19 Febbraio 2010 10:43

Svelato il segreto di Hergé

TisseronSecretTintin Tale è ancora la forza d’impatto di Tintin nella francofonia, che la recente conferenza dello psichiatra e psicanalista Serge Tisseron a Toronto è stata affollata di fan desiderosi di scoprire “il segreto di Hergé”. Tisseron ha illustrato le sue interessanti tesi su Georges Remi (Hergé), esposte a suo tempo nel libro "Tintin et le secret d’Hergé" pubblicato nel 1993 per Presses de la Cité e ripubblicato nel 2009. Ipotesi da psichiatra, ovviamente, ma con un loro costrutto. Hergé corrisponderebbe psicologicamente a tre dei suoi personaggi: Tintin, il capitano Haddock e il professor Girasole. Attraverso questi avrebbe involontariamente espresso e, in qualche modo, superato, il turbamento derivante dal fatto di non sapere chi fosse suo nonno paterno (il padre dei gemelli Remi, padre e zio di Hergé che li ha “trasposti” nelle figure dei non-gemelli Dupond/t). In effetti questa complessa  analisi psicologica basata sull’opera dell’autore di Tintin si è sviluppata con Hergé ancora in vita ed ebbe una prima pubblicazione nell’articolo “La questione del padre nelle avventure di Tintin”, sfociato poi nel volume Tintin chez le psychanalyste del 1985. Certo, è affascinante vedere come un autore metta tanto di sé nella propria opera e non necessariamente in modo consapevole: la famosa cantante lirica Castafiore canta sempre l’aria dei gioielli del Faust di Gounod, proprio come faceva la nonna paterna di Hergé (Marie Devigne) che era dama di compagnia della Contessa di Dudzeele. Interessante notare anche che la dama di compagnia della Castafiore (nel mondo di TisseronPsyTintin) si chiama Irma che è l’inversione fonetica di Marie (tipico di Hergé, nelle avventure di Tintin, usare le inversioni  fonetiche). Per farla breve, pare sia noto che il re del Belgio Leopoldo II fosse solito accompagnarsi, diciamo così, con la servitù delle famiglie nobili. Voilà: il nonno di Hergé sarebbe stato Leopoldo II, solo che questo sarebbe stato un segreto di famiglia ben custodito e il fatto che nessuno gli dicesse mai chi fosse il nonno paterno, fu fonte di grande turbamento per il piccolo Georges. Tutto il resto lo trovate in sintesi facendo click qui, oppure in dettaglio nel libro che apparirà facendo click qui. E non è certo l’unico saggio sulla psicologia di Hergé (nell’ambito della vastissima letteratura scritta su questo autore per ragazzi) che si può trovare nella francofonia, a dimostrazione di quanto l’opera di Georges Remi abbia segnato profondamente la letteratura e la cultura di lingua francese. Improponibile trovare, tra i fumettisti italiani, un autore che abbia avuto un ruolo analogo, facendo produrre di conseguenza una tale sterminata quantità di saggi. Forse, anche in questo caso, avrà giocato a sfavore degli italiani la nostra storia, la nostra cultura, la nostra sudditanza esterofila, chissà. Fatto sta che nel sondaggio nazionale belga equivalente alla nostrana trasmissione tv Il più grande italiano di tutti i tempi”, Hergé era fra i primi 10 (e non mancavano nemmeno Franquin, Peyo, Geluck, Folon, Morris, Jacobs e Roba tra i primi 100), mentre da noi di fumettisti manco l’ombra. “E ho detto tutto”.