11 Maggio 2011 07:55

Ferdinando Tacconi, un maestro dell’avventura

TacconiAristoSul finire degli anni Trenta il sud tirolese Kurt Caesar realizzò diverse storie, ambientate per lo più nel clima propagandistico di quegli anni. La più famosa è Romano il legionario (1938) che si fa apprezzare ancor oggi per l’abilità con cui Caesar disegnava aerei e altri mezzi militari dell’epoca. Una dozzina di anni dopo questa eredità è stata raccolta da Ferdinando Tacconi che sin da ragazzo passava ore intere a vedere gli aerei decollare e volare. Diventato autore di fumetti, ha trasferito questa passione in molte storie di ambiente bellico, disegnando negli anni Cinquanta (insieme a tanti altri italiani) gli albi che un editore inglese dedicava alle gesta della seconda guerra mondiale (poi pubblicati anche in Italia dalla Dardo) e successivamente, negli anni Ottanta, in una precisa storia del conflitto, su testi di Gino D’Antonio, uscita sul Giornalino (“Uomini senza gloria”) e quindi raccolta in numerosi albi. Ma è riduttivo racchiudere decenni di lavoro entro questi episodi. Tacconi, nato il 27 dicembre 1922 e morto l’11 maggio 2006, ha iniziato a disegnare dopo TacconiBonellila guerra ottenendo i primi successi con Sciuscià (1949) e Nat del Santa Cruz (1951), due albetti a striscia che l’editore Tristano Torelli aveva lanciato dopo il successo del Piccolo Sceriffo. In Sciuscià i protagonisti sono tre scugnizzi napoletani coinvolti nella guerra, che risalgono la Penisola con le truppe alleate. Nat invece è un simpatico ragazzo imbarcato su un veliero in navigazione nei mari orientali. Nel corso della storia vivrà mille avventure e incontrerà anche molte belle ragazze (del resto autore del testo era Gian Giacomo Dalmasso, non insensibile al fascino femminile come aveva dimostrato con Pantera Bionda, messa al bando dai bacchettoni), che gli dimostrano la loro simpatia, con sorrisi e mille mossettine. Una vorrebbe addirittura sposarlo, ma “quando sarò grande” dice a un Nat confuso e preoccupato. Un altro grande successo di Tacconi, disegnatore dal segno molto espressivo e sintetico, è stato il ciclo degli Aristocratici che Alfredo Castelli aveva ideato all’inizio degli anni Settanta per il Corriere dei Ragazzi. TacconiSelvaQui Tacconi fotografa con originalità e ironia i caratteri di quel singolare gruppo di ladri in guanti bianchi che si divertono a compiere furti quasi impossibili, versando poi il bottino in beneficienza, detratte le spese. Nel corso della sua lunga carriera, Tacconi ha creato decine di storie, da Susanna, ideata da Gino D’Antonio per il Giornalino a Mac lo straniero per Orient Express, a vari albi delle collane bonelliane (Un uomo un’avventura, Dylan Dog, Nick Raider, ecc.) mostrando sempre un alto spessore professionale, forse non meritatamente riconosciuto. Nel 1951, sulla scia di Occhio Cupo (mancato successo del duo Bonelli-Galep), si è avuto anche un altro racconto di ambiente marinaro, Roland Eagle, una lunga storia ideata da Luigi Grecchi e disegnata per l’Intrepido da Carlo Cossio (e altri): ancora un veliero in viaggio per i sette mari, un giovane ardimentoso e tante avventure esotiche e storie sentimentali, quasi per fuggire dal West che dominava il fumetto italiano di quegli anni. (Articolo di Carlo Scaringi).