Riceviamo: “Il governo afgano presieduto da Hamid Karzai ha recentemente votato una legge che obbliga le donne ad avere rapporti sessuali con il marito e impedisce loro di cercare lavoro, istruirsi o farsi visitare da un medico, senza aver prima il permesso del consorte. Di fatto la legge legalizza lo stupro del marito nei confronti della moglie in quanto vieta a quest’ultima di rifiutarsi di avere rapporti sessuali con lui … ” Molti dei protagonisti del mondo dell’animazione presenti a Cartoons on the Bay 2009 hanno reagito con fremente sdegno a questa notizia, e l’illustratrice AnnaLaura Cantone, autrice con Enzo D’Alò e Vincenzo Cerami della nuova serie “Pipi, Pupù e Rosmarina“, ha realizzato anche un apposito omaggio alle Superdonne. Si è auspicato che l’animazione continui a dar voce alle categorie più oppresse. Al di là della legittima indignazione, tuttavia, si rischia sempre in questi casi di “occidentalizzare” il contesto di Paesi in cui democrazia e libertà individuale non sono mai potuti diventare un patrimonio acquisito; una regione come l’Afghanistan, teatro di scontri geopolitici devastanti e di ingerenze continue che ne impediscono tuttora l’autodeterminazione, non può che finire col ripiegarsi su tradizioni deleterie ma rassicuranti, almeno per la Maggioranza. Nel periodo di vuoto politico successivo alla fuga dei Talebani, le donne si sono rimboccate le maniche e hanno tenuto in piedi l’economia introducendo idee e iniziative che ora spaventano sia i fondamentalisti (alternative pulite al commercio di droga intralcerebbero i loro piani) sia il nuovo governo, che non vede di buon occhio la nascita di un ceto imprenditoriale femminile nel Paese. Augurandoci che la mossa di Karzai non sia una strizzata d’occhio al vecchio regime, è comunque la prova che non basta “liberare” un popolo con le armi per renderlo davvero “libero”. La condizione femminile, poi, è una questione spinosa in tutto il mondo: nessuna categoria è stata altrettanto discriminata e messa a tacere quanto il cosiddetto “sesso debole”! Considerata “impura” o “bassa” da tutte le principali religioni, proprietà esclusiva del partner anche nelle nostre evolute società occidentali, costretta a esibire o a reprimere la propria sessualità per non turbare troppo la sensibilità maschile, la donna è sopravvissuta a innumerevoli crisi uscendone ogni volta più corazzata. Vittima soprattutto del legame viscerale che instaura con i propri cari, finendo col mettersi in secondo piano quasi volontariamente, la donna è un dono del Cielo che noi maschietti tendiamo troppo spesso a considerare un pezzo di costola di scarso valore. Lo stupro è il modo turpe in cui sfoghiamo la frustrazione di non poterla davvero dominare ma soltanto umiliare, oltraggiare e piegare … senza però mai riuscire a spezzarla del tutto. Temiamo troppo che “loro” ci scalzino dai nostri posti, o che ci abbandonino, e invece di sforzarci di diventare migliori preferiamo continuare ad imporre un’autorità che ormai non possediamo più. La loro forza ci fa paura, perchè in essa c’è la fonte stessa della vita, del cambiamento ma anche della continuità: custodi di un potere cui aneliamo, ma possiamo goderne solo se ci ammettono a condividerlo.