24 Luglio 2010 01:13

Pino Zac, autore geniale e ribelle

Zac-00 Non avrebbero mai pensato gli organizzatori del Premio Satira Politica di Forte dei Marmi del 1985, in programma come sempre fra luglio e agosto, che allestendo una rassegna dedicata ai 70 anni del “Canard Enchainè” avrebbero finito per trasformarla in un omaggio postumo a Pino Zac, scomparso proprio in quei giorni. Abruzzese di origine, nato il 23 aprile 1930, Giuseppe Zaccaria trasformò quel nome un po’ anonimo e forse troppo meridionale in un più incisivo Pino Zac, che sembrava quasi evocare il graffio di un gatto o il taglio di un’affilata lama. In pratica le armi metaforiche che avrebbe poi usato nelle sue vignette. Debuttò giovanissimo sulle pagine di Paese Sera, lo stesso quotidiano dove mosse i primi passi un altro maestro della satira, Forattini. Debuttò con due fortunate strisce, una – il Gatto Filippo – aveva per protagonista un simpatico e dispettoso felino, sempre al centro di storielle umoristiche. L’altra, più impegnativa, si chiamava Kyrie Eleison e portava alla ribalta l’eterna lotta tra un sacrestano e un diavoletto dispettoso ma in fondo simpatico. Un po’ anarchico, nemico del potere – soprattutto dei potenti – Pino Zac dopo il Sessantotto è entrato nella battaglia politica, raccontandoZac-Canard fatti e misfatti di quegli anni con puntuali vignette, pungenti e irridenti, che colpivano banchieri e politici, burocrati e capi di Stato (ne sanno qualcosa Pompidou, Giscard e Brezhnev), in un caleidoscopio di trovate e immagini che trasformavano le vignette in tante piccole frecce velenose. Di vignette e di polemiche Pino Zac, nella sua breve esistenza, ne ha fatte molte, dalle caricature politiche per alcune campagne elettorali del PSI, agli scontri con le autorità italiane e straniere che lo inseguivano per mezza Europa con inconsistenti denunce di vilipendio. Dopo aver raccontato, con precisa dissacrazione, la storia dell’Orlando Furioso (su Eureka), Zac si è dedicato quasi totalmente alla vignetta satirica, animando a lungo le pagine del Male o del suo “fratello maggiore” francese, il Canard Enchainè, che lo ha avuto per anni tra i suoi disegnatori di punta. Non ha in pratica lasciato eredi, anche se oggi il mondo della satira disegnata – seppure schiacciato dalla concorrenza televisiva – propone decine di validi autori, ma quasi nessuno con la genialità e lo spirito critico di Pino Zac. (Articolo di Carlo Scaringi).