13 Giugno 2012 02:46

Annecy 2012, la 36° edizione finisce in gloria.

Gli ultimi tre giorni del festival sono stati un susseguirsi di avvenimenti esaltanti.

  Tra le varie competizioni sono continuate le serie animate, le ultime presentate appartengono al genere per adulti basate sul politicamente scorretto  e il grottesco. Questo genere vanta una lunga tradizione negli stati uniti tanto che su cinque serie tre erano statunitensi e due di queste sono state prodotte con l’appoggio di Cartoon Network mostrando le caratteristiche proprie di questo tipo di animazione, cioè il tratto sporco o l’animazione elementare per storie dissacranti i miti americano come la polizie, l’università e le banche.

Per continuare nella linea dei lungometraggi animati dai temi impegnati a cui si è fatto riferimento negli articoli precedenti non si può evitare di parlare dello spagnolo “Arrugas” di Ignacio Ferreras , tratto da una storia a fumetti  che descrive la vita di un uomo anziano mandato in un ospizio dalla famiglia che non vuole più averlo a carico. Nel nuovo ambiente il protagonista entrerà in contatto con una realtà triste fatta di altri anziani come lui dimenticati dalle famiglie, ma tra le medicine e le tristezze può ancora nascere amicizia, questo nonostante il fantasma del morbo di alzheimer  e un crescente desiderio di evasione. Il film è tecnicamente ben fatto, ha una gamma di colori scuri che si vivacizzano durante i ricordi e lascia alla fine la sensazione che sia sempre possibile cambiare la propria vita imparando ad aiutare il proprio prossimo.

Ma tra i lungometraggi si trovavano anche storie comiche, come l’irriverente  film danese “ Ronal Barbaren”, film vietato ai minori di 15 anni nato come omaggio alla musica Metal che racconta la storia di Ronal, gracile barbaro che deve vendicare la distruzione del proprio villaggio e salvare quelli vicini da un potentissimo e crudele  nemico, lo aiutano in quest’impresa degli alleati improbabili. Il film mette in parodia il genere fantasy  migliore, è fatto in un valido 3D stereoscopico dagli sfondi curati, pieno  di battute spinte e scene equivoche. Nonostante venga naturale chiederglielo i due giovani registi (Thorbjorn Christofferson e Kresten Vestbjerg Andersen) negano qualsiasi somiglianza tra loro e i personaggi del film.

Tra gli altri concorre il poetico lungometraggio “Le tableau” di Jean-François Laguionie, ambientato in un quadro non finito dove i protagonisti partono alla ricerca del pittore per chiedergli di completarli mettendo così fine al regime di segregazione istaurato dai personaggi finiti nei confronti di quelli incompleti o abbozzati. Il film è stato realizzato in un 3D reso più artistico dai personaggi splendidamente colorati in uno stile che rimanda all’arte francese del primo novecento.

  Altro avvenimento importante  è stato il making of del film della Aardman “The pirates!” con alla cattedra Peter Lord, il grande regista e cofondatore dello studio, inventore di personaggi indimenticabili come Wallace & Gromits  che la sera precedente, sotto la pioggia, aveva insistito per presentare lui stesso il suo  film prima che questo fosse proiettato all’aperto sul grande schermo davanti al lago per essere visto da una folla di testardi pronti a sfidare il tempo. Il regista racconta come sia nata la storia ( tratta da un libro di Daniel DeFoe) perché  lo divertiva l’idea di un pirata che riceve un premio scientifico. Mostra i pupazzi del Capitano e degli altri personaggi realizzati non più interamene in plastilina ma con lattice e gomme  speciali, le foto del modellino usato per la nave ( lungo  almeno due metri)impressionano tutti come la lavorazione che sta dietro alle scene madre del film come l’arrivo dei pirati alla locanda per iscriversi al concorso o la distruzione della casa di C.Darwin. 

  Una delle prime visioni importanti è stata la proiezione del Lungometraggio “Ernest et Cèlestine”  preceduta dalla proiezione in anteprima del primo capitolo del nuovo film di Michel Ocelot ancora dedicato al piccolo Kirikù. Chi è riuscito a vederlo ha parlato di un film delizioso, spero che possa essere proiettato anche in Italia da poterlo vedere, li i senza biglietto dovevano affrontare una fila tale da togliere il coraggio di provarci.

Tra i cortometraggi in gara si trovava anche “ Topo glassato al cioccolato” di Donato Sansone, autore di cortometraggi diplomato alla scuola di Chieri diversi anni fa. Il tratto spoglio e energico dell’autore cattura lo spettatore appassionandolo alla serie di trasformazioni subite dai personaggi trasmettendone il disagio.

Tra i film fuori concorso è stato proiettato il sorprendente “Alice au pays des merveilles”, film del1949 dell’animatore e burattinaio Lou Bunin che mescola efficacemente scene di pupazzi animati ad attori umani. Il film è stato recentemente restaurato e colpisce per la qualità delle animazioni, rattrista molto sapere che la sua distribuzione fu stroncata da Walt Disney che non voleva concorrenti per la sua versione che già si andava preparando. L’autore non si riprese più dall’insuccesso e fece solo qualche altro cortometraggio prima di abbandonare il cinema, gran peccato visto i risultati.

Arriva inevitabilmente la fine del festival. Purtroppo la minaccia del mal tempo ha fatto sfumare l’idea di fare la cerimonia di chiusura all’aperto, ma questo non ha impedito agli organizzatori di stupire il pubblico con delle trovate divertenti tipiche dell’ultima serata.

   In un palco pieno di scatoloni e vecchie locandine delle edizioni passate l’ineffabile  direttore artistico, intervistatore e  presentatore Serge Bromberg , vestito con la tuta da addetto di una ditta di traslochi ha iniziato la cerimonia aiutato da vari membri della giuria o dell’organizzazione del festival, tutti ci chiedevamo come potessero proiettare qualcosa con il palco pieno di oggetti, ma si è usato un piccolo telone calato dall’alto, forse troppo piccolo per chi era nelle ultime file in fondo ma bastante per i pochi secondi di proiezione per premio.

  Il premio di CANAL+ viene assegnato al cortometraggio “Una furtiva lagrima” di Carlo Vogele, spassoso corto dove un pesce( vero) canta la nota aria fino al momento in cui viene fritto in padella. L’autore sconsiglia ai deboli di stomaco di lavorare con elementi che imputridiscono, ma sostiene che il decomporsi del pesce durante la lavorazione abbia dato una sfumatura in più al film.

  Il premio Fipresci viene dato al corto “Tram” di Michaela Pavlàtovà, divertente corto che parla delle fantasie erotiche di una conduttrice di tram sopra i suoi grigi passeggeri impassibili e musoni, tutto svolto al ritmo dello sferragliamento sulle rotaie. L’autrice ( una veterana dell’animazione) ha sempre fatto corti che sfidavano la morale e fa i complimenti alla giuria per  l’apertura mentale dimostrata nel premiare una storia come la sua.

Il premio dell’Unicef va al lungometraggio “Couleur de Peau: miel” di Boileau/Nenincon  grande commozione dei registi che ringraziano tutti i collaboratori.

Per i film e gli speciali televisivi vengono premiati La serie canadese per bambini “ Stella and Sem” vince un premio speciale per le serie televisive. Il premio per lo speciale televisivo lo vince l’inglese “The Gruffalo’s child”, il valido seguito dell’apprezzatissimo “The Gruffalo”. Quello per lo speciale educativo o scientifico il francese “ Le droit de suite” sulle leggi a tutela degli artisti. Quello come migliore pubblicità lo prende la statunitense “Red cross “stuff” e il premio per il miglior videoclip viene assegnato a  quello dei We cut corners, “Pirates life”. Vince il cristallo come migliore serie la statunitense  comica “Secret mountain fort  Awesome” prodotta per Cartoon network.

I film di fine studio premiati sono: il francese “Kyrielle” di Boris Labbe, premio speciale della giuria dove la ripetizione e la sovrapposizione delle stesse scene porta al formarsi di una composizione astratta. Menzione speciale per il francese “Le jardin enchantè” di Viviane Distinction, corto dove la convivenza tra un uomo serio e tecnologico e il suo vicino allegro e convinto coltivatore del suo orticello biologico viene portata avanti con tanta musica. Il premio della giuria speciale composta di bambini va la corto spagnolo “Friend shep” storia di un lupo che si fa assumere in una ditta dove lavorano delle pecorelle con intenzioni mangerecce subito abbandonate grazie alla scoperta della carne in scatola, ma se questa finisce?  Il cristallo se lo aggiudica “The making of the longbird”, che racconta i problemi di un autore di cortometraggi alle prese con un personaggio strafottente che lo deride .

I cortometraggi premiati sono: il candese “Edmond ètait un âne”, di Franck Dion, premio speciale della giuria che racconta la storia di un anonimo impiegato dalla vita ripetitiva che scopre la felicità quando inizia a credersi un asino. Altro premio dato assegnato al Canada è quello del pubblico per il corto “Second hand”, di Isaac King, su un uomo frenetico e sprecone all’eccesso ed i suoi vicini al contrario troppo flemmatici e riciclatori. Il premio Sacem per la musica originale va all’astratto corto giapponese “Modern n°2”, di Mirai Mizue,con musica abbinata a forme geometriche in continuo mutamento. Il premio Jean-Luc Xiberros per la prima opera va al corto franco giapponese “The people who never stop”, di Florian Piento, sulla vita frenetica e preordinata degli abitanti di una metropoli giapponese che non ammette pause anche durante i peggiori disastri naturali. Il premio della giuria infantile  va allo spagnolo “Història d’este” di Pascual Pèrez, su un uomo che amava bere tanto caffe, ma dopo beveva del liquore, birra, ancora caffe ecc con risultati prevedibili. Menzione speciale per il tragico corto danese “Seven minutes in the Warsaw ghetto”, di Johan Oettinger, sulla vita di un bambino dieto le mura del ghetto controllate da crudeli soldati tedeschi. Ma il cristallo dato al miglior cortometraggio viene assegnato a “Tram” di Michaela Pavlàtovà, che sale incredula sul palco rinnovando i suoi complimenti alla giuria.

I lungometraggi premiati sono: lo spagnolo  “Arrugas” di Ignacio Ferreras, menzione speciale per il coraggio del tema affrontato. Il premio del pubblico va al belga “Coleur de peau : miel ” di Laurent Boileau e Jung Henin, questa volta il regista/protagonista Jung Henin ringrazia, oltre al pubblico, sua moglie e la figlioletta che l’ha aiutato a scegliere le musiche per il film. il cristallo come miglior lungometraggio viene assegnato al rumeno “Crulic- Drumul Spre Dincolo”, di Anca Damian, la giuria dichiara di essersi trovata subito d’accordo nell’assegnare il premio all’impegnato film rumeno, anche chi scrive non ha saputo trattenere il suo entusiasmo alla notizia, avendo fatto il tifo fin da dopo la visione per questo film incredibile rimanendo molto male nel costatare che la regista non fosse più presente in sala e non sia potuta salire sul palco a ritirare il premio. Altra nota dolente è che il film, per i temi e le immagini crude che ne fanno una storia vietata ai minori di 15 anni, non è verrà proiettato  sul grande schermo davanti al lago come spetta ai vincitori del cristallo, lo ha sostituito il vincitore del premio per il pubblico.

Il festival si è chiuso con una nota di tristezza dovuta all’annuncio che dal prossimo anno il curatore artistico non sarà più Serge Bromberg, l’uomo che lo ha curato per 14 anni di seguito sapendo stare al passo coi tempi e che si è guadagnato l’affetto del pubblico e il rispetto e l’amicizia degli artisti che hanno partecipato o sono stati ospitati durante questi ultimi anni; l’intervistatore in grado di fare sempre le domande appropriate ai registi e che sapeva sempre come stupire e divertire. Dal prossimo anno curerà le cose nell’interno lasciando il grande compito a Marcel Jean, che già collabora da vari anni al festival. Per i suoi meriti e per tanto altro gli viene conferito un cristallo speciale e l’intero pubblico si alza in piedi per fargli un applauso caloroso durato almeno dieci minuti che fa commuovere tutti, chi lo fa e chi lo sente.

Si conclude così la 36° edizione del festival d’animazione di Annecy, il festival tanto pieno da essere impossibile da seguire se non in parte, e questo è tutto gente!