18 Ottobre 2009 00:48

Kirk, un sergente amico dei pellerossa

Nell’autunno del 1949 un gruppo di giovani di belle speranze che a Venezia nell’immediato dopoguerra avevano creato l’Asso di Picche e altri personaggi a fumetti, lasciò l’Italia diretto in Argentina dove li attendeva l’editore Civita che aveva abbandonato la Penisola dopo le famigerate leggi razziali. Sulla nave c’erano Hugo Pratt, Mario Faustinelli e Alberto Ongaro, che già studiava da romanziere e intanto scriveva storie a fumetti. In Italia erano rimasti Dino Battaglia, Bellavitis e il futuro regista Damiano Damiani, nucleo storico – insieme agli altri –della scuola veneziana di fumetto (arricchita nel corso degli anni da Romano Scarpa, Giorgio Cavazzano e altri) che si sarebbe contrapposta a quella genovese di Luciano Bottaro, Carlo Chendi, Renzo Calegari e tanti altri. In Argentina intanto “esplodeva” il genio di Hugo Pratt che in quegli anni ideò, insieme allo sceneggiatore German H. Oesterheld, indimenticabili personaggi, dal Sergente Kirk a Ernie Pike, cronista di guerra che tentava di rendere umano, con le sue corrispondenze, un dramma immane come il secondo conflitto mondiale. Nel corso del decennio abbondante vissuto nel Sud America, Pratt disegnò anche le storie di Ticonderoga, Wheeling, Anna della Giungla, ecc., ma il suo personaggio più riuscito è stato indubbiamente Kirk, apparso per la prima volta il 9 gennaio del 1953 sulla rivista Misterix. All’inizio Kirk è un sergente dell’esercito nordista, che tuttavia sopporta faticosamente la disciplina militare e l’ottusità di certi ufficiali. Lo dice apertamente a un giovane tenente: “Capisco che lei cerca un combattimento dove potersi guadagnare un paio di galloni in più”, e lo ribadisce a un medico che approva i massacri di pellerossa: “Non trattarli con così tanto poco rispetto, dottore, perché fra loro ci sono dei capi che sono dei veri statisti”. Un giorno, disgustato dall’ennesimo, inutile massacro, Kirk diserta l’esercito e da allora diverrà amico di molti pellerossa, tra cui Maha, e spesso combatterà con loro per difendere la loro terra. Per l’esercito è un rinnegato, per gli indiani un prezioso amico e Kirk ripercorrerà un po’ lo stesso tragitto di Tex, un altro mito della “frontiera”, nato negli stessi anni ma a migliaia di chilometri di distanza. Meno popolare del Ranger di Bonelli, Kirk sarebbe approdato in Italia solo nel 1967 sulle pagine dell’omonima rivista, e poi in vari periodici. Adesso ritorna in libreria edito dalla Lizard-Rizzoli in un volume che permette di scoprire – al di là dell’umanità e del realismo del protagonista – i punti di contatto fra il disegno di Pratt e quello di Milton Caniff (soprattutto in alcuni volti), ma anche fra Kirk e il futuro Corto Maltese. Non è un caso, forse, che un personaggio della saga di Kirk si chiami appunto Corto. (Articolo di Carlo Scaringi)