23 Settembre 2011 01:05

Cassidy all’ultimo atto

CassidyDiciotto mesi fa un misterioso vecchietto cieco che suonava l’armonica – un’immagine che quasi ne evoca altre del grande Alberto Breccia – salvò la vita a Ray Cassidy, un poco di buono americano degli anni Settanta, e gli concesse altri 18 mesi di vita per portare a termine i suoi impegni, o meglio le sue poco evangeliche vendette. In questo anno e mezzo, Cassidy ne ha fatte di tutti i colori, e adesso siamo alla resa dei conti, all’atto finale, che si annuncia scoppiettante e che scopriremo tra qualche giorno nell’albo numero 18 – in edicola ai primi di ottobre – di questa originale miniserie, una delle migliori tra le molte pubblicate in questi anni della Sergio Bonelli Editore. Merito soprattutto di Pasquale Ruju, perfettamente a suo agio nelle sceneggiature dove avventura, giallo, un pizzico di storia e un po’ di violenza si intrecciano alla perfezione, fornendo un esito finale quanto mai soddisfacente, che suscita, un albo dopo l’altro, l’attenzione e la curiosità del lettore, catturato dalla ricchezza di personaggi, di colpi di scena, di azione e di sorprese presenti in ogni albo. Cassidy è un personaggio in fondo negativo, con la sua carica di violenza che in parte deriva da una vita vissuta spesso ai confini della legalità, in Vietnam e dintorni, e dopo con il difficile reinserimento in una società aspra e spietata. E’ diventato un gangster per un insieme di circostanze, ma soprattutto è stato – e ha continuato a esserlo per tutti gli albi – un personaggio scomodo, leale con gli amici ma spietato con i nemici. La sua violenza ha radici antiche e talvolta è anche eccessiva, ma siamo nell’America di quarant’anni fa, con forti legami tra la politica e la criminalità, come ovunque, in un mondo che non suscita nostalgie e rimpianti, tranne forse per le musiche e gli interpreti (è una citazione dagli albi di Julia?), l’assenza di telefonini e computer, sostituiti da telefoni a gettone, i grandi spazi senza traffico nè inquinamento, le ville hollywoodiane, il divismo e il clima abbastanza umano in cui si viveva. Pasquale Ruju e i bravi disegnatori della Casa che si sono alternati un albo dopo l’altro hanno narrato con fedeltà quell’epoca ormai lontana, confermando che la storia del Novecento – americana ma non solo – può fornire stimolanti spunti per nuove, coinvolgenti avventure, come quella vissuta nell’Africa Orientale da Ugo Pastore nella miniserie di Volto Nascosto, o quella che comincerà a vivere tra pochi giorni nella Cina fine Ottocento nella nuova miniserie di Gianfranco Manfredi, Shangai Devil, un viaggio di 18 mesi in un mondo finora poco esplorato dal fumetto. (Articolo di Carlo Scaringi).