L’Anonima Fumetti segnala: Siamo arrivati alla penultima pubblicazione del paginone di ESTATE Piemonte de La Repubblica dove potrete godervi il racconto di un allievo del Master della Scuola Holden, illustrato da Chiara Nicola (Accademia Albertina) che avete avuto modo di apprezzare nel 1° numero de “La città nascosta” nel delicato e poetico fumetto Il Sacchetto di castagne per il quale ha realizzato i disegni, il colore e il lettering. Lo scrittore della Holden, presentato in questo numero, è Gianmarco Parodi, col racconto ”Mai, o Quasi”. Come vi avevamo già comunicato, il tema generale su cui questi giovani talenti si sono confrontati per tutta l’estate (ogni sabato) è: 2012 Fuga a Torino. Il racconto breve di Parodi assomiglia maledettamente ad una sceneggiatura cinematografica, in cui un uomo e una donna si incontrano, ogni dieci anni, in un luogo diverso di Torino.
E’ chiaro che si piacciono fin da bambini ma, forse per timidezza o per incompletezza di sentimenti, non riescono a dichiararsi reciprocamente il loro amore. E’ latente, come in “C’è posta per te”, del 1998, con Tom Hanks e Meg Ryan, il conflitto fra “generi”, il ruolo confuso tra essere donna o uomo, ma il finale di questo “film” è diverso. In Parodi l’incomprensione non si scioglie in un lieto fine. Prevale la “legge” di questo secolo: l’impossibilità della passione, il deficit d’amore e dunque, come scrive Parodi, la necessità periodica della fuga. La scrittura di Parodi è asciutta, a volte ricorda lo storyboard di un fumetto, essenziale, esplicativa. Sembra quasi di vedere la luce di un buon direttore della fotografia sui volti dei personaggi.
Anche l’illustrazione Chiara Nicola restituisce queste sensazioni visive. La tecnica utilizzata per il paesaggio è acrilico, lavorato in uno stile impressionista personalizzato, così da dare un effetto luminoso e sognante all’immagine. Il santuario sullo sfondo è iperrealista, realizzato in matite colorate e pantoni; vuole imporsi come protagonista sulla scena per affermare la sua storica importanza. Ma i due protagonisti balzano all’occhio per lo scambio di sguardi che si lanciano: lui intenzionato a fuggire, come ha fatto fin dall’inizio, ma che porge verso lei uno sguardo triste di rammarico. Sa che non l’avrebbe più rivista. Lei, in atto di voltare le spalle, gli lascia un’ ultima occhiata, prima di dare inizio ad una nuova storia, quasi sicuramente altrettanto perdente.
La Redazione de “La città nascosta”