Un libro di marmo. No, dico, un libro di MARMO? Venticinque Kg di tomo sul Canova e le sue sculture. Vi rendete conto? Un libro di un quarto di quintale! Ora, la domanda è la stessa che si poneva il mitico Edika: Perché tanto odio?
Si potrebbe imbastire una possibile risposta argomentando con un dotto sillogismo: Canova = scultore, scultore = marmo ergo libro su Canova = libro di marmo.
Tuttavia anche in questo caso non vi è chi non contro-argomenterebbe con faziosa malizia che, qualora l’argomento del G8-Gadget, anzichè l’arte scultoria fosse stata la gastronomia, si sarebbe dovuto donare agli illustri ospiti un elegante ricettario rilegato – che so? – fra due cotolette e se l’argomento fosse stata l’architettura l’agile volumetto sarebbe stato impreziosito da una copertina di capitelli corinzi, e se il tema di turno avesse privilegiato, ad esempio, l’ars erotica non c’è dubbio che il Premier-Patròn-Papi avrebbe provveduto personalmente a rilegare una copia del Kamasutra con una coppia di procaci ‘Escort’ dal proprio harem personale.
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