13 Marzo 2011 06:26

Le donne ciniche di Altan

Le donne sono da qualche tempo protagoniste in Italia, non solo nello sport. Partecipano alle feste del potere oppure protestano, forse perché non sono state invitate. Ma queste sono una minoranza, magari rumorosa. Le altre – la maggioranza – lavorano duro, in ufficio o in fabbrica, e poi a casa, in cucina, coi bambini, con i mariti spesso sprofondati nel giornale della sera come gli uomini soli di una famosa canzone. Alle donne Altan – il più intelligente e il più pungente disegnatore italiano – ha dedicato molte vignette, ora raccolte in un volume edito da Longanesi (Donne nude), quasi duecento immagini delle sue donne, una minima parte rispetto alla sua sfaccettata produzione satirica iniziata a metà degli anni Settanta. Ormai il disegnatore ha quasi abbandonato i suoi metalmeccanici (quel Cipputi diventato emblematico), ancora combattivi ma forse stanchi e delusi per l’andazzo delle cose. Cipputi e compagni hanno raccontato la storia del PCI, ne hanno condiviso alcune scelte e condannate altre, ma adesso sembrano rassegnati. Sono più combattivi, nel bene e nel male, i suoi pensionati, gli anonimi impiegati o, sull’altro versante, gli affaristi o i generali carichi di medaglie guadagnate chissà dove. In mezzo ci sono le donne, spesso nude o poco vestite (ma sempre alla moda) che commentano fatti e misfatti del momento, con battute brucianti cui il disegno aggiunge ben poco, perché Altan è bravo soprattutto a distillare in poche parole il veleno della vignetta. Ci sono donne mollemente sdraiate in poltrona, forse in attesa del principe azzurro (che non è necessariamente giovane e bello, come nelle favole), perennemente annoiate e scocciate dalla solita bambina petulante, che dice, per esempio, “Vado dove mi porta il vento”. La risposta di mammà non può essere più cinica: “Non tornare spettinata e fatti dare gli alimenti”. Altre volte queste donne – che ogni tanto vediamo anche mentre spadellano in cucina, sempre assillate dalla solita bimba impertinente – parlano di politica. “Adoro i referendum, si vota e poi non si elegge nessuno” dice una, mentre un’altra espone la sua visione del mondo: “Se proprio si deve calare le braghe, ci sia almeno qualcosa da mostrare”. In mezzo a questo mare di belle signore, Massimo Gramellini, nell’introduzione al libro, ne segnala alcune, con battute altrettanto significative: “Viviamo in media sette anni più degli uomini. Libere e vecchie” oppure “Mi vuoi bene, mamma?” chiede la bambina. “Non esageriamo, accontentati della mia solidarietà”. E si potrebbe continuare a lungo, sicuri di trovare sempre un motivo per sorridere e un altro (o più di uno) per riflettere. (Articolo di Carlo Scaringi).