Tintin au Congo è, si sa, sotto processo (a fine giugno forse ci sarà una nuova deliberazione del Tribunale sulla vexata questio della distruzione totale di tutti gli albi, della sua completa assoluzione dall’accusa di razzismo, o dell’obbligo di una fascetta e/o introduzione esplicativa che contestualizzi l’albo degli anni trenta nel suo contesto storico). Nel frattempo il Congo sta per festeggiare (proprio il 30 giugno 2010) i suoi primi 50 anni di indipendenza dal Belgio. Non è quindi per coincidenza che il quotidiano di Bruxelles, le Soir, coglie l’occasione per offrire ai suoi lettori e abbonati un albetto inedito, Tintin au Congo du papa, nel quale Daniel Couvreur (che trattò l’argomento anche sul quotidiano: click qui) va a spiegare per filo e per segno le fonti documentali usate da Hergé per quell’albo, il contesto storico e tutto quel che serve a far capire ai lettori (di tutto il mondo) com’è stato possibile che un ragazzino per bene come Tintin, onesto e sempre pronto ad aiutare chi ha bisogno, abbia potuto infognarsi in un’avventura discutibile come quella… A dirla tutta, chiunque abbia letto le biografie oneste sull’autore, ormai lo sa bene com’è andata, e come mai Hergé si trovò a scrivere (“a comando”, su esplicita richiesta dell’abate Wallez) storie oggi imbarazzanti come Tintin nel paese dei Soviet, Tintin in Congo e Tintin in America. Chi lo desidera, può procurarsi il piccolo albo da 64 pagine di cui vedete la copertina qui accanto, col quotidiano o scrivendo a abonnements@lesoir.be per chiedere informazioni. Chissà se ci troverà anche informazioni storiche (evidentemente ignote a Tintin) sulla brutalità schiavista della dominazione belga in quel paese dell’Africa?