5 Aprile 2012 01:32

I grandi orizzonti di Franco Caprioli

Franco Caprioli 1941Il mare è stata la grande passione di Franco Caprioli, disegnatore e illustratore, nato il 5 aprile 1912 nel cuore dell’Italia verde, a Mompeo, dalle parti di Rieti, e pertanto lontano da quel mare amato e sognato, che avrebbe visto per la prima volta solo all’età di 16 anni. Ne rimase deluso e qualche anno dopo, ricordando quel tempo, disse che "il mare della mia fantasia era molto migliore". Ed è questo mare – fantastico, sognato, atteso – che avrebbe costellato gran parte dei suoi fumetti. Formatosi sui grandi maestri dell’avventura (Stevenson, Conrad, London, ecc.), Caprioli si lascia trascinare dalla fantasia, che spesso nei suoi disegni sostituisce la realtà, con soggetti che spaziano dalla preistoria (come La tribù degli uomini del fiume, apparsa su Argentovivo nel 1937, quando debuttò professionalmente) agli scenari esotici, allora quasi irraggiungibili, dei Mari del Sud, con tante storie, anche seriali. Sono racconti spesso dominati dalla presenza di una Franco Caprioli -  www-comicartfans-com littlenemonatura selvaggia, incontaminata, ma mai ostile, e venati da un diffuso pacifismo tolstoiano, quasi fuori tempo in un mondo allora (e oggi no?) sempre in guerra. In quegli anni in divisa, Caprioli riuscì quasi sempre a eludere il clima bellico. "Illustrai – ricordò una volta – il mare, le navi, specie quelle a vela, le foreste, una natura primitiva, quella più genuina e più amata da me: foreste senza zanzare, mari con tempeste e squali che mai uccidono, insomma un mondo come mi piacerebbe che fosse, e il cuore e il cervello degli uomini come dovrebbero essere, per vivere felici e in pace". Un mondo che forse esiste solo nei fumetti, e nemmeno in tutti. Ma che certamente c’è in tutte le storie di Caprioli, che sin dai titoli evocano avventure e scenari lontani, scan463 - Franco Capriolicome Il mistero dell’isola di giada, La perla nera, Le isole Tabù, I pescatori di perle, Le tigri del Bengala, e così via. Caprioli è stato anche uno straordinario illustratore, come ci testimonia l’inserto su Fumetto n. 80 – la bella rivista dell’ANAFI – curato dalla figlia Fulvia. Col suo disegno pulito, lineare, ben ombreggiato con fitti puntini, Caprioli per oltre trent’anni (è morto praticamente lavorando nel 1974) ha disegnato infinite storie sui migliori settimanali di quegli anni, da Topolino al Vittorioso, al Giornalino, per il quale ha realizzato soprattutto la versione a fumetti di molti romanzi di Verne, dall’Isola misteriosa al Capitano di 15 anni ai Figli del capitano Grant, opera lasciata incompiuta e completata da Gino d’Antonio. Egualmente postuma sarebbe uscita la sua versione di Moby Dick, un romanzo che ha sempre affascinato grandi disegnatori. Ma tra i tanti scrittori amati da Caprioli, Verne è stato forse quello più vicino a lui, entrambi precisi nella ricostruzione storica e idealisti nell’evocazione di un universo, marino soprattutto, fortemente sognato. (Carlo Scaringi).