3 Dicembre 2009 01:01

Pecos Bill, un eroe leggendario

Almanacco Pecos Bill Il piccolo mondo del West all’italiana era già affollato di eroi di carta più o meno famosi, da Tex al Piccolo Sceriffo, quando – il 3 dicembre 1949 – arrivò Pecos Bill, un cow boy che lo sceneggiatore Guido Martina aveva ricavato dalle leggende del folklore americano. Quelle antiche storie evocavano personaggi che prendevano al lazo le stelle o cavalcavano i cicloni, ma nei fumetti di Pecos Bill non c’era traccia, perché Guido Martina preferiva il realismo condito con un pizzico di ironia. Il ciclo di Pecos Bill durò fino al 31 marzo 1955, forse troppo poco per la popolarità del personaggio, perché la Mondadori aveva deciso di puntare soprattutto sull’umorismo distensivo delle storie di Topolino e compagni anzichè sulla tensione dell’avventura. Eppure in quegli anni il filone western si era affermato grazie al lavoro di uno straordinario gruppo di autori, dagli sceneggiatori Gianluigi Bonelli e Andrea Lavezzolo, ai molti disegnatori di valore come Galleppini, Dell’Acqua, il gruppo EsseGesse, ecc. Pecos Bill venne disegnato, nel corso degli anni, da una dozzina di ottimi professionisti (Raffaele Paparella e Pier Lorenzo De Vita che curarono i primi Guido Martinanumeri, e poi Dino Battaglia, Antonio Canale, Roy D’Ami, Leo Cimpellin e altri) che proposero con preciso realismo il colorito universo della Frontiera. Le storie erano quelle classiche di tutti i western, arricchite di manciate di fantasia e di sottile umorismo che si ritrova, per esempio, nella figura di Davy Crockett, forse distante dalla realtà storica e trasformato quasi in una “spalla” di Pecos Bill, al pari dell’indiano apache Penna Bianca che sposando Altamaha, regina dei Sioux, assicurerà a Pecos Bill l’amicizia delle due tribù. I suoi nemici sono invece banditi messicani, indiani traditori, fuorilegge d’ogni risma, sceriffi corrotti e trafficanti di alcool e armi. Non mancano le presenze femminili, come Sue, delicata, dolce e profondamente innamorata del cow boy. E’ la classica fidanzata dei fumetti, talvolta anche un peso per il nostro eroe, per cui esce di scena dopo alcuni episodi. Pecos Bill si consolerà con Calamity Jane, che ricorda la vera Jane, fuorilegge pentita del vecchio West. Ma albo oro pecos bill la morale di sessant’anni fa non tollerava la presenza di una poco di buono, per cui anche Calamity Jane scompare. Ritornerà invece Sue che, come scopriremo nell’ultimo episodio, si era segretamente sposata con Pecos Bill dandogli anche un figlio. Al termine della lunga saga Pecos Bill affida il figlio a un branco di coyotes nella speranza, vana, che la dinastia possa continuare (anche lui infatti era stato allevato dai coyotes). Tra i meriti di questo fumetto c’è quello di aver portato nel brutto, sporco e cattivo mondo del West un po’ di eleganza, se non altro nel “look” di Pecos Bill, longilineo, biondo, atletico e con i pantaloni pieni di frange svolazzanti. Tra le mani stringe sempre un lazo che usa con maestria e sostituisce la pistola, presente invece tra i molti oggetti che l’industria dei giocattoli aveva messo in vendita sulla scia del successo di questo fumetto, ancora vivo nel ricordo di molti vecchi lettori. (Articolo di Carlo Scaringi)