Mentre l’Anonima Fumetti spinge a destra e a manca (in svariati modi “anonimi”) per rilanciare il (fondamentale) fumetto per bambini e ragazzi in Italia, in libreria e in edicola, con in testa i criteri di fondo del vecchio e indimenticato Corriere dei Ragazzi, la RAI affronta la vexata questio della “chiusura” della TV dei ragazzi di RAI3, o, meglio, si dice, del suo “spostamento” in altra zona del palinsesto digitale. La preoccupazione è stata tangibile nelle trasmissioni come Melevisione, Trebisonda ecc. al centro di produzione di Torino. Comprensibile: la chiusura sarebbe un’ulteriore attentato alla salute (culturale) pubblica, ma lo spostamento in numeri alti dei canali digitali sarebbe per tutti (stante il modo in cui al momento funzionano i decoder) altrettanto traumatizzante, all’atto pratico. Bambini e ragazzi sono il futuro dell’umanità. TV, fumetti et al. per loro, non sono solo una “banale” questione di mercato, di inserti pubblicitari, o di share: c’è differenza sostanziale anche nel modo e nei contenuti di quel che si fa per loro. Vanno presi molto sul serio.