8 Gennaio 2010 11:45

La Storia del Fumetto ha radici da conservare

bdfn I pionieri sono importanti, per la civiltà che seguirà. Meritano rispetto e ricordo. Gente come Claude Moliterni e Pierre Couperie, compagni d’avventura morti a distanza di un anno, a 76 anni il primo (ancora in piena attività e pieno di idee e progetti), a 79 il secondo (solo nella sua casa di Parigi), hanno rappresentato molto per il mondo del fumetto. Se si leggono le sintetiche biografie dei due grandi esperti citati, si scopre che hanno dato il via a cose allora inaudite e che oggi, stoltamente, si danno per scontate. Non è scontato che si studi la letteratura disegnata come se fosse una cosa seria. Non è scontato che la si esponga nei musei. Non è scontato che si scrivano opere su di essa, la sua storia, la sua natura. Nulla di ciò arriva per miracolo, da un etereo cielo invisibile e impalpabile: Figuration-narrativesono gli esseri umani in carne e ossa che fanno queste cose. E’ grazie a donne e uomini reali che noi oggi abbiamo quello che abbiamo e possiamo guardare avanti. Persone che dovremmo scrivere in un imperituro albo d’oro. Sono le nostre radici. La prima mostra sul fumetto in un Museo: così viene ancora ricordata la famosa mostra Bande Dessinée et Figuraton Narrative, tenutasi nel Musée des Art Decoratifs – Palais du Louvre nel 1967. Fu roba loro. Avevano costituito la Società Civile di Studi e Ricerche sulle Letterature Disegnate (SOCERLID) nel 1964. Nel 1966 avevano fondato la rivista Phenix. Molti di voi che ci leggete, probabilmente non erano nemmeno nati quando, nel vuoto e senza rete, nei primi anni sessanta si muovevano i primi passi in questa direzione. Le immagini che vedete a commento History of comic strip  couperie hornedi questo articolo (il manifesto della mostra del 1967, il catalogo francese, il libro americano che se ne ricavò), non sono semplici da trovare, sepolte, anche in rete, in un passato cui non si è troppo attenti. Gli autori di fumetti (anch’essi, un tempo, ignorati, a differenza delle loro opere) lasciano tracce più visibili con le loro opere. Ma chi (in Francia, come in questo caso, e in Italia, negli USA, nel mondo), con la propria passione e con un impegno incredibile, ha colto cose che agli altri sfuggivano, ha aperto la strada al riconoscimento delle Opere e degli Autori, ha contribuito a farli uscire dall’anonimato, ha dato una Storia al fumetto, può sparire nel nulla. Il ricordo può andare perso nel tempo, come lacrime nella pioggia. Noi, oggi, siamo qui a ricordarne qualcuno, cui siamo riconoscenti, e a rilanciarne il ricordo (e la lezione) a nuove generazioni di appassionati del Segno che Racconta Storie, per andare avanti con radici salde e presenti.