22 Giugno 2010 01:13

Quell’Asino di carta di un secolo fa

asinoInaugurazione Tra il 23 e il 27 giugno Verbania ospita LetterAltura, una manifestazione che tra montagna e letteratura propone alcune stimolanti riflessioni su alcuni aspetti della nostra cultura, e non solo. L’appuntamento sarà poi ripetuto nel mese di luglio in altre località turistiche del lago Maggiore, a partire da Stresa. Il tema è stato introdotto da un interessante articolo su Tuttolibri dello scrittore  Vincenzo Pardini che ricorda celebri asini della letteratura e della storia, da quello di Apuleio alla biblica asina di Balaam, a Modestina, protagonista di un racconto di Stevenson, e così via. Pardini definisce giustamente l’asino come l’animale della pace, mentre il cavallo è l’animale della guerra. Si dimentica però dell’asino della grotta di Betlemme e dell’Asino di carta che tra la fine dell’Ottocento e la prima guerra mondiale con i suoi “ragli” ha cercato di far male a potenti e prepotenti. L’Asino è stato un battagliero settimanale letteraltura2010satirico, nato nel 1892, pochi mesi dopo la fondazione del PSI, e a lungo espressione della politica dei socialisti e degli anarchici. Fondato da Guido Podrecca e Gabriele Galantara, aveva sotto la testata una frase che ne spiegava il titolo: “Come l’asino è il popolo: umile, paziente, bastonato”. Per anni  i puntuali articoli di Podrecca e le  pungenti vignette di Galantara, che spesso si firmava Rata-Langa, hanno narrato fatti e misfatti di un’Italia, o meglio un’Italietta, non molto diversa da quella dei nostri tempi. C’erano gli scandali, come quello della Banca Romana, asinoPopoloc’erano le bombe e gli attentati, gli scioperi, le alluvioni, le catastrofi naturali e l’eterna miseria del Mezzogiorno. Sulle pagine dell’Asino tutto questo era raccontato con fermezza, soprattutto con le vignette di Galantara e di molti altri bravi disegnatori, da Filiberto Scarpelli a Enrico Gianeri, da Giuseppe Scalarini a Bruno Angoletta, ricordato principalmente per il soldato Marmittone, ideato nel 1928 sul Corriere dei Piccoli, quando ormai l’Asino era un ricordo, ucciso dalla censura fascista, ma già in crisi per i contrasti che dopo la grande guerra avevano diviso i due fondatori. Podrecca era finito tra i fascisti mentre Galantara era rimasto fedele agli ideali socialisti. Dopo la chiusura della stampa democratica fu costretto a lavorare anonimamente asinoCovoper il Marc’Aurelio e altri fogli umoristici, raccomandato – secondo una credibile leggenda metropolitana – dallo stesso Mussolini che non si dimenticava dei suoi antichi compagni. Nella storia della satira disegnata, Galantara viene spesso accumunato a Scalarini, il grande vignettista dell’Avanti!: entrambi hanno lasciato un’impronta profonda, evitando quasi sempre di mettere in caricatura i personaggi, ma denunciando le situazioni, come ha fatto Galantara disegnando, per esempio, due pensionati seduti su un panchina che osservano i passerotti beccare le briciole di pane. “Essi mangiano” dice l’eloquente didascalia. (Carlo Scaringi).