13 Aprile 2009 00:28

Con la radio a caccia di banditi

Il 1934 è ricordato, nella storia dei comics, come l’anno in cui nacque il maggior numero di eroi di carta. Ma è stata anche l’annata del fumetto poliziesco, perché 75 anni fa arrivarono l’Agente segreto X-9, Red Barry, il gruppo di Radiopattuglia e infine l’Ispettore Wade, ispirato ai racconti del grande giallista Edgar Wallace. La novità maggiore forse fu Radiopattuglia, un ciclo firmato dallo sceneggiatore Eddie Sullivan e disegnato da Charlie Schmidt. Protagonista delle storie era un gruppo di agenti, quasi tutti di origine irlandese, composto da Pat, sergente dal ciglio severo e dal fisico robusto, da Molly, forse la prima donna poliziotto dei fumetti, da un ragazzo, Pinky, e dal suo fedele cane, Irish, irlandedse anche lui, almeno nel nome. Nella prima avventura Pinky assiste al tentativo di rapimento di Molly, aggredita da due delinquenti. Con coraggio si scaglia, insieme al cane, contro i banditi, permettendo a Pat di intervenire e sventare il sequestro. Come premio, Pat lo invita a trascorrere una giornata a bordo della sua auto per vivere direttamente le emozioni di una pattuglia di agenti impegnata lungo i quartieri cittadini. A bordo dell’auto c’è un radiotrasmittente che fra un sibilo e un gracidio lancia i suoi messaggi agli agenti. Siamo alla metà degli anni Trenta, la radio è ancora una novità quasi misteriosa che suscita stupore e ammirazione a un tempo. Forse è proprio per merito di questa presenza impalpabile che il ciclo ebbe subito successo. Le storie, infatti, seppure ben congegnate, non avevano la carica di quelle dell’Agente X-9 o la violenza di certe sequenze di Dick Tracy, mentre la presenza di una ragazza impegnata in un lavoro finora quasi esclusivamente riservato agli uomini, di un ragazzo intraprendente e curioso e di un cane, ovviamente intelligente, inseriva nel più classico scenario giallo elementi che stemperavano quei miasmi maleodoranti che uscivano dai bassifondi della metropoli dove la radiopattuglia di Pat era costretta ad avventurarsi nella quotidiana caccia al crimine. Il taglio sostanzialmente ottimistico di queste avventure (pubblicate dal 16 aprile 1934 fino agli anni Cinquanta) serviva a infondere nei cittadini una profonda fiducia nella polizia, sempre puntuale, pronta a opporsi anche con le armi alla violenza e alla prepotenza dei banditi (anche in questo ciclo ce n’era una ricca galleria) che minacciavano la sicurezza dei cittadini. Erano gli anni della drammatica stagione del gangsterismo, contro cui si mobilitò l’America migliore, compresi i fumetti, come Radiopattuglia che nel suo piccolo diede il suo contributo. [Carlo Scaringi]