4 Maggio 2009 00:02

I Puffi sono blu

Schtroumpfs - les cahiers de la bande dessinée - photo Goria - clickVe la ricordate quella cretinata di un bel po’ di anni fa sui Puffi che sarebbero stati parte di una campagna di indottrinamento comunista? Una solenne idiozia per chiunque sia un lettore dei Puffi, si capisce, ma per chi sia ignorante in materia, una arzigogolata dissertazione sui primi albi della serie potrebbe addirittura essere presa sul serio (come succede per i vari complottismi, per il terrorismo animalista e per altre -troppe- occasioni di applicazione pratica della demenza disseminate in giro per il mondo). Be’, quella cretinata di cui sopra, periodicamente viene ritirata fuori, per far colore locale (in buona fede), o magari sotto elezioni (in mala fede), quando si va ad appiccicare etichette politiche, variamente idiote, ai diversi personaggi del mondo del fumetto, da Topolino a Dylan Dog, da Tex a, per l’appunto, i Puffi. Per giunta, nel caso dei Puffi, lo schema sociale della piccola comunità blu, Puffi - photo Goria - clickcome ben sanno i lettori, ha subito cambiamenti nel corso degli anni, per cui le dissertazioni giustapposte ad arte a suo tempo non hanno più alcun significato. Ma questo, a chi vuole per forza fare della dietrologia politica (possibilmente complottista e irrazionale) a tutti costi, anche sui fiori e sulle nuvole, non cambia nulla: mica è un approccio scientifico. Era una idiozia allora. Lo è persino di più, se possibile, oggi. Tanto che non staremo nemmeno più a dirvi chi l’ha tirata fuori anni fa, e chi la ripropone, papale papale, oggidì. Ma se vi capitasse sotto il naso, sappiate che, a nostro modesto avviso, i Puffi e il suo creatore, Peyo, e i suoi eredi che oggi portano avanti la serie, non hanno proprio nulla da spartire con quelle idiozie. Leggetevi la biografia di Peyo, e gli albi della serie, dall’inizio fino a oggi, “che è meglio”.