2 Novembre 2010 17:05

Il Superman (mai visto) di Tim Burton.

BurtonSuper1Un paio di giorni fa il visual effect artist Steve Johnson ha reso pubbliche alcune fotografie del costume di Superman creato per il progetto del film che sarebbe stato diretto dal grande Tim Burton e che avrebbe visto coinvolto anche Nicholas Cage che, anni dopo, avrebbe poi interpretato "Ghost Rider". Che dire? Ho amato Tim Burton fin dalla prima volta che ho visto "Beetlejuice". Quando poi ha tirato fuori quel meraviglioso "Batman", nel 1989, ho davvero pensato che fosse il mio regista preferito e ne ho avuto conferma quando è uscito "Big Fish"; gli ho voluto bene nonostante la sua versione de "Il pianeta delle scimmie" non mi abbia fatto impazzire e ho litigato con la mia fidanzata per difenderlo quando l’ho portata a vedere "Sweeney Todd". Però, vedo queste immagini e ringrazio chi ha scelto di non portare a termine il progetto "Superman Lives" (questo il titolo che avrebbe avuto la pellicola, qualora fosse uscita). Non che "Superman Returns" di Brian Singer fosse da strapparsi i capelli, anzi! Una trasposizione così tiepida che, a mio avviso, non dà e non toglie nulla a quanto realizzato in precedenza con il compianto Christopher Reeve. Oggi, il figlio putativo di Johnatan e Marta Kent è nelle mani dello stesso Zack Snyder che "si è fatto le ossa", prima con "300" di Miller, poi con "Watchmen" di Gibbons (sì perché, come tutti sanno, Alan Moore era fortemente contrario… vabbeh… questa è un’altra storia): insomma, un po’ di esperienza nel campo dei fumetti ormai ce la dovrebbe avere, ma anche Singer aveva diretto i film sugli X-men, eppure le cose, con Superman, non sono andate troppo bene. Ma cos’ha Superman che impedisce la realizzazione di un film all’altezza del suo mito? Spiderman, Iron Man, Batman e tanti altri supereroi, dimostrano di essere ancora attuali nelle rivisitazioni cinematografiche degli ultimi tempi. Capisco che i Marvelliani siano anche relativamente più giovani di una ventina d’anni abbondanti, ma BurtonSuper2Batman (1939) regge, eccome, nonostante sia nato solo un anno dopo Superman (1938). Che sia proprio la ricerca di rendere attuale il personaggio a far fallire i progetti? Guardate i costumi realizzati da Steve Johnson: non sono brutti, ma che c’entrano con il personaggio di Siegel e Shuster? Mi viene un confronto con un altro simbolo Americano per eccellenza: la Coca Cola. Quando Roberto Goizueta, negli anni ’80 decise di cambiare la storica formula perché perdeva nei confronti con la sua antagonista Pepsi, riusci a creare una bibita estremamente attuale che vinceva tutti i test di gradimento: ebbene, dopo aver lanciato la New Coke, fu sommerso di lettere di protesta per aver toccato qualcosa che la gente considerava "sacra". La Coca Cola era un simbolo e una sicurezza e pooc importava che il gusto della Pepsi potesse risultare migliore. Goizueta fu costretto, a furor di popolo, a reintrodurre la Classic Coke (per chi fosse interessato, consiglio caldamente il libro "Storia della Coca Cola" scritto da Mark Pendergrast). Superman è il primo dei supereroi, il primo di una specie che si è evoluta. È diventato un’icona, un simbolo di un tempo che non c’è più e che, allo stesso tempo, ci sarà per sempre. C’è, oggi, un John Byrne in grado di riscriverne le origini come nella mini serie "The Man Of Steel" del 1986? Oppure: c’è un Frank Miller in grado di riproporre un personaggio, attualizzandolo, come in "The Dark Knight Returns"? Ma soprattutto: si possono ancora fare operazioni del genere su Superman? E allora, perche non riportare Superman da dove è arrivato e e goderselo per quello che ha rappresentato durante la Seconda Guerra Mondiale? Ogni volta che riguardo la serie dei fratelli Fleischer penso che, con più di 70 anni di storia alle spalle, sia quella la vera versione definitiva del personaggio e mi piacerebbe vedere un film che riporta sul grande schermo quelle atmosfere. Ehi, questi sono i pensieri di un 39enne malinconico e anche un po’ nerd: ho molta fiducia in Zack Snyder e spero davvero di vedere un grande film, stavolta. [Articolo di Michele Marchitto]