24 Marzo 2012 10:20

CotB: Cartoni animati. Target, linguaggi e contenuti

cotb9Dopo la Tavola rotonda dell’animazione italiana, dello scorso anno, Cartoons on The Bay organizza un nuovo evento, in collaborazione con Cartoon Italia Asifa Italia, volto a riflettere sulla situazione dell’animazione italiana. La conferenza è divisa in due parti, che riempiono buona parte del pomeriggio di venerdì della manifestazione. L’introduzione è in mano all’esperto Alfio Bastiancich, presidente di Asifa Italia. Si riprende dove si era arrivati alla scorsa edizione: in un anno, esordisce Bastiancich, sono successe diverse cose, in Italia e all’estero, dentro e fuori alla Rai… La parola passa subito ad Agostino Clemente, presidente di Cartoon Italia, che presenta una disamina molto lucida sulla situazione. La relazione presentata da Clemente verte anzitutto sul pubblico dell’animazione (pubblico è qualcosa di piú del mero "target"), che sta progressivamente cambiando, con i ragazzi che sono il pubblico privilegiato. Questi cambiamenti portano a un’offerta segmentata, che ha visto nascere slot e canali, ma che ha condotto a una stereotipizzazione (modelli maschili, femminili…), che probabilmente rischia di frenare nuove produzioni per le famiglie e, in generale, idee originali. Il linguaggio dell’animazione è efficace anche per gli adulti (basti pensare a Persepolis, Valzer con Bashir, ecc.): i lungometraggi animati americani, per esempio, hanno piú piani di lettura, perché i bambini vanno al cinema accompagnati dai genitori… Più della metà del pubblico è composto da genitori o nonni, ed è necessario saper parlare anche a loro, o almeno tenere in considerazione la loro presenza. L’offerta televisiva per ragazzi è senza dubbio un fiore all’occhiello per la Rai: al momento è in corso una riorganizzazione dell’offerta, e, continua Clemente, piacerebbe che il risultato fossero scelte editoriali frutto di una discussione pubblica. La realizzazione di canali tematici (di per sé interessante e lodevole) dovrebbe essere accompagnata da una riorganizzazione sinergica sui canali generalisti, senza che questa comporti (come invece è accaduto) la chiusura di buona parte gli spazi per ragazzi sui canali generalisti. Occorre sostenereun’offerta adeguata, per quantità e qualità, per i ragazzi in età scolare e un canale ad hoc per gli adolescenti, da integrare con un’offerta crossmediale. Sarebbe necessariohe produttori ed emittenti si assumessero l’onere della sperimentazione. In circa quindici anni, in Italia è stato creato un mercato dell’animazione che ha portato a livelli d’eccellenza… La conclusione della relazione di Clemente è una sorta di proposta, per costruire, con la Rai, gli emittenti, i produttori e gli addetti ai lavori, un vero e proprio laboratorio di sperimentazione. Segue un breve ma incisivo intervento di Carlo Infante, President-Managing Director di Urban Experience, che pone l’accento sulla necessità di adeguare la visione, per poter andare avanti. È dunque il momento di Bruno Bozzetto, che mette subito in chiaro che è profondamente sbagliato pensare che l’unico pubblico per l’animazione siano i bambini! Ci dovrebbe essere spazio anche per un cinema d’animazione che parli degli adulti e agli adulti, della vita quotidiana, dei problem della società… Basti pensare ai Simpson, esempio formidabile: serie da prime time più duratura del mondo… Non è un caso che i cortometraggi, spesso prodotti da indipendenti, siano per adulti per un buon 90%… Nei lungometraggi, sopratutto quelli americani di grande successo, la trama è piú rivolta agli adulti, come profondità di contenuti. Invece, la quasi totalità delle serie si rivolgono solo ai più piccoli. Raccontando un aneddoto personale (legato a Matt Groening, papà dei Simpson), Bozzetto termina il proprio intervento specificando che è necessaria una buona dose di coraggio, per ottenere successo. La palla passa a Maria Mussi Bollini, Deputy Director Rai Ragazzi – Rai Gulp, che, in buona sostanza, condivide l’analisi fatta dai relatori che l’hanno preceduta, e apre alla possibilità di pensare a produzioni animate Rai equivalenti, come metodi e contenuti, alle produzioni Rai Fictiion, volte a portare all’attenzione degli italiani tematiche “difficili”. Tuttavia, a differenza dei precedenti relatori, Mussi Bollini sostiene che la situazione sia riconducibile a una cronica mancanza di idee di qualità e innovative. Si apre così un dibattito, che conclude la prima metà dell’incontro con un intervento molto interessante (e molto applaudito) di un giovane regista che sostiene che, rispetto a produzioni di emittenti come K2, in Italia manchino il grande rispetto per lo spettatore e, più in generale, la possibiltà di portare avanti adeguatamente un progetto… La seconda parte riprende dopo un’ora di pausa (che vede la Sala Pulcinella impegnata nell’incontro Cartoni animati e sport: i valori condivisi, presenti i vertici Rai), e qualche differenza a livello organizzativo: il dibattito riprende con gli interventi dei relatori rimanenti, ma ben presto si allarga agli addetti ai lavori presenti in sala, in un lungo botta-e-risposta (a tratti polemico, ma) molto costruttivo, che terminerà soltanto alle 19:30. Nello specifico, come relatori, intervengono, oltre ai sopraccitati Bastiancich e Clemente, anche Sesto Cifola (Head of Acquisitions Rai Commercial Direction), Claudia Sasso (Head Children/Teens Department, Rai Due) e Gianfranco Noferi (Deputy Director Rai Ragazzi – Rai Yoyo). Il calcio d’inizio è nuovamente dato da Bastiancich, che fissa due punti di partenza: da un lato, in Italia si possono produrre cartoni animati solo con la Rai, purtroppo (e chiaramente il rammarico non è per il partner presente, ma per l’assenza di altri player…), e, la stessa Rai, è da sempre vittima di una sorta di "vizio di forma", sull’animazione. Fin dal 1995, quando si è deciso di investire nell’animazione, la produzione di cartoni animati è stata vincolata (dal contratto di servizio) a un pubblico di minori, il che ha sempre influenzato il modo stesso di pensare al prodotto. Gli stessi vertici Rai, continua Bastiancich, hanno sempre subìto una situazione di problemi strutturali, laddove ogni tentativo di organizzare una filiera interna, che andasse dalla progettualità al licensing (in quest’ottica, Cartoons on the Bay stessa era un tassello di fondamentale importanza), è sempre fallito. Un’interessante nota è aggiunta da Anne-Sophie Vanhollebeke, che denota come la necessità di trovare fondi internazionali in fase iniziale di produzione abbia portato a un appiattimento grafico, stilistico e contenutistico di tutte le serie animate degli ultimi anni… Gli interventi che seguono sono, appunto, quelli degli uomini-Rai: Claudia Sasso, Sesto Cifola e Gianfranco Noferi. Si apre il dibattito con la disponibilità, da parte della Rai (nello specifico, la direzione commerciale), di mettere a disposizione il proprio grande bagaglio di know how ai produttori, per portare con sé, nei meeting internazionali, anche l’animazione (come già fatto con cinema e fiction)… Il dibattito, come già detto, è stato lungo e articolato, ma se si dovessero trarre delle conclusioni, si potrebbe dire che si sente la mancanza di un’organizzazione del sistema-animazione in Italia: che gli incontri annuali a Cartoons on the Bay possano portare a una migliore organizzazione delle sinergie? Si vedrà, nel 2013, quando si tireranno nuovamente le somme…