Norman Taurog, che negli anni Cinquanta avrebbe diretto molti film di Jerry Lewis e Dean Martin, nel 1931 era un regista esordiente e forse non sognava ancora di vincere un Premio Oscar. Invece avvenne realmente ottant’anni fa , quando diresse il film “Skippy”, sorprendentemente premiato con la famosa statuetta. Il film, inedito in Italia al pari del fumetto che lo aveva ispirato, ottenne anche diverse nomination e va ricordato per la piccola galleria di celebrità future che ne fecero un piccolo capolavoro, dagli sceneggiatori Norman McLeon e Joseph Manckiewicz agli attori Jackie Cooper, Mitzi Green (che avrebbe poi interpretato Little Orphan Annie), a Robert Coogan, cugino del più celebre Jackie, il “monello” di Charlot. Il fumetto risale al 1928 e fu ideato da Percy Crosby, forse sulla scia di Yellow Kid. Protagonista della striscia è infatti il figlio di un poliziotto di New York, che diventa amico di tutti i bambini del quartiere. Suo principale compagno di giochi è Sooky. Insieme ad altri formano una piccola banda protagonista di vicende che ricordano quelle di Yellow Kid e forse anticipano le strisce dei Peanuts e di Mafalda. Il film rispetta il clima del fumetto e narra, con un taglio semplice e forse infantile, le piccole vicende di questi bambini. Dopo il successo di Skippy, Taurog ha girato, nello stesso 1931, un secondo film, ”Sooky” con gli stessi interpteti. Protagonista è ora il compagno di Skippy, ma la storia ha perso originalità e freschezza. All’altro capo del continente americano, sempre nel 1931, Arturo Lanteri – pioniere del cinema e del fumetto argentini – realizzava “Pancho Talero in Hollywood”, forse ispirato alle storie di Arcibaldo e Petronilla che dal 1922 apparivano su “La Nacion” di Buenos Aires. Lanteri le “rilesse” in chiave argentina, con humour e ironia, accentuando i caratteri dei personaggi di McManus, dalla moglie tirannica alla suocera insopportabile. Dopo questi film, il cinema avrebbe sempre più spesso tratto dalle “nuvolette” i soggetti per i suoi prodotti, ma senza ripetere quel successo iniziale. I primi incontri tra cinema e comics risalgono all’inizio del Novecento, quando James Stuart Blackton diresse e interpretò la figura di Happy Hooligan in alcune comiche. Nel 1910 Stan Laurel, durante una tournèe teatrale negli States, avrebbe interpretato il personaggio di Yellow Kid, ma non c’è traccia negli archivi americani, anche se – come ha scritto Claudio Bertieri – la notizia potrebbe essere verosimile “perché nessun altro volto di commediante meglio si sarebbe prestato per dargli vivezza e credibilità scenica”. Negli anni Venti vennero realizzati alcuni film dedicati a Ella Cinders, a Tillie the Toiler (la ragazza creata nel 1921 da Russ Westover, protagonista di storie rosa ambientate nel mondo della moda) e alle baruffe di Arcibaldo e Petronilla, che poi per anni sarebbero rivissute in molti film, al pari di Blondie arrivata sul grande schermo solo nel 1938. (Articolo di Carlo Scaringi).