Pierpaolo Di Camillo, artista e studente in cinema di animazione attualmente a Budapest in trasferta Erasmus ci regala un appassionato reportage sul festival Anilogue (www.anilogue.com ), interessante evento 'mitteleuropeo' tutto da scoprire:
Mercoledì 23 Novembre – BUDAPEST, h. 19 – "Si apre la 9. edizione di Anilogue, un festival di animazione che meriterebbe maggiore eco: si svolge tra la capitale ungherese e quella austriaca, Vienna, dividendosi equamente proiezioni (23-27 sale magiare Urania e Toldi, 24-30 cinema Topkino nella città della Sacher Torte) e responsabilità (Vienna premierà i lungometraggi, Budapest i corti). Tra le ghiotte anteprime 'Letter to Momo' di Hiroyuki Okiura (Jin-Roh, Cow Boy Bebop), 'Children who chase voices from deep below' di Makoto Shinkai (5 cm per second) ma l'evento clou verrà serbato per la chiusura del festival con la proiezione dell'ultima, attesissima opera del maestro locale Marcell Jankovics, 'The tragedy of Man' (Az ember tragédiàja): tratto dall'omonima pièce teatrale dello scrittore ottocentesco Imre Madach (capolavoro tradotto in oltre 18 lingue e lettura obbligata nel programma delle scuole superiori ungheresi) il film ripercorre il viaggio di Adamo, Eva e Lucifero attraverso le epoche dell'umanità utilizzando per ognuno dei 15 'quadri' previsti una tecnica di animazione diversa. La produzione, iniziata nel lontano 1988 (ma la sceneggiatura è del 1983!), ha richiesto oltre 25 anni per giungere all'esito finale di questi 160 minuti che ad Anilogue verrrano proposti interamente (alcune scene erano già passate singolarmente tra festival e tv): da non mancare.
Il ricco programma propone anche alcuni film passati al recente festival di Annecy, tra cui il vincitore del Cristallo 'Le chat du rabbin' di Joann Sfar: proposto nell’ affollatissima grand hall del cinema Urania (con il beneplacito dell’Institut Français) ha riscosso anche qui un grande successo (a quando il piacere di vederlo anche in Italia?); solo a seguito della proiezione si è poi tenuto l'opening party', in un locale molto particolare, il Szimpla kert, luogo strettamente legato al cinema situato in un vecchio palazzo dichiarato inagibile per l’abitazione ma utilizzabile – chissà perché – per l'intrattenimento (mica solo noi sappiam concepirli, certi magheggi!). Nessun dibattito, solo un piccolo rinfresco e la possibilità di usare il biglietto del cinema per una consumazione (bella idea, peccato che il biglietto sia così bello che diventa un peccato barattarlo) e soprattutto la preziosa opportunità di scambiare opinioni con una folla di animatori in un clima allegro e informale. Domanda: com’e possibile che la piccola Ungheria, nonostante tutti i suoi problemi, possa vantare un cinema d’animazione locale che oltre ad un glorioso passato mantiene un ottimo presente e prospetta un futuro altrettanto brillante? Una risposta arriva dallo studente italiano di un’ università d’animazione inglese, a Budapest grazie al progetto Animation Newport (una sorta di ”animatori senza frontiere”), lodevole iniziativa che esiste da quattro anni e permette a chi viene accettato di seguire seminari in quattro università d’animazione di quattro paesi europei diversi vedendo come si lavora nei quattro contesti diversi per quattro mesi, uno per paese; mi spiega che il governo ungherese ha delle leggi che permettono sgravi fiscali ad aziende di qualsiasi tipo che finanziano dei progetti con immagini in movimento a patto che poi si realizzino entro il territorio nazionale. È chiaro che ciò incentiva moltissimo anche la formazione professionale in loco, sia per il mercato nazionale che in prospettiva di coproduzioni internazionali; altro dettaglio non marginale (e in fondo conseguenza del discorso precedente) : in Ungheria il cinema d'animazione è davvero molto popolare. Barbari…Per oggi è tutto: Sziasztok Italia!"