9 Dicembre 2010 01:07

C’era una volta il fascismo a fumetti

Interim delle Sue Brame... di Moise-Creativo GalatticoTra i tanti primati, negativi, conquistati da Berlusconi ce n’è anche uno positivo: quello del maggior numero di vignette che i disegnatori satirici gli hanno dedicato in questi anni. Caricature spesso irriverenti, sempre cattive, qualcuna anche insultante, ma in fondo quasi giustificate dai fatti e misfatti del suo governo. Negli anni Settanta e Ottanta bersagli dei vignettisti erano Andreotti e Craxi, seguiti a distanza dagli altri politici della Prima Repubblica. Anche Mussolini ha totalizzato un abbondante MussoliCloninumero di caricature, ma solo nei primi anni del regime, perché poi ha abolito l’opposizione e i suoi giornali. Comunque restano ormai storiche alcune vignette, come quella di Galantara che raffigurava il futuro nonno di Alessandra con un volto truce, sintetizzato in pochi tratti, dalla fronte aggrottata allo sguardo feroce, con gli occhi quasi fuori delle orbite, o quella di Guasta che in quattro vignette mostrava la trasformazione del duce da uomo quasi normale in un ruggente e feroce leone. Dopo l’abolizione della libertà, Mussolini è uscito dalle vignette per entrare, soprattutto negli anni Trenta, nei fumetti, allora quasi l’unico svago per i ragazzi, e pertanto dovevano avere una funzione di indottrinamento ideologico. In quasi tutti i racconti d’avventura si celebrava, insieme all’ardimento dei ragazzi d’Italia (che si chiamavano tutti Balilla, secondo un detto dell’epoca), l’insegnamento del capo del Quick et Flupke Hergé Hitlerfascismo, invariabilmente invincibile e virile, quasi un supereroe. Erano fumetti agiografici, ben diversi, per esempio, da una storia di Jacovitti dell’immediato dopoguerra (Battista l’ingenuo fascista), oppure da quelli che comparivano sui giornali stranieri. Nel 1934, per esempio, il grande Hergè che già nel 1929 aveva condannato il comunismo nella prima storia di Tintin nel paese dei soviet, aveva ideato un fumetto (Les exploits de Quick et Flupke) con due riconoscibili Hitler e Mussolini [per non parlare della serie M. Bellum, esplicitamente anti-Hitler]. Nel 1942 il capo del fascismo comparve anche in alcune storie di Wonder Woman e di Superman, in ruoli marginali, con Hitler visto invece come il nemico numero uno. Sul settimanale inglese “The Beano Comics” negli stessi anni apparivano le storielle di Musso the Vop, ovviamente in chiave umoristica. Più cattive e realistiche erano invece le vignette sulla stampa angloamericana, che per esempio, sul Daily Herald, vede il duce come un piccolo Nerone, quasi un burattino nelle mani della dea Guerra. Quando il conflitto inizia, Mussolini scalpita per prendervi parte. I vignettisti individuano subito i reali termini del rapporto tra Hitler e Mussolini. Se l’Asse Roma-Berlino non M Bellum Hergé Hitler 3ha una crepa (secondo il vignettista italiano Girus nel 1938), i disegnatori stranieri di crepe ne scoprono molte, e soprattutto scoprono che l’unico che comanda è Hitler, con Mussolini nelle vesti di un fedele cagnolino che scodinzola aspettando un pasticcino francese, dopo l’aggressione nazista alla Francia. Mussolini si crede un gigante e non si accorge che invece è solo un peso fastidioso per Hitler, che lo porta dove vuole perché il manubrio del tandem è sempre nelle sue mani. E quando le sorti della guerra volgono al peggio, Hitler non vede l’ora di togliersi, con scarsa riconoscenza, quello stivale divenuto un fastidioso sassolino. (Articolo di Carlo Scaringi).