13 Settembre 2011 01:41

Un pranzo di famiglia secondo Eisner

will_eisner_tavoloCinema e teatro hanno spesso messo in scena incontri conviviali, come quelli di Natale o di Ferragosto, che poi diventano occasione per risvegliare antichi rancori che gli anni non hanno cancellato. Anche Will Eisner (1917-2005) – forse il più grande autore di fumetti, superiore a Milton Caniff, Alex Raymond o Chester Gould – non si è sottratto a questo impegno, con una storia che risale agli anni Ottanta, alla sua maturità artistica e narrativa, dal titolo sin troppo esplicativo: Affari di famiglia. Il racconto, la classica graphic novel, ruota intorno alla festa che sei figli, maschi e femmine tutti in età matura, organizzano per il padre novantenne e malandato. Ma al posto dei manicaretti d’occasione, sulla tavola vengono gettati, con aspra crudezza, rancori, delusioni, speranze, fallimenti, in uno scontro violento, cattivo, disperato che forse ha per obiettivo ultimo l’eredità paterna. La storia, ristampata da Fandango Libri, s’inserisce AffariDiFamigliaperfettamente in quel percorso tratteggiato da Will Eisner in almeno una dozzina di graphic novel che dal 1976 – l’anno di Contratto con Dio, la prima e anche la più amara del ciclo – fino agli ultimi anni Novanta hanno raccontato, con un disegno semplice e coinvolgente nella sua aridità, alcuni momenti della piccola storia di un’umanità spesso emarginata (quella degli ebrei, degli europei, degli immigrati nell’America anni Trenta e dintorni) che da una ristretta dimensione geografica, per lo più i quartieri poveri di New York, abbraccia una realtà mondiale. Perché la bravura e l’originalità, anche grafica, di Eisner gli permettono di coinvolgere nelle piccole storie di piccoli uomini – sia quelli spediti in guerre inutili come quelli stipati in anonimi condomini, famoso quello di Dropsie Avenue, spesso scenario di molti racconti – situazioni e personaggi che fanno parte di un mondo che con i suoi meriti (pochi) e i suoi difetti (tanti) è identico sotto tutti cieli. Per questo Eisner – un maestro che merita di venir ricordato più spesso, soprattutto ora che anche grandi editori, da Rizzoli a Einaudi, lo stanno riscoprendo – va inserito ai vertici del fumetto mondiale, sia per le centinaia di episodi di Spirit, singolare cacciatore di criminali nella New York anni Quaranta, protagonista di storie di facile lettura, ma mai superficiali, che soprattutto per le sue graphic novel, spesso più significative di poderosi trattati di sociologia. (Articolo di Carlo Scaringi).