatamente, ma uniti in un’unica, grande storia.
Non trovo, poi, la presenza di Batman limitata, ma perfettamente equilibrata all’interno dello svolgersi della storia: utilizzarlo di più non sarebbe servito alla storia.
Andate a vedere The Dark Knight Rises, semplicemente perché è un film importante e Nolan, con la sua trilogia, ha definito un nuovo standard di riferimento per le pellicole sui supereroi (e non solo): Bob Kane sarebbe fiero.