9 Giugno 2009 00:03

Un compleanno anche per Paperino

Photo Goria - clickCome Topolino, anche Paperino ha debuttato prima in un cortometraggio animato e poi è diventato un personaggio di carta, protagonista di infinite strisce e storie più o meno brevi. Il suo debutto risale al 9 giugno del 1934 quando tra le Silly Simphonies comparve il breve filmato “La Gallinella saggia”, The Wise Little Hen, in cui un paperotto un po’ goffo e sgraziato inventava ogni scusa per non aiutare la Gallinella a seminare il grano: “Chi io? Oh, no, ho il mal di pancia” rispondeva per evitare quel lavoretto. In realtà, come ci hanno insegnato ormai 75 anni di fumetti e cortometraggi, Paperino non è mai stato uno scansafatiche di professione. Anzi, per sbarcare il lunario ha fatto almeno un centinaio di lavori, dall’accalappiacani al vetraio, passando per i mestieri di bagnino, cow boy, esattore (ovviamente per conto di Zio Paperone), fornaio, guardiano del faro, incantatore di serpenti, mago della pioggia, pompiere, spazzino, e via continuando. Il merito di averlo fatto lavorare così tanto è di Carl Barks, uno dei maestri della Paperopoli disneyana, che per anni ne ha raccontato e disegnato le Photo Goria - clickbizzarre avventure, e soprattutto i suoi incontri e scontri con quel taccagno di Paperone e con quei pestiferi nipotini che sono Qui, Quo e Qua. Due “spalle” (Paperone e i nipotini) preziose per il successo di questo personaggio, disegnato all’inizio da Al Taliaferro, di chiara origine italiana, e cresciuto – in spessore e umorismo – anche grazie alle molte storie realizzate da qualche decennio da autori italiani, da Luciano Bottaro a Romano Scarpa, da Giovan Battista Carpi a Giorgio Cavazzano e altri ancora. Se Topolino è in un certo senso il simbolo dell’uomo (americano) appagato, rispettoso della legge, buonista e ottimista, Paperino esprime nel modo migliore tutte le nevrosi dell’uomo moderno, eternamente alle prese con piccoli problemi che per lui diventano giganteschi. Certo, per Paperino spesso il problema principale è quello di mettere insieme il pranzo con la cena, oppure l’eterna ricerca di quel cent che manca per fare un dollaro, quel cent che, se trovato, lo rende felice, e che getta nella disperazione Paperone quando teme di averlo smarrito sotto la montagna di dollari della sua smisurata ricchezza. Photo Goria - clickEppure, malgrado la sua cosmica sfortuna, Paperino ha vinto anche un Premio Oscar e ha totalizzato molte altre nomination. L’Oscar lo ha ricevuto negli anni della guerra con un cortometraggio – Il volto del Fuehrer – nel quale sogna di vivere nella Germania nazista. Per fortuna è solo un incubo e quando si sveglia corre a baciare la Statua della Libertà. Con la sua sfortuna quasi leopardiana, Paperino è la vittima predestinata della società intera, del cugino Gastone eternamente baciato dalla fortuna, e dei nipotini, di Zio Paperone e anche di Paperina, e in questa dimensione (dalla quale tenta talvolta di sfuggire indossando i panni di Paperinik, il vendicatore mascherato) assume sempre di più i caratteri dell’uomo di oggi, tartassato da balzelli, disoccupazione, traffico, inquinamento, burocrazia e tutti gli altri mali, che conosciamo bene. Proprio come Paperino. [Articolo di Carlo Scaringi]