3 Gennaio 2012 01:00

La fantascienza italiana da Zavattini al Vittorioso

SaturnoTerraNel 1934 l’Avventuroso – a lungo il settimanale più popolare in Italia – non solo rinnovò profondamente il mondo del fumetto, facendo conoscere i grandi eroi americani (Flash Gordon, l’agente X-9, Mandrake, e altri dai nomi italianizzati come Cino e Franco e l’Uomo Mascherato), ma anche proponendo nuovi filoni narrativi come la fantascienza, un genere che diversi autori italiani hanno subito sviluppato ampiamente, seppure con esiti non sempre soddisfacenti. In un paio di anni, tra il 1935 e il ’37, sono apparse le storie di S.K.1 di Guido Moroni Celsi, di Yambo (I pionieri dello spazio), di Zavattini-Pedrocchi-Scolari (Saturno contro la Terra) e di Paolo Bologna (I misteri di Saturno). Queste ultime due sono state la migliore e la peggiore del gruppo, e non solo perché una era scaturita dalla fantasia di Zavattini e l’altra era di un autore senza passato né futuro. Vanno comunque ricordate, una per il grande successo avuto e l’altra per essere apparsa per alcune settimane sulla copertina del Vittorioso, il settimanale dell’Azione Cattolica nato il 9 gennaio 1937 con l’intento di combattere, con autori tutti italiani, la violenza e il malcostume dei fumetti americani.GuerraPianeti In entrambe le storie si avverte l’influsso della saga di Gordon, ed entrambe sono piuttosto sconclusionate e inverosimili, anche se la genialità di Zavattini fa perdonare le mille ingenuità che costellano gli scontri spaziali tra i saturniani di Rebo e i terrestri guidati dal vecchio scienziato Marcus e da Ciro, il suo intraprendente assistente. Non mancano qua e là pistolotti propagandistici inneggianti alla grandezza e alla civiltà dell’Italia che con l’ordine e la disciplina risorgerà dalle macerie dell’invasione saturniana. Una visione quasi profetica di quello che sarebbe accaduto con la guerra – quella vera – ormai imminente. Cadute simili ci sono anche nella storia pubblicata sul Vittorioso, un settimanale che nel corso degli anni si è schierato in difesa del regime, con storie sfacciatamente propagandistiche, come quella di Romano il legionario, di Kurt Caesar, pseudonimo teutonico-imperiale di Cesare Avai, ottimo disegnatore altoatesino, oppure le avventure di tanti ragazzi coraggiosi, italiani ovviamente, come Gino e Piero di Franco Caprioli. Al di là di tutto ciò, il Vittorioso è stato per trent’anni uno dei settimanali più popolari, ma soprattutto ha contribuito alla nascita e alla crescita del fumetto italiano, con autori diversi tra loro, da Chiletto a Canale, da Cozzi a Craveri, da Caprioli a Caesar, per finire a Jacovitti, senz’altro il più grande di tutti. (Articolo di Carlo Scaringi).