Mentre continua a nevicare nel blog Fumettologicamente, Matteo Stefanelli non ci risparmia nemmeno le notizie sgradevoli. Scherziamo, naturalmente. Non c’è nulla di terribile nella comunicazione dei dati sulle vendite scarse di riviste e fumetti in formato digitale (che, ringraziando Stefanelli, potete leggere con comodo facendo click qui). Nessuno poteva pensare di vedere cifre stratosferiche nel venduto digitale, quando si è solo all’inizio di questa nuova stagione dei nuovi supporti digitali (tablet, iPad e compagnia bella). La tecnologia farà la propria strada, totalmente e comprensibilmente indifferente alle sorti del fumetto, e se questa tecnologia risulterà vincente, sarà l’editoria ad allinearsi, con naturalezza, come al solito, se vorrà sopravvivere (ma, va detto, è già presente da tempo nelle nuove tecnologie quasi dappertutto, giacché alle innovazioni bisogna prepararsi per tempo). E l’Italia? Continuerà a essere il fanalino di coda? Sì, se non cambia qualcosa di significativo. Perché si vendano prodotti digitali (che siano fumetti o quotidiani o altro) bisogna che sia l’intero Paese a essere correttamente informatizzato (e stiamo parlando di un Paese in cui si legge poco e l’informatica è sempre stata una specie di mistero per buona parte della popolazione). Banda larga dappertutto, diffusione di massa di computer e connessioni di rete, annullamento del digital divide, voglia di leggere… insomma, le solite cose che nei paesi avanzati sono normali. Nei paesi avanzati, appunto. Buon 2011!