Ne’ la Fondazione Picasso, ne’ la Fondazione Giacometti si abbasserebbe mai a fare quello che sta facendo la Fondazione Hergé. Questo afferma, nella sostanza, Eric Leroy, esperto della vendita all’asta delle opere di Hergé per la casa d’aste Artcurial (il 5 giugno 2010 presso Marcel-Dassault – click qui per il bel catalogo, che offre non solo Tintin), che terrà la propria asta sabato prossimo, mentre oggi pomeriggio (alle 14:00) ha luogo quella di Piasa che si tiene presso Drouot Montagne, gestita, invece, direttamente da Moulinsart. E parte una nuova, ennesima, pesantissima polemica. Perché, ci si chiede, Nick Rodwell (il famoso boss della società Moulinsart che controlla tutto il patrimonio di Hergé), che aveva dichiarato in video “Io non amo i collezionisti!”, adesso si è messo proprio a vendere all’asta cose che da una fondazione ci si aspetterebbe venissero, se mai, comprate, conservate e protette, magari nel Museo-mausoleo dedicato a Hergè? Necessità di far cassa per compensare il salasso del mausoleo? Poco probabile: ce ne vorrebbero un sacco di aste. Volontà di egemonizzare tutto, ma proprio tutto quel che ha a che fare con l’opera di Hergé, persino favorendone la dispersione, pur di esercitare un controllo globale? Demenziale, oltre che in contraddizione coi principi della fondazione (e di quel che è adesso), ma potrebbe corrispondere al profilo psicologico. Chissà. Sta di fatto che Moulinsart sta scatenando quel che Le Figaro ha definito “la guerra delle aste di Hergé”, giacché si fatica a considerare casuale la sovrapposizione delle due aste. E già Moulinsart ha annunciato che la prossima (che sarà ospitata a Cheverny) sarà in ottobre, proprio quando, il 22 di quel mese, avrà luogo la prevista nuova asta Hergé di Artcurial. Non sarà una guerra, ma ci somiglia molto. Comprensibile che quelli di Artcurial possano avere l’impressione che Moulinsart faccia di tutto per scalzarli dal mercato. Alla faccia dello spirito di Tintin, naturalmente.